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Golf, Open Championship: i fratelli Molinari e Manassero per sorprendere

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Tra la perfida Albione e il golf italiano, storicamente, sono intercorsi sempre buoni rapporti. Basti pensare all’impresa sfiorata da Costantino Rocca nel 1995 proprio all’Open Championship, alle vittorie dello stesso Rocca e di Manassero a Wentworth, a quelle di Edoardo Molinari nello Scottish Open e nello Johnnie Walker Championship o agli ottimi risultati nel Major più antico del mondo di Francesco Molinari. Una solida tradizione insomma, che i fratelli Molinari e Matteo Manassero vorranno confermare anche al Royal Liverpool.

Chicco Molinari dovrà riscattare la magra figura rimediata durante il primo assaggio di link allo Scottish Open, concluso con l’eliminazione al taglio. Il torinese, inoltre, appare meno brillante rispetto alle precedenti settimane, come ha testimoniato anche la scialba prestazione al Golf National dell’Open di Francia, torneo in cui ci ha abituato a raccogliere ben altri risultati. Tuttavia, la sua raffinata tecnica nel gioco lungo e la sua regolarità nel corso delle 18 buche potrebbero essere un fattore rilevante, in particolare se dovesse alzarsi il vento (atteso, ma solo per una-due giornate). Di fatto, per l’attuale n°1 del golf italiano potrebbe essere meno complicato replicare lo splendido 9° posto dello scorso anno con un campo in condizioni difficili, come quello di Muirfield del 2013, vuoi per una minore tendenza ad incidere quando Chicco è chiamato ad attaccare, anche a causa di un putt a volte difettoso.

Paradossalmente, ad aver svolto un migliore percorso di avvicinamento al Major è Matteo Manassero, a cui si era spenta la luce fino a due settimane fa. All’Open di Francia, però, il veronese ha lanciato timidi segnali di risveglio, che sono diventati tali soltanto pochi giorni fa ad Aberdeen, quando Manny è tornato a brillare come non gli succedeva da tanti, troppi mesi. Un quarto posto conquistato nel momento probabilmente più importante dell’anno, a ridosso dell’Open e con gli importanti tornei americani di agosto all’orizzonte. Dopo tanto peregrinare, Matteo sembra essere uscito dalle sabbie mobili, raccogliendo i frutti di un lavoro iniziato in una primavera passata a perfezionarsi e a porre le basi per un futuro radioso, da top player qual è. Il 13° posto del 2009, quando era ancora un dilettante, sembra molto meno lontano di quanto si possa pensare: per Manny è tempo di maturare definitivamente, anche nei Major.

Non volerà ad Hoylake soltanto per godersi il momento Edoardo Molinari, che riassapora l’ebbrezza di un torneo dello Slam dopo due anni e mezzo di buio, trascorsi tra sale operatorie, riabilitazione ed un lento ma progressivo percorso di crescita, sfociato nel secondo posto all’Irish Open, con cui ha staccato il pass per l’Open per eccellenza. L’ultima apparizione in un Major di Dodo risale al 2012, oltretutto al Masters, dove nel 2011 raccolse il miglior risultato nei quattro tornei più importanti al mondo, un 11° posto. Difficile, se non impossibile, migliorare quel mirabile piazzamento, sia per l’agguerrita concorrenza che per il periodo di forma non propriamente brillante sopraggiunto in seguito al torneo irlandese, caratterizzato da due tagli ed un 35° posto. L’obiettivo principale potrebbe essere il superamento del taglio, qualunque cosa verrà dopo andrà bene.

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

Foto: La voce del golf

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