Calcio

Brasile 2014, le stelle dei Mondiali: Leo Messi

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Ciò che rende Messi migliore è la sua regolarità. Non come Maradona. Al Barça, Maradona è stato meno della metà di Messi. Ha così tanti anni buoni della sua carriera che deve essere considerato il migliore in assoluto”

Gerard Piqué, uno che Messi lo conosce bene, lo ha descritto così, definendolo, senza troppi indugi, migliore di Maradona. Sarebbe questo un dibattito lunghissimo e, come tutte le questioni opinabili, senza via d’uscita: lo lasciamo volentieri ai tifosi di ogni parte del globo.
Certo, quattro Palloni d’Oro consecutivi dicono tanto, se non tutto, sulle straordinarie doti di questo fuoriclasse. Detiene record su record e le cifre della sua militanza con il Barcellona sono impressionanti: ad oggi, 243 gol in 277 partite ufficiali disputate, qualcosa di folle per uno che, tatticamente, non è nemmeno una prima punta. Se tra l’oro luccicante delle sue qualità ne vogliamo trovare una che emerge particolarmente, questa è senza dubbio il controllo di palla: potrebbe sembrare una banalità, ma come ha avuto modo di dire lo stesso Maradona “il pallone gli resta incollato al piede“.
Cosa manca dunque, a Leo Messi, per essere universalmente riconosciuto come il più grande di sempre (o perlomeno, come il più grande argentino di sempre, per non fare torto a Pelè) e porre al termine le discussioni di cui sopra? Un Mondiale con la nazionale. Sì, c’è il titolo olimpico di Pechino 2008, ma non è la stessa cosa: da sempre, i giocatori più forti, più amati, più ricordati, sono quelli che brillano nella Coppa del Mondo. Se nell’edizione 2006, non ancora diciannovenne, viene usato col contagocce riuscendo ugualmente a sfornare un gol ed un assist, quella del 2010 sarebbe dovuta essere la sua edizione, il suo Mondiale; cinque partite e zero reti, con l’Argentina sconfitta, anzi umiliata, dalla Germania nei quarti di finale e il bel sogno di Diego Armando Maradona ko sotto la pioggia di gol dei tedeschi.
Ora non ci sono più alibi. Per quanto reduce da una stagione meno esaltante del solito, Messi deve trascinare l’Argentina più in là possibile, possibilmente a quel titolo che, vinto in casa dei brasiliani, avrebbe un sapore particolarissimo. E deve così consacrarsi come il più forte.

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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