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Ciclismo: la Francia è pronta per tornare a vincere il Tour

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L’anno prossimo ricorreranno i trent’anni dall’ultima vittoria francese alla Grande Boucle, quella di Bernard Hinault, che nel 1985 conquistò il suo quinto Tour. Certo, nel 1989 le cose sarebbero potute andare diversamente, con il compianto Laurent Fignon che fu battuto per soli otto secondi dallo statunitense Greg Lemond, ma resta comunque un lasso di tempo enorme per un Paese che organizza la corsa più importante del mondo e che vanta ben trentasei vittorie, il doppio del Belgio, secondo per numero di successi.

Dallo scandalo Festina del 1998, la Francia ha trascorso quindici Tour de France senza vedere i propri atleti salire sul podio, fino all’eccezionale edizione di quest’anno, con Jean-Christophe Péraud e Thibaut Pinot ad accompagnare Vincenzo Nibali nella premiazione degli Champs Élysées. In questi anni bui del ciclismo francese, molti affermarono che la Francia non avrebbe potuto più vincere ad alti livelli fino all’estirpazione della piaga doping, proprio per i provvedimenti molto seri che furono presi nel Paese del Tour dopo “l’affaire Festina”, mentre altrove si continuava a far finta di nulla, come si è poi venuto a sapere con qualche anno di ritardo.

Sta di fatto che ad oggi la Francia può sognare in grande grazie alla sua nuova generazione di talentuosi ciclisti, e nei prossimi anni potremmo tornare a vedere un padrone di casa trionfare sotto l’Arco di Trionfo. Ma chi sarà il primo francese a vincere il Tour dopo Hinault nel 1985? Proviamo a vedere i principali candidati.

THIBAUT PINOT
Pro: il ventiquattrenne della FdJ.fr è in piena ascesa e viene dalla conquista del podio finale e della maglia bianca. Al momento sembra il favorito numero uno per rompere il digiuno francese al Tour, soprattutto se continuerà a progredire a cronometro come ha già fatto quest’anno. Risolti i problemi psicologici in discesa, Pinot ha sempre meno punti deboli, mentre il suo punto forte resta ovviamente la salita.
Contro: se vuole aspirare ad essere un vero leader, Pinot dovrà cambiare squadra, oppure dovrà imporre una ristrutturazione alla Fdj.fr, al momento troppo presa dagli sprinter Arnaud Démare e Nacer Bouhanni per garantirgli otto uomini al suo servizio.

ROMAIN BARDET
Pro: anche Bardet si è migliorato molto a cronometro quest’anno, ed oramai ha acquisito l’esperienza di correre un Grande Giro da protagonista, cosa che fino ad ora non aveva ancora fatto, al contrario di Pinot. L’Ag2r è una squadra di scalatori che può garantirgli tutti gli strumenti necessari per fare il salto di qualità.
Contro: coetaneo di Pinot, Bardet sembra al momento leggermente indietro rispetto all’amico-rivale. Il podio di Jean-Christophe Péraud, inoltre, potrebbe costringerlo a ritagliarsi ancora per un anno un ruolo da secondo capitano. Da vedere anche quale sarà il futuro di Carlos Betancur, altro pezzo grosso della Ag2r.

JEAN-CHRISTOPHE PÉRAUD
Pro: al momento è il più completo degli uomini di classifica tra i francesi. Dotato di grande resistenza in salita, l’ex biker eccelle sia in salita che a cronometro, come ha dimostrato nella penultima tappa del Tour nonostante una foratura. Anche per lui, l’arma del collettivo non è da sottovalutare:
Contro: il trentasettenne sembra aver raggiunto proprio quest’anno l’apice della sua carriera su strada, ed ogni anno che passerà diventerà più difficile rieditare questo exploit. Dopo questo grande risultato potrebbe decidere di mettersi al servizio del giovane Bardet.

PIERRE ROLLAND
Pro: lo scalatore della Europcar ha oramai l’esperienza e la maturità necessaria per cercare il grande risultato. Per via della sua mole, maggiore rispetto agli altri uomini da salite, le ascese mediamente più dolci del Tour potrebbero favorirlo rispetto a quelle del Giro d’Italia.
Contro: Rolland ha dimostrato in più occasioni di essere negato per le prove contro il tempo, se vorrà puntare in alto dovrà fare un grande lavoro per colmare questa lacuna.

WARREN BARGUIL
Pro: giovanissimo, Barguil si è messo in evidenza alla Vuelta 2013, vincendo due delle tappe più dure. Lo scalatore classe 1991 ha tutte le qualità necessarie per brillare in salita.
Contro: sebbene siano in molti a puntare su di lui, nulla potrà essere detto fino a quando non vestirà per la prima volta i gradi di capitano in un Grande Giro. Vincere una tappa e vincere un Tour non è la stessa cosa.

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Immagine: Thibaut Pinot  (pagina Facebook)

giulio.chinappi@olimpiazzurra.com

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