Calcio
Mondiali Brasile 2014: Argentina-Belgio, la chiave è a centrocampo
Lionel Messi e Angel Di Maria da un lato, Eden Hazard e Dries Mertens dall’altro. Argentina-Belgio è questo e tanto ancora, soprattutto se i due attaccanti centrali – Gonzalo Higuain e Romelu Lukaku – si ricorderanno delle proprie immense qualità per far male alle difese avversarie. In palio c’è la semifinale contro la vincente tra Olanda e Costa Rica, l’albiceleste vuole continuare a sognare con la Pulce nei panni di Maradona ’86 e i Diavoli Rossi vogliono confermarsi sorpresa della manifestazione.
Cammino praticamente identico per le due selezioni: nove punti nel girone, ma senza brillare. L’Argentina di Sabella è stata salvata sempre dal genio di Messi, decisamente su livelli più alti di quelli mostrati quest’anno con la maglia del Barcellona. Un gol contro la Bosnia all’esordio, la prodezza con l’Iran al 91′ per l’1-0 finale e la doppietta con la Nigeria. Il quattro volte Pallone d’Oro non è andato poi in rete contro la Svizzera agli ottavi, ma ha sbattuto più volte su un super Benaglio prima di servire il pallone decisivo a Di Maria al 117′. Supplementari anche per il Belgio, che dopo aver sconfitto Algeria (2-1 in rimonta, provvidenziale Mertens), Russia (Origi all’88’) e Corea del Sud (1-0), ha faticato contro i mai domi Usa passando per 2-1 solo dopo l’extra-time. In gol De Bruyne e Lukaku, al primo squillo di un Mondiale fino a quel momento sottotono. E le parate di Courtois nei minuti finali hanno blindato il punteggio.
Ora si ricomincia da zero. Novanta minuti, con lo specchio supplementari e – perché no – rigori che aleggia insieme al caldo e all’umidità brasiliana. L’Argentina è stata salvata dal palo di Dzemaili al 121′ negli ottavi e sembra godere di una buona aurea nella strada che porta alla finale: tutto passa ora nei piedi di Messi e compagni, chiamati a migliorare la fase difensiva e soprattutto ad alzare i ritmi in un centrocampo che ha sofferto l’intensità della Svizzera. E’ qui che il Belgio può far male, per evitare gli uno-contro-uno di Messi e Di Maria contro terzini tutt’altro che esperti (sono tutti difensori centrali adattati da Wilmots) e scatenare poi la velocità delle proprie stelle in attacco. Equilibrio massimo, Argentina forse favorita dall’esperienza: si prevede grande spettacolo. Rio de Janeiro è dietro l’angolo.
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