Calcio
Mondiali Brasile 2014: la finale, sinonimo di equilibrio
Una semifinale terminata 7-1 per la squadra ospite ha sconvolto ogni certezza, ogni appiglio logico: tuttavia, almeno l’ultimo atto di un Campionato del Mondo di calcio è da sempre simbolo di equilibrio e, al di là dello strapotere teutonico emerso a Belo Horizonte, la sfida tra Germania e Argentina potrebbe comunque essere molto equilibrata.
O almeno, la storia ci dice che in finale le goleade sono piuttosto rare e si segna poco. Certo, la Francia che a St.Denis schianta il Brasile 3-0 nel 1998 piuttosto che l’Italia umiliata 4-1 da Pelé e compagni nel 1970 (e ingenerosamente fischiata al rientro in patria, nonostante la straordinaria vittoria sulla Germania Ovest) costituiscono importanti eccezioni. Tuttavia, sono altrettanto vivi i ricordi di uno Spagna-Olanda 2010 decisa solamente ai supplementari, dei magici rigori berlinesi che ci fecero esultare contro la Francia, dei drammatici rigori statunitensi che invece premiarono il Brasile o del penalty nei tempi regolamentari con cui Andy Brehme piegò l’Argentina a Italia 90 (eh già, era proprio Germania-Argentina, come anche nel 1986).
Del resto la stessa Germania che ha fatto polpette dei verdeoro, solo pochi giorni prima viveva le pene dell’inferno per piegare la non tecnicissima Algeria; è proprio questa imprevedibilità a rendere il calcio e più in generale lo sport qualcosa di estremamente affascinante. Chi l’ha detto, dunque, che sarà una finale scontata?
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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com