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Atletica, Golden Gala: voli da record nell’alto! 5 Mondiali, Gatlin ok, Italia anonima

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All’Olimpico di Roma è andato in scena il Golden Gala, classicissima dell’atletica leggera su suolo italiano, valida come quarta tappa della Diamond League.

Era presente il meglio della specialità, anche se la pesante assenza di Usain Bolt si è fatta risentire sull’affluenza di pubblico: il Campionissimo lo scorso anno riempì lo stadio della capitale, quest’anno si è fatta fatica a toccare quota 30000.

Deludentissima l’Italia, ormai sempre più anonima in questi contesti di altissimo livello. Si è sempre affondati tra ultimi e penultimi posto, senza nemmeno un sussulto (crono)metrico. Le uniche gioie parziali arrivano dal salto triplo, mentre gli stranieri non deludono e ci regalano cinque migliori prestazioni mondiali stagionali e soprattutto qualcosa di davvero speciale…

 

Gara stellare doveva essere e così è stato. Il salto in alto maschile non ha deluso le altissime aspettative. Per la prima volta nella storia si fronteggiavano i cinque uomini che nell’ultimo anno solare sono stati in grado di superare la fatidica quota di 2.40.

La vittoria finale è una contesa diretta tra l’ucraino Bohan Bondarenko, Campione del Mondo outdoor, e il qatariota Mutaz Essa Barshim, Campione del Mondo indoor, alla vertiginosa quota di 2.43. Entrambi ci vanno vicinissimi all’ultimo tentativo, presentano degli archi impressionanti con cui scavalcano visibilmente l’asticella, ma poi perdono qualcosa nel richiamo. La chiara sensazione è che si è davvero a un soffio dal mitico Record del Mondo di 2.45 firmato da Javier Sotomayor.

Il successo va comunque a Barshim, grazie all’eccellente 2.41 superato al primo tentativo: questa è la miglior misura di sempre saltata sul suolo italiano (reggeva ancora il 2.38 dell’86-87), eguagliata la miglior prestazione mondiale stagionale che era anche il record della Diamond League (Ukhov a Doha un mese fa, proprio per sconfiggere Barshim), nonché Record Asiatico. Sesta performance all-time, sesto atleta di sempre a spingersi così in alto all’aperto.

Secondo posto per Bondarenko grazie al 2.34 saltato al primo tentativo, terzo posto per lo statunitense Erika Kynard (2.31, poi tre nulli a 2.34). Ivan Ukhov, campione olimpico in carica e primatista stagionale, ha deluso parecchio fermandosi a un modesto 2.28 (sesta posizione), come Aleksey Dmitrik (2.24, decimo). Marco Fassinotti è 11esimo con un anonimo 2.24 al secondo tentativo (lo ha detto lui, per fortuna).

 

Justin Gatlin non ci delude e si aggiudica i 100 metri con un soddisfacente 9.91, quattro centesimi peggio del mondiale stagionale già suo, bissando il successo di sabato (quando si spinse al 9.76 ventoso). Lo statunitense parte discretamente, poi si distende bene e riesce a precedere il giamaicano Nesta Carter (10.02, stagionale in un avvio di 2014 davvero deludente a livello personale). Terzo il britannico Adam Gemili (10.07), quarto l’infinito Kim Collins (10.15). Nella serie B, Fabio Ceruti corre in 10.64 precedendo Enrico Demonte (10.70).

 

Shelly-Ann Fraser-Pryce soffre di un problema alla coscia e così si comprende la debacle di sabato sui 200m. La giamaicana fatica anche oggi e sui 100 metri si deve fermare a 11.19 (ottavo posto): super partenza, ottimi primi 50-60 metri poi si spegne gradualmente. Fa male anche l’accreditata rivale Murielle Ahoure (11.18) e così la statunitense Tori Bowie sfrutta l’occasione: vittoria in 11.05, suo personale. Seconda la giamaicana Kerron Stewart (11.08) che precede la connazionale Simone Facey (11.13). Nella serie B, Audrey Alloh corre in 11.53 e precede Gloria Hooper (al passo in 15.07).

 

Bellissima sfida sui 200 metri tra il primatista stagionale Alonso Edward e Christophe Lemaitre. Il panamense ha una miglior partenza, poi nel finale accusa la bella rimonta energica del francese che però non riesce a completarla: finisce 20.19 a 20.24. Andrew Howe ritornava ad abbracciare il Golden Gala, a tre anni dalla sua vittoria (che è l’ultima italiana in questa manifestazione): ovviamente è un altro Howe, in ripresa da tantissimi infortuni, per recuperare la forma in vista del salto in lungo: chiude al settimo posto in 20.81. Terzo posto per lo statunitense Mitchell Curtis.

 

Will Claye replica il successo di cinque giorni fa in Diamond League. Lo statunitense non vola a quelle misure (17.66), ma un buon 17.14 basta per respingere l’attacco finale del connazionale Chris Taylor (17.11 con 1,2 m/s di vento contrario). Terzo il cubano Lazaro Martinez (17.07).

Fortunatamente il salto triplo regala le uniche gioie di serata all’Italia con un ottimo Fabrizio Donato al rientro, che chiude a un soddisfacente quarto posto grazie al 16.89 messo al secondo tentativo. Buona anche la prova di Daniele Greco, settimo con 16.84: il pugliese prosegue nel suo lavoro di recupero, dopo l’infortunio di Mosca 2013 e quello patito anche questo inverno.

 

Genzebe Dibaba non si fa beffare come a Doha, su quei 3000 metri spaziali, e conquista i 5000 metri con un buon 14:34.99, miglior prestazione mondiale stagionale. Facile l’affermazione proprio sulle rivali che la scavalcarono nel finale un mese fa: l’etiope Almaz Ayana (14:37.16) e la keniota Viola Kibiwot (14:40.05). L’italiana Judit Varga ha fatto da buona lepre nella primissima parte di gara.

I 100 metri ostacoli risentono dell’assenza dell’ultimo minuto dell’australiana Sally Pearson. Trionfa la statunitense Brianna Rollins con una bella miglior prestazione mondiale stagionale da 12.53, a superare di un centesimo la connazionale Dawn Harper-Nelson che si è buttata ma non è bastata. Tripletta a stelle e strisce completata da Queen Harrison (12.61), mentre solo sesta Ali Nia (13.26). Brutta caduta per Marzia Caravelli che, dopo aver scavalcato la terza barriera, inciampa e cade fragorosamente fuori pista. Veronica Borsi è ancora in fase di rodaggio dopo l’infortunio del 2013 e chiude all’ultimo posto in 13.24.

 

Ottima miglior prestazione mondiale stagione per la cubana Yarisley Silva che si fa portare dalla sua asta alla sempre interessante quota di 4.70 (al terzo tentativo), superando così di tre centimetri il primato della Suhr.

Yarisley ha provato anche due tentativi a 4.80 ma non c’è stato niente da fare. Era rimasta in gara a quota 4.70 solo con la bella sorpresa tedesca di Lisa Ryzih (seconda grazie al 4.60 superato alla terza prova). Terza l’altra teutonica più accreditata Silke Spiegelburg (4.50). Roberta Bruni fallisce la misura d’entrata a 4.20, Sonia Malavisi chiude in decima posizione con 4.30 al primo tentativo (falliti tre tentativi a 4.40).

Miglior prestazione mondiale stagione anche per la giamaicana Kaliese Spencer che vince in assoluta scioltezza i 400 metri ostacoli con 53.97, dando oltre mezzo secondo alla statunitense Georganne Moline (54.56). Terza la britannica Eilidh Child (54.82). Ottava (penultima) Yadisleidy Pedroso, con un modestissimo 56.71 (peggio anche del 56.66 di Eugene dove fu però ostacolata): la primatista italiana (54.54 un anno fa) si spegne letteralmente sul rettilineo finale e apre così la sua carriera in Aeronautica.

 

Sui 400m LaShawn Merritt risente dell’assenza di Kirani James, suo rivale numero uno con cui a Eugene ingaggiò una battaglia testa a testa da 43.97. Lo statunitense vince agevolmente, ma si deve accontentare di 44.48, davanti a Youssef Masrahi (45.14) e allo statunitense David Verburg (45.18). Molto male Matteo Galvan, mai capace di imprimere un cambio di ritmico: ultimo in 47.12.

Sui 1500m Asbel Kiprop non rispetta il pronostico e chiude al terzo posto (3:31.89). Vittoria al keniota Silas Kiplagat (3:30.44) davanti al gibutiano Ayanleh Souleiman (3:31.19).

 

Gran bel ritorno per Barbora Spotakova dopo l’anno sabbatico per maternità. La ceca spedisce il giavellotto a 66.43, rifilando oltre tre metri allo slovena Martina Ratej (63.12, sorpresa di inizio stagione) e all’australiana Kimberley Mickle (63.05). Ultima Sara Jemai (53.20).

Il getto del peso è sempre e solo suo. Valeria Adams infila la 48esima vittoria consecutiva, conferma l’imbattibilità che dura da quattro stagioni, e con 20.01 (“troppo poco” dichiarerà la neozelandese a fine gara) sbanca di nuovo l’Olimpico davanti alla tedesca Christina Schwanitz (19.60) e alla cinese Lijiao Gong (19.17). Decima Chiara Rosa (17.07).

Scontatissima affermazione di Robert Harting che spedisce il suo disco a 68.36 al quinto lascio a disposizione. Il grande Hulk tedesco può così esultare davanti al polacco Piotr Malachowski (65.86) e al russo Viktor Butenko (64.87). Nono l’italiano Hannes Kirchler (59.51).

Non si concretizza l’atteso duello del triplo femminile. Vince la colombiana Caterine Ibarguen (14.48), già primatista stagionale, ma la dichiarata sfidante Olha Saladuha è solo quarta (14.24). Secondo posto per Yekaterina Koneva (14.42 all’ultimo agguato), terza la cubana Mabel Gay (14.38). Ultime le due italiane: Simona La Mantia (13.44) e Daria Derkach (13.15).

La keniota Eunice Sum vince gli 800m in 1:59.49 davanti alla grandissima promessa cubana Sahily Diago (2:00.01)  alla statunitense Ajee Wilson (2:00.18). Undicesima Marta Milani (2:02.82).

Sorpresa sui 3000m siepi dove scappa via il keniota Jairus Birech che riesce a sorprendere i connazionali: vittoria in 8:06.20, precedendo Paul Koech (8:10.53) e Brimin Kipruto (8:11.39). Discreta performance di Yuri Floriani che si difende in 8:26.34 (tredicesimo).

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