Calcio

Mondiali Brasile 2014: il Maracanà, la casa del calcio

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Qualche giorno fa, Alessandro Del Piero, commentando una partita dei Mondiali brasiliani per Sky, aveva letteralmente i brividi dall’emozione per essere finalmente entrato nel Maracanà, il tempio del calcio. Lui, Del Piero, un ragazzo che ha giocato ovunque e vinto tutto, capite? Evidentemente, quello stadio deve essere qualcosa di unico, di inimmaginabile per chi non ha il privilegio di entrarci.

La ristrutturazione avvenuta poco prima della Confederations Cup 2013, così come l’intitolazione a Mário Filho risalente agli anni Sessanta, non ne ha mutato bellezza e fascino: è il fascino della storia, un po’ amara e drammatica (come nel Maracanazo del 1950), un po’ dolce e trionfale (qui Pelé realizzò ad esempio il gol numero 1000 della sua carriera). 76.804 la capienza attuale, 165.000 teorica ma 200.000 effettiva ai tempi del Mondiale 1950: forse nulla più delle dimensioni rende l’idea della grandezza del Maracanà.

Domani la finale andrà in scena in questo teatro, dove tutto il Brasile si aspettava di poter giocare per sfatare quel drammatica mito di 64 anni fa, per vendicare quella generazione sconfitta, per urlare al mondo la propria superiorità: non sarà così, perché la Coppa verrà alzata dalla Germania o dall’Argentina. Eppure, il fascino del Maracanà resterà tale, immutato e immutabile nei secoli: tra due anni, poi, in occasione delle Olimpiadi di Rio de Janeiro sentiremo ancora parlare di lui.

foto: Wikipedia

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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