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Valeria Calabrese: “La boxe femminile è una grossa realtà in Italia. Voglio la finale europea”

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Domani prenderanno il via a Bucarest, capitale della Romania, i Campionati europei di boxe femminile (clicca qui per le convocate dell’Italia). Valeria Calabrese combatterà nei pesi mosca leggeri (-48 kg), andando a caccia di un podio. La 32enne di Ragusa, già medaglia di bronzo ai Campionati dell’Unione Europea, non nasconde di ambire a giocarsi la finalissima. Sognando le Olimpiadi di Rio 2016, per le quali, con ogni probabilità, dovrà prima di tutto vincere la concorrenza di una compagna di squadra per accedervi.

Con quali ambizioni e speranze ti presenti agli Europei?
L’ambizione è raggiungere l’obiettivo più alto, ovviamente. Centrare la finale“.

In questa rassegna continentale sarai impegnata nei -48 kg, ma la categoria olimpica è quella dei -51 kg: in quale delle due ti trovi meglio e quali differenze ci sono per te?
La differenza é solo una questione d’altezza. La 48 è la categoria più adatta alla mia struttura fisica, ma con una preparazione adeguata la 51 kg non è poi così lontana dalla mia“.

Nei -51 kg, per andare a Rio, dovrai vedertela con la tua compagna Terry Gordini, medaglia d’argento ai Mondiali 2012 nella -54 kg. Che rapporto esiste tra di voi?
Io e Terry ci conosciamo fin troppo bene ormai e credo che il confronto non sia solo tra noi due, ma sia più che altro con le straniere. Ho molta stima di Terry ed abbiamo un rapporto normale, come con tutte le altre compagne di nazionale, ring a parte. Se una di noi andrà, andrà la migliore…o chi sarà nel posto giusto al momento giusto“.

In Italia esiste ancora il luogo comune che la boxe sia uno sport solo maschile e si fatica a pensare che possa essere praticato anche dalle donne. Cosa vuoi dire in proposito?
Posso solo dire che basta vedere le iscrizioni ai tornei nazionali e ancor più internazionali per capire che le donne che oggi praticano il pugilato sono davvero tante. Con l’entrata poi ai Giochi il livello è altissimo. Le palestre sono piene di ragazzine e donne che amano questo sport. Solo chi non ha il coraggio di prenderne atto continua a dire che non è uno sport adatto alle donne“.

Spiega tre motivi per cui una ragazzina dovrebbe cimentarsi nella boxe.
Non ci sono motivi particolari. Solo provando ci si rende conto di quanto questo sport ti crei situazioni così simili alla vita quotidiana, che è imprescindibile una formazione umana in chi lo pratica. Tutti gli sport presentano grandi difficoltà, ma il ring ti costringe a fare i conti con te stesso. Fin troppo formativo. Un appello lo faccio invece ai genitori: assicuratevi di mettere le vostre figlie o figli in mani competenti. Assicuratevi che chi si fa chiamare Maestro sia una persona qualificata e che si prenda cura dei ragazzini al meglio. Dopodiché fatevi da parte e non interferite più. Lasciate che siano i ragazzi a rapportarsi col maestro e col ring, senza inutili pressioni“.

Raccontaci la tua storia. Hai iniziato con altri sport da combattimento, poi sei passata alla boxe. Per quale motivo?
Ho iniziato con la kick e mi allenavo in una palestra in cui facevano pure il pugilato. Il ragazzo che insegnava mi vide e convinse il mio maestro a farmi fare i Campionati. Io ho insistito con tutte le mie forze perché non me li facessero fare ma vinsero loro e li feci. Da lì fui subito convocata in nazionale e per lungo tempo ho praticato entrambe. Però quando non ti accontenti più di continuare ad essere mediocre in qualcosa, o la abbandoni o vi devi concentrare tutte le tue forze. Io ho scelto la seconda“.

La boxe femminile italiana è in grande crescita con tante giovani interessanti. Ma intanto c’è da cancellare la mancata qualificazione della Nazionale a Londra 2012. Che idea ti sei fatta sullo stato di salute del movimento?
La prima edizione dei Giochi è stata quasi un esperimento secondo me. In Italia si è iniziata una preparazione a ridosso dell’evento perché sino all’ultimo non era chiaro quello che sarebbe successo. E’ stata un’esperienza molto sofferta da cui sono uscita molto provata. Adesso proprio in Italia sembra essersi aperto un mondo nuovo. Ovunque si vada con le donne, partendo dalle giovanissime, si torna con le medaglie al collo. Non per ultima la qualificazione delle youth ai Giochi Olimpici giovanili. Due su due qualificate. Non servirebbe dire altro. Il lavoro fatto dal tecnico Renzini insieme a Laura Tosti è ineccepibile. Dal nulla hanno tirato fuori non una grossa squadra….Ma una grossa forte squadra. Complimenti e grazie a loro. Questa è stata la miglior pubblicità perché le giovani si concentrino in questo; adesso per loro c’è anche la possibilità di entrare nei gruppi sportivi. Non è più una realtà trascurabile. Diamo una grossa realtà finalmente“.

Quali avversarie pensi siano le favorite al podio europeo nella tua categoria? Pensi di potertela giocare con tutte?
Le probabili medagliate potrebbero essere tutte, dopo di me. La rumena è tra le più forti e gioca in casa purtroppo, ma faremo in modo di annullare questo vantaggio dominando per bene. I paesi dell’Est come sempre arrivano sempre molto carichi. Ma io sono l’italiana. Noi siamo l’Italia. Non parlo con presunzione, ma cosciente di tutto quello che ho fatto per essere oggi qua.  Che riesca o no, non scenderò da lì senza aver dato più di quello che ho”.

Quali sono i tuoi propositi futuri a medio/lungo termine? Sogni un’avventura nel professionismo dopo Rio?
Il professionismo non mi attira per niente. Credo che in Italia sia una triste, tristissima realtà. I “professionisti” in Italia vanno a lavorare, tornano da lavoro, trovano il tempo, la forza e la voglia di allenarsi. Quando hanno un po’ di tempo libero magari vanno in giro a cercare uno sponsor che gli permetta di organizzare il match. Alla’estero i professionisti hanno il compito di allenarsi e combattere. Magari sto sbagliando tutto e qualcuno mi riprenderà, ma preferisco fare altro quando avrò chiuso col dilettantismo. Vedo molto più costruttivo mettere la mia esperienza e la mia passione a disposizione delle giovani“.

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