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Ciclismo

Giro d’Italia 2014, il pagellone: i voti ai protagonisti. (Prima parte)

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Ieri, con l’arrivo in volata di Trieste, si è conclusa la 97^ edizione del Giro d’Italia. A bocce ferme proviamo ad analizzare quanto messo in luce dai protagonisti nelle ultime 3 settimane, tra l’Irlanda e il Bel Paese. Nel pomeriggio potrete trovare la seconda parte del pagellone, con analisi su delle performance di corridori come Nairo Quintana, Enrico Battaglin ed Elia Viviani.

ARU Fabio, voto 9,5:  partiamo dal sardo, vera e propria rivelazione della corsa. Al primo grande giro corso da capitano fa capire di che pasta è fatto. Podio finale e una sensazionale vittoria in quel di Montecampione. In salita è quasi sempre tra i migliori, nonostante qualche giornata meno brillante di altre. A cronometro si difende e sul Monte Grappa rischia un bis che avrebbe avuto dello straordinario. Per quanto fatto vedere nei 21 giorni di corsa sembra un veterano, quando in realtà è ancora un ragazzo alle prime armi. Ora il processo di crescita studiato da Beppe Martinelli e dall’Astana deve proseguire in questa direzione che sembra dare ottimi frutti.

ROLLAND Pierre, voto 9: non finisce sul podio ma probabilmente l’avrebbe meritato. Dopo 2 stagioni non ealtanti torna in grande stile, mettendo la firma sulla prima partecipazione al Giro d’Italia. Non vince tappe e chiude quarto nella generale, ma in corsa è sicuramente il più attivo. Ottimo senso tattico, grazie anche alla squadra, e una buona gamba che gli consente di essere l’unico ad attaccare con costanza e regolarità nelle tappe impegnative. Promosso a pieni voti. E che sia di esempio per tanti altri nel modo di interpretare la gara.

EVANS Cadel, voto 5: tanta esperienza nei primi 10 giorni di corsa, ma quando il gioco si fa duro i nodi vengono tutti al pettine. Nella terza settimana è un calvario che lo fa precipitare dal podio fino all’ottava posizione finale. In salita non regge il confronto, mentre a crono risulta ancora tra i migliori. Il suo tempo sembra passato.

BASSO Ivan, voto 5: discorso simile per Cadel Evans. La grinta è encomiabile, come sempre, ma le gambe non rispondono. Sfodera la celebre smorfia in salita, senza però riuscire a tenere il ritmo dei migliori. Prova ad andare in fuga ed è battuto anche in questa situazione. Finito il Giro sarà tempo di fermarsi a riflettere per lui e per la Cannondale.

KELDERMAN Wilko, voto 7: il suo è un ottimo Giro, nonostante nell’ultima settimana non tenga il ritmo degli avversari. Corridore completo che negli anni potrebbe crescere e diventare un serio pretendente al successo finale in una corsa di 3 settimane date le caratteristiche. Chiude al sesto posto nella generale.

KISERLOWSKI Robert, voto 5,5: coraggioso ma sconclusionato. Le gambe non supportano la voglia di fare bene e alla fin esce una via di mezzo tra il tentativo di puntare ad una buona classifica finale e il tentativo di cogliere successi parziali. Alla fine fallisce in entrambi gli obiettivi.

ARREDONDO Julian, voto 8: messo fuori classifica dalla celebre caduta di Montecassino riesce a reinventarsi e a conquistare la maglia azzurra, oltre che una tappa. In forma già alla Liegi, ha dimostrato di essere tra i migliori in salita e nei prossimi anni potrebbe diventare un cliente scomodissimo in ottica podio in una corsa come il Giro d’Italia.

ULISSI Diego, voto 8,5: finalmente il Diego Ulissi che aspettavamo. Dopo una primavera anonima alle classiche delle Ardenne il talento toscano esplode al Giro. Due vittorie di tappa, una più bella dell’altra, che lo sospingono tra i migliori della corsa. Ottime le risposte in salita, anche se per ora il punto forte resta lo spunto in volate di 15-20 corridori. Ora importante mantenere questo trend e iniziare a raccogliere i frutti anche al di fuori del territorio nazionale.

PIRAZZI Stefano, voto 7,5: meno intraprendente rispetto ad altre edizioni del Giro, ma finalmente ha colto il primo successo della carriera. Meno attacchi scriteriati, ma più ragionati ed efficienti. Julian Arredondo è fuori portata nella lotta alla maglia azzurra, e nell’ultima settimana di corsa desiste da questo tentativo per provare a vincere una tappa. Missione compiuta.

BOUHANNI Nacer, voto 8,5: dopo il prematuro abbandono di Marcel Kittel diventa lui il velocista di riferimento. Vince 3 tappe, facendosi però beffare dagli avversari nell’ultima. Questa corsa rosa lo proietta nell’elite della volata mondiale, anche se la difficile convivenza con il connazionale Arnaud Demare potrebbe costringerlo presto a cambiare strada. Tante squadre vorrebbero un corridore scaltro e veloce come quello visto durante questo Giro.

Per tanti, tantissime altre analisi vi rimandiamo alla seconda parte del pagellone che uscirà questo pomeriggio, ancora più ricca di nomi.

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gianluca.santo@olimpiazzurra.com

Foto: Pagina Facebook Giro d’Italia

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