Seguici su

Calcio

Mondiali Brasile 2014, Italia: tre promossi e troppi bocciati. Ripartire da Verratti, addio Cassano

Pubblicato

il

Pochissimi promossi e troppi bocciati. L’Italia si lecca le ferite dopo il flop mondiale e l’eliminazione in seguito al ko con l’Uruguay (1-0) e, senza più un presidente federale ed un ct, fa la conta di una fallimentare esperienza brasiliana.

 

PROMOSSI

Marco Verratti: il migliore, anche per quanto può garantire in futuro. Preciso con l’Inghilterra, quando riesce a gestire al meglio l’emozione del debutto, inspiegabilmente assente con la Costa Rica e maestoso con l’Uruguay. Ha 22 anni ma gioca con la personalità di un fuoriclasse: si deve ripartire per forza da lui.

Salvatore Sirigu: disputa un match solo e risulta uno dei più positivi, soprattutto perché chiamato in causa poche ore prima del fischio d’inizio a causa dell’infortunio di Buffon. Anche lui potrebbe trovare un posto da titolare nell’immediato futuro.

Andrea Barzagli: provvidenziale in un intervento con l’Inghilterra, che avrebbe potuto regalare il vantaggio agli anglosassoni e rendere ancor più amaro il nostro Mondiale, attento con la Costa Rica (è Chiellini che perde Ruiz) e stoico con l’Uruguay. Prova a fermare in ogni maniera Suarez e Cavani, seppur evidentemente limitato dalla tendinite, e si arrende solo al 95′.

 

BOCCIATI

Cesare Prandelli: inizia con una chiara idea di gioco, la porta avanti (male) contro la Maginot della Costa Rica e cambia prima del match decisivo. Il primo tempo andrebbe anche bene, ma il ct rovina tutto nei secondi quarantacinque minuti. E distrugge quanto di buono dimostrato nel quadriennio post Lippi bis: 5-4-1 che regala campo ad un Uruguay affamato di successo, senza un contropiedista puro (Cerci e Immobile hanno giocato così tutto l’anno al Torino, perché mettere Parolo all’intervallo?) e con un Cassano palesemente fuori forma, nonché inutile per agire di rimessa. Subisce (meritatamente) il gol di Godin e non può fare nulla per ribaltare il risultato.

Giorgio Chiellini: disastroso a sinistra contro l’Inghilterra, colpevole nel gol della Costa Rica e nervoso contro la Celeste. Dal centrale bianconero ci si aspettava il Mondiale della maturità, ma forse è arrivato in Brasile scarico mentalmente. E senza di lui la difesa balla.

Gabriel Paletta: una sola presenza che potrebbe anche essere l’ultima in azzurro. Contro l’Inghilterra è il peggiore in campo, e infatti poi non vede più il rettangolo verde per la successive due sfide. Tanto brillante contro la Spagna in amichevole a marzo, quanto imbarazzante al Mondiale. Il treno è passato.

Mattia De Sciglio: sempre il solito problema, la personalità. Sono entrambi del 1992, ma tra lui e Verratti c’è un abisso: mai un affondo, mai un uomo puntato, mai un cross. Fa il compitino, ma a volte non basta. Serve osare nel calcio, soprattutto in momenti delicati. Altrimenti si rimane ignavi a vita.

Thiago Motta: con l’Inghilterra addormenta la partita e conserva il 2-1, contro la Costa Rica è il peggiore nel primo tempo degli azzurri e la sua presenza contro l’Uruguay è francamente inspiegabile anche per i suoi più grandi estimatori. Ha classe, ma forse non è adatto a questa Nazionale.

Antonio Cassano: vince il ballottaggio con un Rossi fuori condizione, ma non si dimostra il dodicesimo uomo per cui è stato chiamato. Impalpabile contro la Costa Rica (ed era entrato per ribaltare il risultato), assolutamente fuori posizione e fuori partita contro l’Uruguay. Si è fatto tanto per farlo tornare in azzurro, ma non ha lasciato il segno. Difficilmente in futuro avrà altre occasioni: è passato il suo tempo, anche se aumentano i rimpianti per un talento cristallino mai definitivamente esploso. Per il suo fisico, comunque, il caldo del Brasile era il posto peggiore.

Ciro Immobile: gioca solo con l’Uruguay a furor di popolo, ma tocca mezzo pallone in novantacinque minuti e non si rende quasi mai pericoloso. Il titolo di capocannoniere non basta per avere il posto fisso in azzurro, soprattutto (ma questa non è colpa sua) se si esordisce in una partita ufficiale da dentro o fuori al fianco di un compagno mai sperimentato prima.

 

Le pagelle agli azzurri:

Buffon 6.5 Sirigu 7 Perin sv

Chiellini 5.5 Barzagli 6.5 Bonucci 5.5 Darmian 6 De Sciglio 5 Paletta 5 Abate 5.5

Verratti 7 Pirlo 6 Marchisio 6 Candreva 6 Thiago Motta 5 De Rossi 6 Parolo 5.5 Aquilani sv

Balotelli 6 Immobile 5.5 Insigne 5.5 Cerci 5.5 Cassano 5

Prandelli 5

 

La guida completa dei Mondiali

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook

Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo

Clicca qui per seguirci su Twitter

 

francesco.caligaris@olimpiazzurra.com

Twitter: @FCaligaris

Foto da: foto profilo Twitter FourFourTwo

1 Commento

1 Commento

  1. Luca46

    25 Giugno 2014 at 15:49

    Non sono daccordo sulle critiche a De Sciglio. Non doveva essere lui il salvatore della patria. Ha fatto il giusto in una situazione non facile. Ne a quella su Chiellini e Paletta vittime della confusione di Prandelli. Paletta entrato in nazionale all’ultimo secondo non andava schierato titolare nella partita inaugurale del mondiale. E’ stato mandato al massacro. Così come Chiellini non andava messo in fascia oltretutto tenendolo alto. Chiellini merita la sufficienza per l’abdnegazione. Con l’Uruguay si è messo a fare anche l’attacante.

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità