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Ciclismo

Tour de France 2014: il ruggito del Gorilla tedesco

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Un campione conosce un solo linguaggio: quello della vittoria. Tuttavia, è perfettamente consapevole di come, alla prima occasione fallita, una quantità di critiche direttamente proporzionale alla propria fama piovono sul suo capo.

Per André Greipel non devono essere stati facili i giorni scorsi. Di spazio per velocisti ce n’era tanto, ben tre giornate: e con Cavendish subito out, sembrava il trentaduenne di Rostock il vero anti-Kittel, in un duello tutto tedesco. Le carte in regola c’erano tutte, da un’ottima forma suggellata dalla conferma del titolo di campione nazionale (dopo già 11 altri successi, dall’Australia al Qatar, dall’Oman al Belgio) sino ad una squadra, la Lotto-Belisol, pensata equamente per lui e per Jurgen Van den Broeck come uomo di classifica. E la stessa Lotto lavorava, macinava chilometri al vento, riprendeva le fughe e costruiva treni: l’ultimo vagone, però, mancava sempre; Greipel è stato 18° ad Harrogate, 23° a Londra e 6° a Lille, Una delusione tirava l’altra, la fiducia probabilmente veniva meno, le critiche certamente non mancavano.

Eppure Greipel ha reagito, da campione appunto: oggi non ha spremuto i suoi ragazzi, ha lasciato ad altre formazioni l’onere di fare la corsa. Ma al momento opportuno, ha tirato fuori la grinta, la tecnica, la classe, centrando di tutta potenza – se lo chiamano il Gorilla un motivo ci sarà – il sesto successo in carriera al Tour de France, oltre a due al Giro, quattro alla Vuelta e decine di altre corse. Bentornato, Gorilla.

Foto: pagina FB Le Tour de France

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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