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Open Championship: McIlroy prova la fuga, gli italiani soffrono ma Chicco Molinari resta terzo!

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Qualche buca per trovare il giusto ritmo e la quadratura del cerchio, poi un paio di violente accelerazione ed una fuga verso il titolo apparentemente ben avviata. Rory McIlroy non incappa nella sua classica crisi del venerdì nell’Open Championship, nonostante un inizio poco convincente, anzi. Il nord-irlandese mette a referto un pesante -6 (66) su un Royal Liverpool che alza solo in parte le proprie difese e stacca nettamente i diretti avversari, volando a -12 (132 – 66 66). La potenza con il drive e la regolarità nel raggiungere il green con i ferri stanno scavando il solco al momento decisivo per McIlroy, alla ricerca di un Major che manca dal 2012 e mai così vicino.

I tre moschettieri italiani, dopo la partenza stellare di ieri, fanno fatica a più riprese ed il solo Francesco Molinari si mantiene al terzo posto in classifica, grazie ad un ottimo round in -2 (70), con qualche rimpianto però per un punteggio che poteva essere più basso. In particolare, stona il doppio bogey alla 8, scaturito da un tee shot sparato malamente oltre un fuori limite, a cui è inoltre seguito subito un bogey alla 9. Il torinese, che in precedenza aveva messo a referto tre birdie ed un bogey, riesce ugualmente risalire la china e non subire il colpo, piazzando altri tre birdie per un totale di -6 (138 – 68 70). Tutto in rimonta, invece, il giro di Edoardo Molinari, dopo dieci buche a +3 di giornata. Un tris di birdie tra la 12 e la 14 gli consentono di ritornare nella Top 10, ma il bogey finale lo costringe al +1 (73) e lo rispedisce in 14esima posizione a -3 (141 – 68 73). Va peggio a Matteo Manassero, scivolato dalla seconda alla 19esima posizione a -2 (142 – 67 75). Eppure, il veronese sembrava essere partito con il piglio giusto, sebbene abbia concluso le prime nove uno sopra al Par. Nella seconda parte di gara, però, Manny dilapida quanto costruito ieri con un altro e con un fatale doppio bogey, prima di un birdie parzialmente riparatore per un giro comunque negativo, in 75 (+3).

McIlroy ha distanziato di quattro colpi il primo inseguitore, uno splendido Dustin Johnson, salito in cattedra con il miglior round di giornata e, finora, del torneo. Lo statunitense firma un eccezionale -7 (65), addirittura senza bogey e caratterizzato da sette birdie. Un giro perfetto per la seconda posizione in solitaria a -8 (136 – 71 65), con cui stacca di due colpi il già citato Chicco Molinari e altri cinque giocatori a -6, tra cui gli americani Ryan Moore (70 68) e Rickie Fowler (69 69), i sudafricani Louis Oosthuizen (71 67) e Charl Schwartzel (70 68) e lo spagnolo Sergio Garcia (68 70). Chiudono la Top 10 un altro sudafricano, George Coetzee, e lo statunitense Jim Furyk, noni con -5 (139).

Giornata difficile per il n°1 al mondo, l’australiano Adam Scott (+1), scivolato al 15° posto con -3, mentre l’idolo di casa Justin Rose (-2) sale in 19esima posizione con -2. Reazione per il nord-irlandese Graeme McDowell (-3) e 25esima posizione con -1 e per il detentore del titolo, Phil Mickelson (-2), 30° pari al Par. Medesimo score anche per i connazionali Jason Dufner (+2) e Matt Kuchar (-1). Resta a +1 il tedesco Martin Kaymer (Par) in 43esima posizione, vi si arrampica l’argentino Angel Cabrera con un gran -3 e vi scivola, invece, lo svedese Henrik Stenson con un round in +1.

Inizia male e finisce peggio, questa volta, Tiger Woods, disastroso con 77 (+5). Il fuoriclasse americano incappa in un doppio bogey e in un bogey nelle prime due buche, a cui seguono quattordici Par piuttosto anonimi. La 17esima buca, però, è da film horror: triplo bogey e taglio momentaneamente (e clamorosamente) mancato, prima di un salvifico birdie alla 18 con cui la Tigre si guadagna il diritto di giocare nel weekend (146 – 69 77, +2). Si salvano per il rotto della cuffia anche gli statunitensi Jordan Spieth e Zach Johnson, l’australiano Jason Day e l’inglese Luke Donald, tutti autori (meno che Spieth) di un birdie alla 18 per risollevarsi.

Vengono eliminati, invece, due dei beniamini del pubblico, Lee Westwood (71 76) e Ian Poulter (73 74) e l’americano Bubba Watson (76 72), vincitore del Masters, non oltre il +3 (147).

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

Foto: Wikimedia Commons

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