Ciclismo

Ciclismo femminile: brilla la stella di Elisa Longo Borghini

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Adesso. Mi ritrovo a guardare la mia cicatrice sulla pancia. E’ lì tranquilla, quasi bianca. “Elisa, sei proprio una persona fortunata”. E stavolta mi rendo conto che è vero. Lo sono. Potevo aprirmi veramente in due ma Qualcuno ha deciso che mi sarei tagliata, ma fino ad un certo punto. Quel che basta per mettermi alla prova e per farmi affrontare una situazione difficile, che non è un esame all’Università o staccarsi in salita. Per farmi crescere. Per comprendere cos’è davvero soffrire, che non è il male alle gambe in una cronometro. Per accettare la sconfitta ed interpretarla come un momento di riflessione sui propri sbagli, come un nuovo inizio e non un punto morto al quale si è arrivati. Per farmi capire quanto sia davvero fortunata a vivere come vivo, a fare quello che faccio, ad avere quello che ho“.

La forza vera di Elisa Longo Borghini sta tutta lì, in quelle parole scritte di recente sul suo blog che ricordano quando accaduto un anno fa: una caduta, brutta e rovinosa, sull’asfalto bagnato della Valcuvia mentre andava a caccia del titolo nazionale; il violento impatto col guard-rail,  uno squarcio sulla pancia, l’ospedale, la stagione compromessa…ma non del tutto, perché con una tenacia senza eguali Elisa ritornò e fu protagonista ai Mondiali di Firenze, coronati dalla bellissima medaglia di Rossella Ratto.

Una ragazza che ha superato una paura del genere può superare tutto. E la classe 1991 del Verbano-Cusio-Ossola, erede di una famiglia dove lo sport è vita, ha così ripreso la sua marcia verso i grandi successi; perché Elisa ha un talento enorme, lo si sa ormai da anni, dai successi nelle categorie giovanili al bronzo mondiale non ancora ventunenne, sino all’acuto nel Trofeo Binda di Coppa del Mondo all’inizio del 2013. E quell’incidente, per quanto grave, non poteva tarparle le ali. Così Elisa è tornata su. Senza squilli di tromba, senza proclami perché non è nel suo stile, dimostrando un’umiltà con rari eguali in ogni intervista e in ogni momento pubblico, come anche in quel post poc’anzi citato: ma con tanta convinzione, tanta grinta, tanta determinazione.

Forse, sino a qualche settimana fa non era troppo contenta della sua stagione: grandissimi piazzamenti in Francia e in Belgio, soprattutto nelle grandi classiche (terza alla Freccia Vallone, quarta al Fiandre, sesta sempre a Cittiglio), ma mancava tuttavia la gioia di un successo, il momento più agognato di ogni atleta, tanto più difficile da ottenere se non si è una velocista: e la piemontese, in questo, è un po’ come Nibali, una campionessa completa che però non ha nello spunto veloce il proprio punto di forza. Allora ecco la cronometro: il titolo nazionale prima, il prologo al Tour de Bretagne poi, prima di un’altra tappa vinta in solitaria e della classifica finale nella corsa francese. Nel mezzo, un Giro Rosa regolare, ad altissimo livello, con un successo di tappa sfiorato e un piazzamento al quinto posto che le vale la maglia blu di migliore italiana. Elisa c’è. Ha carburato, ha ripreso il filo con la vittoria, è pronta ad un grande finale di stagione, in linea col suo altrettanto grande talento.

Foto: Facebook Elisa Longo Borghini/Karl Lima

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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