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Pallanuoto, Europei 2014: grande bronzo, ma in futuro il Settebello aspira a molto di più

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Si è concluso con la squadra (e Sandro Campagna) a festeggiare nell’acqua clorata della piscina dell’Isola Margherita di Budapest l’Europeo 2014 per il Settebello. L’Italia ieri ha conquistato una splendida medaglia di bronzo, che ci fa tornare su un podio internazionale dopo la delusione di Barcellona 2013 (dove comunque era arrivato un discreto quarto posto). Il nostro ct in questa stagione ha dimostrato davvero di essere il più forte al mondo: in un anno senza competizioni mondiali (o Olimpiadi) ha deciso di lasciare a casa, per dare un po’ di pausa, gente che in nazionale ha dato tutto e vinto tutto, Felugo e Presciutti, facendo debuttare giovani talenti come Di Fulvio, Velotto e Fondelli che nelle giovanili avevano fatto intravedere la loro classe. Scelta azzeccatissima che ha dato nuova linfa a questo movimento che è da sempre uno dei migliori nel Bel Paese. Sia Campagna che la FIN si erano espressi su  questo Europeo, dicendo che fosse solo un passaggio verso il grande obiettivo che è Rio, non sappiamo se stessero bluffando, ma questa nazionale ha sorpreso tutti, entrando già nell’élite mondiale.

In vista delle Olimpiadi brasiliane del 2016 quindi non possiamo che avere grandi aspettative. In questa competizione continentale abbiamo visto molto: la squadra è già affiatatissima, nonostante i ragazzi si conoscano da meno di un anno, le giocate, soprattutto tra i molti recchelini presenti, sono perfette, ma anche gli altri giocatori hanno molta affinità tra loro. In porta un totem come Stefano Tempesti all’età di 35 anni ha confermato di essere il primo al mondo nel suo ruolo, averlo in forma a Rio (molto probabilmente la sua ultima Olimpiade) vorrà dire molto. Unica nota leggermente stonata sono gli schemi con l’uomo in più: l’Italia non è riuscita a sfruttare al meglio tutte le opportunità avute in superiorità numerica, ma c’è ancora tempo per migliorare. Un Settebello che ha giocato alla pari contro qualunque avversario, anche con l’Ungheria campione del mondo (la sconfitta è arrivata a 50” dalla fine), non può che farci dormire sonni tranquilli vista l’età media così bassa. Ci chiediamo dove possa arrivare questa squadra in un evento preparato al meglio e con tutti i giocatori al massimo della forma. Aspettiamo due anni (magari anche uno, nel 2015 ci sono i Mondiali di Kazan) e lo sapremo.

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gianluca.bruno@olimpiazzurra.com

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