Beach Volley

Beach volley. Tutti gli intrecci della settimana più pazza dell’anno

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Il beach volley è gioia, fatica, sudore, amicizia, divertimento e a volte anche dolore ma la sabbia, quando c’è di mezzo un pallone e una rete, spesso sa scrivere storie bellissime, divertenti, toccanti, comiche che restano nella mente di chi le ha vissute per tutta la vita. Nella settimana di mezza estate, quella che forse ha condotto noi italiani verso l’estate vera, se ne sono intrecciate tante di queste storie, che, da spettatori attenti, è bello poter raccontare.

La sabbia, un pallone, una rete, qualche capanna e poco altro attorno. E’ questo che per tutto il periodo di preparazione ad un appuntamento importante come un campionato mondiale hanno visto Renaud Manlohan Noutchozoun e Jean Eudes Houenagnon, Arouna Adama e Odette Tohe Lacoussan, tutti sedicenni, partiti lunedì da Cotonou in Benin per rappresentare il loro paese al Mondiale under 17 di beach volley ad Acapulco. Il Benin è uno degli stati più poveri al mondo, ancora poco battuto dai turisti ma con una storia affascinante e gloriosa in particolare tra il 1600 e il 1800. In Benin lo sfruttamento del lavoro minorile, l’abbandono dei piccoli nelle foreste per via delle credenze sui piccoli stregoni, la compravendita di bambini che spesso si trasforma in vera e propria schiavitù è purtroppo anche oggi all’ordine del giorno. Pensare che quattro ragazzi in età adolescenziale abbiano la possibilità di praticare la pallavolo sulla sabbia, di qualificarsi per un Mondiale e di parteciparvi dall’altra parte del mondo è un raggio di luce nel buio di un paese che vuole accelerare e recuperare il tempo perduto a testa bassa. Percorso difficile ma non impossibile. Poco importa se i ragazzi del Benin sono arrivati all’ultimo momento ad Acapulco e sono stati  inseriti nelle rispettive pool per il rotto della cuffia. L’importante è che abbiano giocato e perso, nettamente ma con fierezza, contro gli avversari di turno, provandoci sempre e racimolando tra i maschi 27 punti in quattro partite (una media di quasi 7 punti a gara) e tra le femmine 38 punti complessivi. Ognuno di quei punti ne valeva mille di qualsiasi altra coppia.

Per alleggerire l’atmosfera basta tornare a casa Italia dove l’uomo della settimana si chiama Enrico Rossi. Signor nessuno, o quasi, nel beach, fino a sabato scorso. Si è permesso il lusso di vincere domenica a Ostia, con il conterraneo romagnolo Caminati, una tappa del campionato italiano alla prima partecipazione nel main draw, ha ricevuto una telefonata dal ct azzurro Paulao e due ore dopo era a Roma in partenza per The Hague dove ha sostituito l’acciaccato Paolo Ingrosso nelle qualifiche del Grand Slam olandese e nella partita decisiva per entrare nel main draw ha battuto assieme a Matteo Ingrosso nientemeno che il campione olimpico di Pechino Todd Rogers. Qualcuno deve aver pensato che era troppo e gli ha appioppato un virus intestinale che non gli ha permesso di portare a termine nessuna delle tre partite del girone. L’impressione, però, è che sentiremo ancora parlare del “signor Rossi”, mal di stomaco permettendo.

Facendo un salto fuori confine, ma solo un salto, c’è una storia di cui anche i muri (ma soprattutto gli avvocati) parlano: il famigerato “caso Cicolari” ma stavolta Greta ha fatto parlare di sé non per ricorsi o tweet al veleno ma perché ha indossato il due pezzi e, in occasione della presentazione della nuova Smart a Berlino, è tornata ad annusare il profumo del grande beach giocando un informale “lui e lei” da sogno con tre grandi “ex”, parola che la Cicolari neanche vuole sentire pronunciare. Assieme a lei Julius Brink, campione olimpico di Londra 2012, Dall’altra parte della rete Sara Goller, campionessa europea nel 2008 e Jonas Reckermann compagno di Brink nella cavalcata d’oro londinese. La vittoria, l’abbraccio con Brink che l’avvicina e le dice “E’ sempre stato il mio sogno farmi squalificare ma non ci sono mai riuscito!” E giù tutti a ridere mentre novembre si avvicina…

E si avvicina anche la nuova stagione agonistica indoor ma la sabbia è un’attrazione troppo forte per chi ci è cresciuto e considera l’inverno solo un lungo periodo di allontanamento dal suo habitat naturale. Fra questi c’è anche coach Marcello Abbondanza, che lo scorso anno ha alzato la coppa Cev con il Fenerbahce al femminile ma che, dopo l’ultimo pallone caduto a terra nel campionato turco, era già nella “sua” Cesenatico ad allenarsi e ad allenare campionesse del presente e del futuro (tra cui Guiggi e Costagrande, tanto per fare due nomi). Allenare, sulla sabbia, non basta però. Il gusto di una palla recuperata mentre ci si scrollano di dosso migliaia di granelli è unico e quindi eccolo, coach abbondanza, sulla spiaggia di San Teodoro assieme all’amico di sempre Thomas Casali, allenatore, dirigente federale e organizzatore dei prossimi Europei Under 20 a Cesenatico, scendere in campo ieri nelle qualificazioni della quarta tappa del campionato italiano. E’ arrivata una sconfitta ma poco importa, ci sono Rossi, Caminati e Casadei a tenere alto il nome di Cesenatico. Una partita così, tirata, anche senza il lieto fine, ricarica le batterie per tutta la prossima stagione indoor, un piacevole passatempo in attesa di quella che conta davvero, quella del beach volley.

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