Calcio italiano, stranieri in Serie A: causa o effetto del problema?

Ogni volta che la nazionale italiana esce anticipatamente da una competizione internazionale si sente ripetere quella formula che vorrebbe nell’eccessivo numero di stranieri presenti in Serie A la radice di tutti i mali. Premesso che ogni fallimento è originato da una serie di fattori concomitanti, crediamo che la questione degli stranieri nel Campionato Italiano debba essere affrontata con la mente lucida, superando i soliti cliché.

La questione di base deve essere questa: la nazionale italiana perde perché ci sono troppi stranieri in Serie A, oppure i club sono costretti a reclutare giocatori stranieri per riparare alla scarsa qualità di quelli italiani? La risposta è certamente nel mezzo.

I NUMERI
Analizzando i dati delle squadre di Serie A, notiamo come siano le squadre della parte alta della classifica, salvo qualche eccezione, ad avere le percentuali più alte di stranieri in rosa. Inter, Napoli e Fiorentina sono le squadre con la minor percentuale di italiani, e tutte e tre navigano nella top 5 del Campionato. La Juventus, invece, ha una prevalenza di giocatori italiani, che infatti costituiscono lo zoccolo duro della Nazionale. La squadra più italiana di tutte è il Parma, seguito a ruota dal Sassuolo.

ITALIA E JUVENTUS
Nella top 10 della Serie A, la Juventus è, dopo il Parma, la squadra con più italiani. I bianconeri sono anche i più rappresentati all’interno della rosa che ha affrontato la Coppa del Mondo: una relazione deve esserci tra i risultati dell’Italia e quelli della Juventus. Le brutte figure della squadra piemontese nelle coppe europee possono essere collegate ai risultati della Nazionale? Quello che si potrebbe dedurre è che i migliori giocatori italiani siano quasi tutti concentrati nella Juventus, ma che questi non siano in grado di reggere i confronti internazionali, sebbene dominino le competizioni casalinghe.

NEL 2006…
Nel 2006 l’Italia vinse la Coppa del Mondo: allora nessuno si pose il problema degli stranieri in Serie A, che erano presenti in proporzioni molto simili a quelle attuali. Quell’anno, inoltre, a vincere lo Scudetto (anche se a tavolino) fu l’Inter, squadra che storicamente annovera nella sua rosa un folto numero di giocatori provenienti da altri Paesi. Volendo pure considerare la Juventus come miglior squadra di quel campionato, le condizioni di allora non furono comunque dissimili da quelle attuali. In una situazione uguale, se non addirittura “peggiore”, quindi, l’Italia riuscì a vincere il suo titolo.

LE ALTRE NAZIONI
Cosa accade negli altri Campionati? La verità è che attualmente tutte le squadre di tutte le principali nazioni del calcio europeo tendono ad acquistare un gran numero di giocatori all’estero. Questo toglie spazio ai giocatori di casa nel proprio campionato, ma dà anche una maggiore possibilità di emigrare all’estero ed acquisire esperienza internazionale ad altri. Un tempo si diceva che l’Italia fosse svantaggiata perché pochi giocatori militavano all’estero, ora ci si lamenta perché non possono giocare in patria.

UNA SOLUZIONE?
Non essendoci un vero problema, non c’è neanche una soluzione. L’interesse dei club è quello di avere una rosa competitiva per vincere il Campionato e ben figurare in Europa, non quello di fungere da fucina di giocatori per la Nazionale. Questa situazione è la stessa in tutto il continente, e l’Italia non fa eccezione. Se in una delle partite decisive della Coppa del Mondo Arjen Robben dovesse segnare la rete della vittoria olandese contro la Germania, i dirigenti del Bayern Monaco non cambierebbero di certo la loro politica in tema di campagna acquisti.

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giulio.chinappi@olimpiazzurra.com