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Tour de France 2014: andiamo a Parigi, Vincenzo!

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Per l’Italia, per il ciclismo italiano, per lo sport italiano. Per la sua squadra, la sua famiglia, i suoi amici. Per quel “sogno che incomincia da bambino e che ti porta sempre più lontano” (cit. Bennato-Nannini). Per la terra siciliana appunto lasciata in giovane età per inseguire quel sogno, quella vocazione, quella passione. Per Mastromarco, il paesino pistoiese dove è cresciuto ciclisticamente. Per Lugano, su quel lago meraviglioso al confine tra Svizzera e Italia dove vive oggi, uomo e campione maturo. Soprattutto, per se stesso, per Vincenzo Nibali.

Per tutto questo ha fatto quel gesto, oggi, centrato il poker di tappe e ipotecato il Tour de France 2014: si è indicato il cuore, lo ha fatto ripetutamente, con calma, tanto dietro di lui c’era solo terra bruciata, sofferenza, mal di gambe, acido lattico, distacco. Vincenzo Nibali è cuore: non per questo non ha razionalità o intelligenza tattica, anzi, ma la sua parte emozionale e passionale, la sua parte che viene dal cuore, è quello che l’ha portato a vincere oggi. O a vincere a Chamrousse, qualche giorno fa, perché già allora non ce n’era il bisogno, poteva controllare e basta, amministrare l’ampio margine sui rivali. Lo ha fatto non per bulimia, per stravincere, per umiliare qualcuno: ma semplicemente per dimostrare di essere il più forte, per avere un vantaggio tale da mettersi al riparo da un qualunque “ah, ma se c’era mister X il Tour era suo”. Chissenefrega, gli altri non c’erano per sfortuna o per demerito, Nibali è straordinariamente e meritatamente in testa e ora si tratta solo di portare la bicicletta fino a Parigi, senza più montagne.

Da italiani, da appassionati di sport e di ciclismo, da tifosi di Vincenzo Nibali, perché non si può non tifare questo ragazzo che indossa la maglia gialla sopra a quella Tricolore di campione d’Italia, godiamoci questi giorni, godiamoci questa cavalcata trionfale. C’è una volata domani, una cronometro sabato nella quale non è nemmeno da escludere un ulteriore incremento del vantaggio, c’è la passerella finale dei Campi Elisi domenica. Andiamo a Parigi, andiamo a Parigi con Vincenzo, fisicamente o simbolicamente, facciamoci trasportare dall’atmosfera magica di quella città e celebriamo uno dei più grandi campioni della storia del nostro sport. 

Foto: profilo Twitter Tour de France

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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