Ciclismo

Tour de France 2014, il pagellone finale: Nibali da 10 e lode, grande Italia!

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Dopo tre settimane intensissime e piene di emozioni per noi, tifosi italiani, si è concluso, con la consueta passerella sugli Champs Elysees, il 101mo Tour de France. Vincenzo Nibali ci ha fatto gioire, con 19 giorni in Maglia Gialla, quattro successi di tappa e il successo finale sul podio di Parigi, ma anche gli altri 16 azzurri impegnati nella Grande Boucle non sono stati da meno. Spettacolari anche i successi dei big stranieri. Andiamo a vedere il pagellone finale.

Vincenzo Nibali, voto 10 e lode: 16 anni dopo Marco Pantani, un azzurro torna sul gradino più alto del podio a Parigi. Lo Squalo dello Stretto lo fa nel modo migliore, con un Tour da vero dominatore. Il secondo giorno a Sheffield si mette già in mostra, con tappa e maglia conquistati, ma questo è solo un assaggio: il meglio deve ancora venire. Nella tappa di Arenberg, con il pavé, compie un vero capolavoro, staccando nettamente tutti i rivali di classifica. Contador e Froome si autoeliminano e il gioco per Nibali diventa troppo facile: Vosgi, Alpi e Pirenei, in controllo e all’attacco, con altri tre successi di tappa. Il secondo in classifica a fine Tour, Peraud, è staccato di quasi 8′: non ce n’è per nessuno.

Movimento ciclistico italiano, voto 8: e meno male che eravamo in crisi. Non c’è solo uno strepitoso Nibali a rendere questo Tour de France tricolore. Sono solo 17 gli azzurri che partono da Leeds, ma quasi tutti i giorni siamo protagonisti e spesso anche alla grande. Matteo Trentin (voto 8 per lui) si va a prendere il secondo successo di tappa al Tour a Nancy dopo quello di Lione dell’anno prima: una volata stupenda con la quale batte uno dei velocisti più forti al mondo, Sagan, per far capire all’Omega che lui non è solo un gregario di lusso. Alessandro De Marchi (8 anche per il friulano) è il corridore più combattivo della Grande Boucle, un riconoscimento importantissimo per il Rosso di Buja che per 5 volte centra la fuga giusta, ma purtroppo deve accontentarsi solo di un quinto posto. Il successo arriverà, ma per questo 2014 ci accontentiamo del suo cuore e del suo coraggio. Giovanni Visconti (voto 7,5) riesce ad agguantare la convocazione della Movistar all’ultimo secondo e non disputa un Tour da anonimo gregari0, anzi, a Risoul rischia il colpaccio, ma purtroppo ha trovato un Majka troppo forte a contendergli il successo. Alla grande anche tutti i gregari: ne citiamo alcuni fondamentali come Vanotti, Scarponi, Tosatto, mentre Bennati e Montaguti oltre che in appoggio ai capitani, sono riusciti a conquistare anche piazzamenti in top-10.

Movimento ciclistico francese, voto 7,5: così come gli azzurri, anche i transalpini alla vigilia del Tour, e già da due decenni, sono annunciati come nazione in grave crisi. Questo per i padroni di casa però è l’anno del riscatto: era dal ’97, anno del podio di Richard Virenque, i francesi non salivano sul podio finale. In questo 2014, sfruttando anche le defaillance altrui, riescono a portarne addirittura due di corridori a Parigi nelle prime tre posizioni: Jean Christophe Peraud e Thibaut Pinot (voto 8 ad entrambi). Il primo è un ex biker, medagliato all’Olimpiade di Pechino 2008, che a 36 anni va a prendersi anche quest’altra grandissima gioia. Il più giovane Pinot, della FDJ, era stato sempre annunciato come possibile fenomeno, ma nel 2013 aveva deluso le aspettative: quest’anno invece oltre al podio arriva anche la Maglia Bianca e la consapevolezza di poter lottare anche per il successo finale in futuro. Giovanissimo anche Romain Bardet, sesto alla fine, con un’ultima settimana in netto calo: nei prossimi anni potrà far sognare i tifosi transalpini. I successi di tappa però sono arrivati con due fughe: a Gerardmer strepitosa l’azione di Blel Kadri, mentre a Oyonnax Tony Gallopin (già protagonista vestendo la Maglia Gialla il giorno della festa nazionale francese) beffa il gruppo con un grande attacco da finisseur.

Tony Martin, voto 8: il carro armato tedesco colpisce ancora, quest’anno per ben due volte. Trovare un difetto al fenomenale tedesco è un’impresa: a Mulhouse si fa 170 km di fuga, scatta in salita lasciando sul posto De Marchi e negli ultimi 50 km, in avanscoperta in solitaria, nessuno riesce a recuperargli neppure un secondo. Il giorno dopo, non contento, va di nuovo in fuga, trascinando con sé il compagno di squadra Kwiatkowski e tirando per oltre 100 chilometri. La cronometro di sabato era noto fosse fatta su misura per il teutonico e lui, da campione del mondo delle prove contro il tempo, non ha deluso: 54km volati a quasi 49 km/h di media infliggendo distacchi abissali su tutti gli altri.

Saxo-Tinkoff, voto 8: un Tour iniziato malissimo, ma concluso alla grande. Alla decima tappa, una brutta caduta tira fuori Contador dalla lotta per la Maglia Gialla e da lì parte una Grande Boucle nuova per la squadra russa, votata all’attacco. Rafal Majka (voto 9) e Michael Rogers (voto 8) sono i grandi protagonisti: il primo va a prendersi due tappe di montagna, dimostrando doti di grandissimo scalatore (nonostante non volesse partire per questo Tour causa post-Giro), e la maglia a Pois, mentre l’australiano dopo le due tappe vinte al Giro d’Italia, a Bagners de Luchon regola la fuga e arriva a braccia alzate.

Ramunas Navardauskas, Andrè Greipel e Lars Boom, voto 8: tre successi di tappa, con azioni diverse, in frazioni tutt’altro che simili, ma il lituano, il tedesco e l’olandese resteranno per sempre nella storia di questo Tour 2014.

Alejandro Valverde, voto 5,5: il murciano aveva l’occasione giusta per coronare al meglio una comunque splendida carriera. Il podio al Tour è sempre mancato allo spagnolo e continuerà a non essere nel suo palmares: con Froome e Contador out, lui doveva essere il primo antagonista di Nibali, invece in montagna delude e a cronometro paga, chiudendo quarto.

Marcel Kittel, voto 9: il tedesco della Argos-Shimano si conferma il velocista più forte al mondo. Quando mette sulla strada quel mix di esplosività e potenza non ce n’è davvero per nessuno. Partito fortissimo, con una prima settimana condita da tre successi e una Maglia Gialla, ha patito molto le montagne, ma ieri, nell’ultima tappa, è andato a riprendersi il suo scettro.

Alexander Kristoff, voto 8,5: se Kittel è il velocista più forte, il norvegese della Katusha si è confermato sprinter atipico più performante con i due bellissimi successi di tappa che vanno a impreziosire una stagione già molto ricca grazie alla vittoria della Milano-Sanremo. Bisognerà stare molto attenti a lui a Ponferrada.

Peter Sagan, voto 7: ha le potenzialità e la classe per essere il più forte al mondo nell’80% delle tappe (gli mancano solo quelle di montagna), ma spesso con una gestione di corsa rivedibile getta tutto al vento. I piazzamenti sono infiniti, ma inutili, se non per la Maglia Verde che comunque è un grande successo (e visto come l’ha vinta…). Manca la vittoria per poter ambire ad un voto più alto, ci riproverà l’anno prossimo.

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Foto: Twitter Tour de France

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