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Golf, Italia Molinari-dipendente. Manassero sempre più anonimo, ma…

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Francesco Molinari stecca e nessun italiano riesce ad entrare nelle posizioni nobili della classifica. Il Nordea Masters, insomma, svela quanto l’Italia attualmente dipenda dalle prestazioni del minore dei due fratelli, il migliore per distacco nell’ultimo mese e grande speranza azzurra per l’imminente U.S. Open, in programma la prossima settimana.

Nonostante l’ottima condizione evidenziata negli scorsi tornei, però, anche Chicco ha fatto cilecca in Svezia, non per delle lacune nel gioco ma per un clamoroso blackout alla buca 18 del primo round. Lì, di fatto, si è deciso il torneo di Francesco, finito tre volte consecutive in acqua con lo stesso colpo e riuscito nell’impresa di far segnare un 10 su un Par 5. Il torneo, a quel punto, era inevitabilmente compromesso e la naturale conseguenza non poteva che essere il mancato superamento del taglio. Difficile ipotizzare quale seguito avrebbe avuto il suo torneo senza quei clamorosi errori, ma era lecito attendersi un’ulteriore dimostrazione del talento del 33enne due volte partecipante alla Ryder Cup. Proprio la sfida Europa-USA resta ancora un obiettivo ampiamente nelle corde del torinese che, se dovesse continuare con questo ritmo, potrebbe aspirare anche ad una wild card nel caso non dovesse raggiungere la convocazione attraverso l’ordine di merito europeo e i punti conquistati nel ranking mondiale. Lo U.S. Open, in questo senso, sarà un altro snodo cruciale per le ambizioni di Molinari.

In assenza di Francesco, a brillare maggiormente è stato il fratello Edoardo, che ha ricordato a tifosi ed appassionati di golf come il suo recupero proceda ottimamente, seppur con qualche alto e basso evidenziato anche a Malmö. Il 18° posto lascia ben sperare per un’estate maggiormente ricca di soddisfazioni per Dodo, a patto di acquisire continuità in tutti gli aspetti del gioco.
Matteo Manassero, invece, resta inchiodato sugli standard mostrati nelle ultime settimane e conquista l’ennesimo piazzamento a metà classifica decisamente poco consono alle sue qualità. L’impressione, inoltre, è che il veronese, nel percorso di miglioramento del drive, abbia perso un po’ di incisività con il gioco corto, da sempre il suo pezzo pregiato. Il 21enne di Negrar, però, è in genere poco incline a chinare la testa di fronte alle difficoltà, forte anche di una solidità mentale poco comune per la sua età, che fa auspicare un veloce ritorno sui palcoscenici più importanti.

 

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

Foto: Federgolf

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