Seguici su

Ciclismo

Ciclismo: Fabio Aru, nessuna fretta di diventare grande

Pubblicato

il

Il Giro d’Italia 2014 ha messo sotto gli occhi di tutti gli appasionati le qualità di Fabio Aru. Un successo di tappa a Montecampione, uno splendido secondo posto nella cronoscalata del Monte Grappa e terzo posto finale. Cosa, però, separa ancora il sardo dai big del ciclismo mondiale?

Sicuramente l’esperienza. A soli 24 anni, e alla seconda stagione da professionista, è normale che l’azzurro ancora abbia dei limiti in corse impegnative come il Giro d’Italia. Per la prima volta si è trovato ad affrontare le tre settimane di gara da capitano dopo le difficoltà di Michele Scarponi palesatesi con una caduta di fatto nella prima settimana. Da quel momento in poi Aru ha avuto sulle spalle tutta la responsabilità della squadra che poteva contare solo su di lui per cogliere il risultato pesante.

Il sardo, da quel momento in poi, è sempre cresciuto di colpi, andando come detto a lasciare il segno nella tappa di Montecampione. Due allunghi nel giro di poche centinaia di metri che hanno messo in croce le gambe di tutti gli avversari, inermi di fronte alla sua azione nei chilometri conclusivi.

La sua condotta di gara, ovviamente, presenta ancora dei limiti. Eppure sembra che il percorso intrapreso sia quello giusto per diventare un assoluto protagonista a livello mondiale nei prossimi anni. Una crescita costante che non prevede l’ossessione per la vittoria. Aru è passato prima dal ruolo di gregario lo scorso anno, ha imparato a conoscere il lavoro di Vincenzo Nibali prima di potersi giocare le sue carte, e alla grande.

Ancora manca di personalità in gruppo: mai lo abbiamo visto utilizzare la squadra per provare a fare selezione, mai lo abbiamo visto provare ad attaccare da lontano. Alla sua età questi sono comunque limiti più che leciti, e siamo sicuri che nei prossimi anni riuscirà a colmarli.

Inoltre, lo sviluppo fisico dell’atleta non è ancora completato e solo una volta che tutte le fasce muscolari saranno in qualche modo complete potrà realmente esprimersi ai massimi livelli e iniziare a lavorare in maniera più specifica sulle prove a cronometro, che ancora lo vedono leggermente deficitario. Sistemando la posizione, andando ad ottimizzare la pedalata che spesso appare scomposta, il talento azzurro potrebbe fare un ulteriore salto di qualità. Per ora, non possiamo far altro che goderci questo Fabio Aru, che non ha fretta di diventare grande. Certamente, però, l’obiettivo suo e della squadra è quello. Così come la speranza dei suoi tifosi.

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook

Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo

Clicca qui per seguirci su Twitter

gianluca.santo@olimpiazzurra.com

Foto: Pagina Facebook Giro d’Italia

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità