Badminton
Badminton, il DT Arturo Ruiz: “Gli azzurri crescono, obiettivo Rio 2016”
Da qualche mese il badminton azzurro è nelle mani di Arturo Ruiz López, trentanovenne tecnico spagnolo di Alicante con un lungo passato da giocatore: i risultati del volano tricolore appaiono in crescita mese dopo mese, sia al massimo livello sia a quello giovanile, e l’obiettivo di qualificare almeno un elemento per le Olimpiadi di Rio 2016 – come fatto nel 2008 e nel 2012 dalla nostra storica e spesso unica rappresentante Agnese Allegrini – pare davvero alla portata. Per questa ragione abbiamo voluto fare una chiacchierata con l’allenatore iberico, allo scopo di andare a fondo sui vari aspetti del movimento.
Arturo, sei in Italia ormai da settembre: com’è nata la tua collaborazione con la FIBa?
“Nell’estate scorsa avevo diverse offerte di collaborazioni da federazioni europee e sudamericane, ma nessun progetto mi convinceva pienamente. Quando venni contattato dalla FIBa, andai a Milano e rimasi letteralmente impressionato dalle strutture sportive federali; non potevo davvero rifiutare, per un tecnico è un sogno lavorare in certi ambienti. Ricevo tutto il supporto dai dirigenti FIBa a Roma e dagli altri allenatori qui a Milano; certo, mi manca la mia famiglia, che è rimasta ad Alicante, però anche quella del badminton azzurro sta diventando per me un’altra famiglia”
Ecco, appunto: com’è il “mondo” italiano del badminton? Purtroppo è uno sport che in Italia non ha grandissima tradizione ed è anche poco seguito dai mass-media..qual è la tua analisi dopo nove mesi?
“Anzitutto credo che i giocatori debbano e possano migliorare l’aspetto tecnico: l’Italia ha più giocatori rispetto alla Spagna, ma il livello degli iberici è più alto perché c’è alle spalle sin dai bambini, con obiettivi e progetti di lungo periodo. Oltretutto, con la FIBa abbiamo sviluppato il progetto Dartfish Tv, che ci permette di condividere con le società le cartelle riguardanti allenamenti e partite dei nazionali azzurri e al tempo stesso di analizzare le performance anche dei più giovani, che vengono così visionati dai tecnici federali; sono positivamente impressionato dal supporto che il CONI sta dando ad una disciplina così piccola, per cui credo che adesso il badminton azzurro si sia incamminato su una bella strada”.
In questi mesi i risultati degli atleti, in particolare dell’oriunda Jeanine Cicognini, di Rosario Maddaloni e di Giovanni Greco, sembrano migliorati: secondo te, dove possono arrivare questi ragazzi?
“Quando sono arrivato, il mio obiettivo era chiaro: qualificare ALMENO un atleta a RIo 2016. Non c’era una ragazza con un buon ranking su cui puntare e i due ragazzi veleggiavano attorno alla posizione numero 185…quindi anzitutto ho dovuto costruire una squadra che permettesse di avvicinarsi all’obiettivo, analizzando il modo di giocare degli atleti per capire dove migliorare anche attraverso un preciso piano di competizioni internazionali. Siamo sulla retta via: Giovanni, Rosario e Jeanine saranno poco oltre la top 100 a settembre, ne sono convinto. Inoltre, punto tanto sul doppio Greco-Maddaloni: fa bene a loro per migliorarsi anche in singolare, e soprattutto credo che possano rappresentare una coppia da prime 50-60 al mondo. Avevo inoltre l’obiettivo di qualificare un ragazzo per i Mondiali di agosto e Giovanni ci sarà, mentre Rosario è rimasto escluso di pochissimo; adesso voglio far qualificare tutti loro ai Giochi Olimpici Europei di Baku 2015 e almeno uno di loro a Rio”
Quanto è importante il lavoro che fanno gli sparring indonesiani Putro e Chandra?
“Il livello degli sparring è molto buono e aiutano i giocatori italiani a tenere alta l’attenzione anche in allenamento. Inoltre, ho suggerito a Wisnu Putro di affiancarmi come coach federale perché in futuro ci sarà bisogno di nuovi e qualificati allenatori”.
Anche a livello giovanile c’è un buon fermento, in particolare con i ragazzi dei club di Bolzano e Malles: pensi che qualcuno di questi possa far parte della tua nazionale nel prossimo futuro?
“Sì. Spero che sia così e uno dei miei obiettivi è garantire questo ricambio alla squadra, iniziando a lavorare a Milano con qualcuno di loro già da settembre. Una progettualità a lungo termine significa non limitarsi a pensare a Rio 2016, ma anche a quello che sarà nel 2020 e nel 2024. Nel complesso abbiamo buoni giocatori e buoni prospetti: se seguiranno tutti la stessa idea di badminton, sia in allenamento sia in partita, potranno fare strada”.
Foto: profilo FB Arturo Ruiz
Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter
marco.regazzoni@olimpiazzurra.com