Beach Volley
Beach volley. Italia, perché non vinci più?
Che quella in corso potesse essere una stagione anomala per il beach volley italiano si sapeva fin da quando sul calendario il campionato europeo in casa (prima a Roma, poi spostato a Cagliari) era stato fissato ad inizio giugno. Un appuntamento che non si può snobbare e che ha portato i risultati sperati: una medaglia, un quinto posto e altri piazzamenti di buon livello.
Il “post-europeo”, però, si sta allungando pericolosamente, con contraccolpi sempre più pesanti per il movimento, senza dimenticare che ad aprile 2015 iniziano le qualificazioni olimpiche soprattutto attraverso il World Tour e difendere un buon ranking è sempre più difficile che rimontare posizioni. Di questo passo, però, con il contingente azzurro fuori sistematicamente dai tornei del Grand Slam (che sono ovviamente quelli che assegnano più punti) al venerdì, il rischio che altre coppie italiane (oltre agli Ingrosso e Gioria/Giombini, ormai abbonati al girone infernale delle qualificazioni che precede il torneo) debba passare attraverso le qualifiche si fa minaccioso. E anche Lupo/Nicolai, immuni da questo rischio, stanno attraversando un periodo di appannamento inatteso soprattutto nelle dimensioni.
Fisico e testa sono state le armi in più che hanno permesso ai due fuoriclasse azzurri di riscrivere la storia del beach nostrano tra maggio e giugno. Il muro e la potenza atletica di Nicolai, la difesa ma anche la qualità e l’intelligenza tattica in attacco di un Lupo a cui gli avversari davano la caccia in ricezione, unite ad un’efficacia diffusa al servizio, sono stati i punti di forza del tandem italiano nelle tre vittorie ottenute (con il record di 21 successi a fila). L’equilibrio però è la caratteristica del nuovo beach volley. Si può vincere con i più forti ma si rischia di perdere con avversari che arrivano dalle qualifiche e conoscono perfettamente (perché lo studio accurato dell’avversario sta diventando quasi un’ossessione di chi gioca e allena il beach) le tue qualità perché oggi sono tanti quelli che giocano bene a beach volley, il livellamento è verso l’alto con soluzioni tattiche sempre nuove anche nell’arco dello stesso torneo. Ecco, forse proprio dal punto di vista tattico Lupo e Nicolai stanno pagando pegno. Il sistema di gioco che tanto ha pagato ad inizio stagione non funziona più e non c’è pronta un’alternativa valida che possa mettere in difficoltà non solo le coppie “top” che nel frattempo sono inevitabilmente cresciute (quelle delle Americhe in particolare) ma anche quelle di medio livello, a volte anche di basso (che così basso non è) che rischiano tanto in battuta, trovano la soluzione giusta per evitare i muri di Nicolai e sono già molto avanti con i lavori per mettere in difficoltà i nostri. Vincere, poi, aiuta a vincere e la mente in questa fase, caratterizzata da tante sconfitte, non è proprio sgombra di nubi.
Nubi che si addensano nei pensieri di gran parte degli altri componenti del continente azzurro. Restando nel maschile Tomatis e Ranghieri non erano diventati fenomeni da podio costante nel finale della scorsa stagione ma non sono certo la coppia che si può accontentare di stazionare tra il 17. e il 25. posto di questi mesi. I problemi fisici di inizio stagione, qui, hanno giocato un ruolo importante: hanno bruciato le tappe per farsi trovare pronti a Cagliari e poi il contraccolpo è stato forte. Hanno giocato grandi partite nel Grand Slam, ottenuto vittorie esaltanti ma quasi sempre, nel momento decisivo (anche nel corso di un singolo match) sono venuti a mancare. L’impressione è tuttora che sia una coppia dalle grandi potenzialità ma che le manchi qualcosa per esprimerle fino in fondo. A volte, in questi casi, basta una scintilla per accendere il fuoco.
La stessa scintilla che non è ancora scoccata per Marta Menegatti e Viktoria Orsi Toth. L’exploit dello scorso anno e i promettenti risultati di inizio stagione per ora sono rimasti tali ma non è ancora il momento dei bilanci. Il “work in progress” deve portare questa che è la coppia di punta del movimento italiano attuale a qualificarsi per Rio attraverso il ranking e l’impresa non sarà semplice. Tutto quello che sembrava semplice lo scorso anno si è complicato in questa stagione. La crescita verticale non c’è stata e il livello del gioco della coppia azzurra non decolla come si sperava. Colpa soprattutto delle basse percentuali offensive e di un servizio ancora troppo poco efficace. Si può crescere e lavorare sulle soluzioni d’attacco e sulla velocità di esecuzione di certi colpi. Il cammino assieme di Marta e Vicky è appena all’inizio e le speranze di rivedere il tricolore sventolare durante una premiazione non mancano.