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Scherma: poche gioie dalla spada di Cuomo

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Con sette podi conquistati nella Coppa del Mondo 2014 (mancano tre tappe alla fine), la spada italiana è indubbiamente il settore meno redditizio della scherma per il Bel Paese. Non deludente – sia chiaro – ma quello in cui c’è più lavoro da fare. Sandro Cuomo dirige un mix di atleti giovani e ancora inesperti ai massimi livelli e big frenati dai tanti problemi fisici. In vista degli Europei e dei Mondiali, dunque, ci sarà da lavorare con ancora più sacrificio di quanto svolto in questi mesi per evitare dolorose delusioni.

Il Grand Prix di Berna, disputato ieri nella località svizzera, ha confermato i limiti azzurri nell’individuale maschile. In stagione solo Enrico Garozzo (Doha) e Marco Fichera (Vancouver) sono riusciti a salire sul podio, incappando però spesso e volentieri in banali sconfitte contro avversari alla portata. L’età, tuttavia, è a favore dei due giovani siciliani e il futuro può regalare molte gioie. Con Matteo Tagliariol infortunato, invece, manca l’acuto del campione: Paolo Pizzo fatica a tirare al meglio della condizione e deve accontentarsi (si fa per dire) delle due gioie di squadra, il successo a Tallinn e il secondo posto di Parigi.

In campo femminile, invece, pare essersi arrestata la crescita esponenziale di Rossella Fiamingo. Dopo i due podi consecutivi di Saint-Maur e Budapest sembrava che l’azzurra ci avesse preso gusto, ma non è più stata in grado di confermarsi. Per Alberta Santuccio, sorprendentemente terza a Barcellona, logica la non conferma a soli 20 anni e in un’arma – la spada – in cui il lotto dei possibili vincitori è più aperto che mai. Il calendario attende la truppa del contestato Sandro Cuomo a Rio de Janeiro (donne, 16-18 maggio), L’Havana (donne, 22-23 maggio) e Buenos Aires (uomini, 23-25 maggio) per centrare almeno la doppia cifra di podi già raggiunta dalle altre discipline. Successivamente, poi, sarà vietato fallire a Strasburgo e Kazan.

 

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Foto da: Federscherma/Augusto Bizzi

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