Calcio

Mondiali Brasile 2014: il tabù coppa per Messi e il non paragone con Maradona

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Siamo all’ultimo minuto dei tempi supplementari della finale tra Germania ed Argentina e l’arbitro italiano Rizzoli ha appena fischiato un calcio di punizione a favore dei sudamericani. Sul pallone ovviamente va Messi ed è l’ultima occasione per cambiare le sorti di un match già scritto e portarlo ai calci di rigore. La sfera finisce alta e con lei anche i sogni di tutti gli argentini e soprattutto del loro numero dieci, che ha assaporato di alzare al cielo, proprio in Brasile, la Coppa del Mondo.

La Coppa del Mondo resta dunque ancora un tabù per la Pulce, anche se rispetto al Sudafrica il campione del Barcellona ha fatto molto meglio, non solo in termini di reti (quattro contro zero), ma anche per il gioco mostrato e per aver trascinato, anche se solo a sprazzi la sua squadra fino all’ultimo atto. Alla fine, ingiustamente, è stato votato anche miglior giocatore della manifestazione e probabilmente gli stessi uomini della FIFA non hanno fatto un favore al numero dieci argentino, che ha dovuto sopportare le critiche di molti addetti ai lavori per una decisione che ha fatto particolarmente discutere.

Nel girone di qualificazione ha segnato quattro gol, decidendo da solo le sfide con Bosnia ed Iran e segnando poi una doppietta contro la Nigeria nel terzo successo argentino. Nelle partite ad eliminazione diretta, tralasciando la finale, non ha inciso particolarmente, uscendo spesso dal gioco e restando in disparte per gran parte della partita. Certo dai suoi piedi nasce l’azione del gol di Di Maria contro la Svizzera, che probabilmente ha cambiato il Mondiale dell’Argentina, ma per il resto poco o altro.
In finale contro la Germania ha regalato alcune perle, come l’assist per il gol divorato da Palacio, ha sprecato una grande occasione con un diagonale di sinistro e solamente uno strepitoso intervento di Boateng lo ha privato della gioia dell’1-0. Ovvio che da uno come lui ti aspetti sempre la giocata vincente, il colpo del campione, che invece non è arrivato, ma la prestazione contro la Germania è stata più che sufficiente.

Al fischio finale molti detrattori della Pulce avranno pensato: “Altro che Maradona, come Diego non c’è nessuno”. Inutile fare paragoni tra due giocatori che comunque hanno scritto la storia del calcio e che hanno vissuto in due epoche calcistiche completamente diverse. Diego probabilmente era molto più leader di Messi e le vittorie con il Napoli e con la sua Argentina (non di certo due squadroni imbattibili) ne sono la dimostrazione, ma Leo dalla sua ha un numero di reti impressionante e una bacheca di trofei ricchissima. Inoltre i due giocano anche in due ruoli abbastanza diversi, soprattutto nei club, perchè Messi è sicuramente più attaccante di Maradona e gioca molto più vicino alla porta ed anche per questo è sbagliato e ingiusto il paragone.

Adesso si tornerà al solito calcio e alla vicende della Liga e della Champions League e attenderemo altri quattro anni per vedere se Messi riuscirà finalmente a raggiungere Maradona e a superarlo definitivamente nella scala dei grandi del pallone.

 

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andrea.ziglio@olimpiazzurra.com

Foto da pagina twitter goal photos

 

 

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