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Mondiali Brasile 2014: uno psicologo aveva previsto il morso di Suarez

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Luis Suárez ha colpito ancora una volta: di nuovo un morso ad un avversario, di nuovo sulla spalla. Come nel 2012, quando morse il difensore serbo del Chelsea Branislav Ivanović e come nel 2010, quando in Ajax-Psv Eindhoven rifilò lo stesso trattamento al centrocampista Otman Bakkal.

A prevederlo non sono stati solamente alcuni scommettitori norvegesi, ma anche uno psicologo dello sport, Thomas Fawcett, che in seguito all’episodio di Liverpool-Chelsea rilasciò un’intervista alla BBC, nella quale affermò che il giocatore uruguaiano avrebbe nuovamente morso un avversario nel futuro prossimo. “Penso che nei prossimi cinque anni, in occasione di uno stress nervoso simile, Suárez reagirebbe nello stesso modo“, aveva dichiarato.

Secondo il professor Fawcett, il fatto di mordere è qualcosa di istintivo che si trova in alcuni esseri umani, e che difficilmente può essere modificato: “Per mordere la tua vittima devi andargli molto vicino, ma in questo caso potrebbe colpirti. In questo caso in genere si preferisce sferrare un pugno“, ha spiegato. In pratica, laddove altri giocatori reagiscono con pugni e gomitate, l’attaccante del Liverpool ha questa tendenza a mordere l’avversario. “Non è qualcosa di pianificato, è una risposta molto spontanea ed emozionale. Lo fa per impulso“, ha aggiunto Fawcett.

All’epoca dell’incidente con Ivanović, fioccarono i paragoni con altri morsi celebri del mondo dello sport, a partire da quello di Mike Tyson. Al giocatore fu anche offerta la possibilità di seguire delle sedute terapeutiche, ma rifiutò. Secondo il dottor Fawcett, tra l’altro, non avrebbero potuto sortire grandi effetti.

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Immagine: Goal Photos (Twitter)

giulio.chinappi@olimpiazzurra.com

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