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Basket
Basket, caso Hackett: domani il verdetto sul ricorso del giocatore
Ancora poche ore (la Commissione Giudicante Nazionale si riunirà domani alle 11:30 presso gli uffici federali ndr) e Daniel Hackett saprà se dovrà realmente star fermo fino ad aprile dopo la squalifica comminatagli lo scorso 24 luglio, a causa del suo improvviso ed immotivato abbandono del ritiro della Nazionale a detta della Fip.
Il ricorso è stata presentato in base all’articolo 76, comma 4, del Regolamento Esecutivo Gare per la parte del provvedimento che ha sancito 5 mesi di inibizione a carico dell’atleta in base all’articolo 42 sexies del Regolamento di Giustizia Sportiva.
Dopo lo sfogo del play italo-americano e la parziale retromarcia, Hackett è stato scaricato dai suoi compagni di nazionale che attraverso una lettera hanno stigmatizzato il suo comportamento ed oggi anche il presidente federale Petrucci, intervistato da Sky, ha ribadito: “La vicenda per me è chiara. Qui non si tratta di essere con Hackett o con la Nazionale: qui si tratta di fare rispettare le regole, le leggi, il buonsenso. Gli azzurri hanno fatto un documento che io sul piano pratico e morale condivido. Cosa hanno detto i giocatorì? Che la Nazionale è una cosa seria, che si viene in Nazionale volentieri, che nessuno è obbligato a venire se dichiara di non poter partecipare. Questi giocatori -ha continuato il presidente Petrucci all’emittente satellitare – è un mese che stanno lavorando, che stanno sacrificandosi sapendo che non è per un Olimpiade, ma una Qualificazione all’Europeo e quindi se lo fanno, lo fanno perché tengono alla maglia azzurra. Io non sono contro Hackett, con Daniel vorrei avere un rapporto sereno, tranquillo”.
Insomma una situazione ingarbugliata: “Gli Azzurri, in più, nella lettera di ieri -ha aggiunto il presidente Petrucci- hanno fatto una cosa straordinaria: hanno difeso dei professionisti, dei medici, dei primari della Nazionale e delle società. Faccio un passo indietro: cosa avevamo detto nel nostro comunicato? Che Hackett secondo i medici della Nazionale e dell’Olimpia Milano poteva venire in Nazionale ed allenarsi, ovviamente con i ritmi che i medici ritevano opportuno per la sua condizione fisica. Hackett non vuol stare a queste regole? Ne prendiamo atto, la norma della Federazione è pesante, l’ho pure detto, ma si conosceva prima, non l’ho fatta io, però siamo tenuti a farla rispettare”.
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Gianluigi.noviello@olimpiazzurra.com