Golf
Golf, Ryder Cup calling: Francesco Molinari, una wild card per la storia?
Il prossimo 31 agosto, con la conclusione dell’Open d’Italia, Paul McGinley avrà senz’altro le idee chiare. A Torino andrà in scena l’ultimo atto valido per gli speciali ordini di merito della 40esima Ryder Cup, che decreteranno nove dei dodici giocatori europei chiamati a difendere il titolo conquistato due anni fa, con il Miracolo di Medinah. Difficilmente Francesco Molinari riuscirà a conquistarsi un posto attraverso i due ranking, a meno di ribaltoni (improbabili, a dir la verità) nel prossimo mese, ma l’azzurro può ancora sognare la terza apparizione consecutiva nell’infuocata sfida tra Europa-USA. E creerà, probabilmente, più di un dilemma al capitano irlandese prima che la matassa venga sciolta.
Per assicurarsi un posto al sole, senza dover penare in attesa di una wild card, Chicco dovrebbe quantomeno vincere uno tra il Bridgestone Invitational (uno dei quattro WGC) e il PGA Championship, l’ultimo Major. Dovrebbe, insomma, riscrivere la storia per l’ennesima volta. Un’impresa apparentemente non alla portata, mentre più realistico sarebbe prevedere una continuità di piazzamenti tra Stati Uniti e l’Italian Open, a cui Francesco punta naturalmente alla vittoria, dopo la delusione dello scorso anno. Continuare la striscia positiva iniziata con l’Open Championship, infatti, rappresenterebbe una seria ipoteca su una delle due wild card. Si noti bene: i posti assegnati da McGinley, in teoria, sarebbero tre, ma uno slot parrebbe inevitabilmente destinato ad essere ricoperto da Ian Poulter, nel caso l’inglese non dovesse qualificarsi automaticamente. Salvo sorprese, dunque, la lotta sarebbe limitata a soli due posti vacanti e riguarderebbe, oltre a Molinari, almeno altri quattro fuoriclasse: Stephen Gallacher, Graeme McDowell, Miguel Angel Jimenez e Joost Luiten. I più accreditati, insieme al torinese, sembrerebbero i primi due, vuoi per la grande regolarità e qualità dimostrata dallo scozzese, vuoi per la storia del nord-irlandese nella Ryder, soprattutto nei singoli. Sono un gradino sotto, invece, l’evergreen spagnolo e l’emergente olandese, meno competitivi nell’ultimo periodo, sebbene siano davanti all’italiano nell’ordine di merito per quanto riguarda l’European Tour. Jimenez, oltretutto, è un passo avanti anche nella graduatoria che tiene conto dei punti del ranking mondiale, ma i veri rivali di Chicco, anche nella testa di McGinley, sembrano McDowell e Gallacher.
A favore di Francesco depongono soprattutto l’esperienza accumulata nel corso delle due edizioni giocate, in cui ha vissuto praticamente di tutto, dalla vittoria in volata del 2010 al Celtic Manor alla rimonta impossibile nel 2012 a Medinah. Certo, il suo record non è dei migliori, in quanto non ha ottenuto ancora nessuna vittoria in cinque match (0 vittorie, 2 pareggi, 3 sconfitte), ma l’aver giocato due singoli su due contro Tiger Woods non è stato propriamente d’aiuto per il torinese (e nemmeno aver giocato in coppia con un Lee Westwood tutt’altro che in forma). McGinley darà senz’altro peso ai risultati finora (non) ottenuti da Molinari, ma il curriculum di Chicco parla chiaro: un giocatore di tale affidabilità ed in grado di garantire un gioco regolare e solido anche in contesti thriller non può essere trascurabile. Basterà? Il 2 settembre, giorno dell’ufficializzazione delle wild card, l’ardua sentenza…
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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com
Foto: Federgolf
zosimo
27 Luglio 2014 at 18:01
Io non dimenticherei Lee Westwood, mentre Luiten salvo miracoli lo vedo già out.