Ciclismo

Tour de France 2014: la sicurezza della maglia gialla

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Basta poco. Uno scatto, anzi due. Il primo per levarsi di ruota Valverde e Pinot, il secondo per salutare König e il redivivo Majka. Così Vincenzo Nibali ha voluto onorare al meglio la maglia gialla, perché per onorarla e difenderla non c’è modo migliore di attaccare. E di vincere.

Vincenzo Nibali ha vinto nella prima tappa alpina, in un giorno speciale, simbolicamente, per il ciclismo italiano: cento anni fa nasceva Gino Bartali, diciannove anni fa, proprio sulle strade di Francia, finiva la propria corsa Fabio Casartelli, e sicuramente lo Squalo avrà pensato ad entrambi durante la sua azione in solitaria. Una dimostrazione di superiorità netta, schiacciante, mirata forse anche a rispondere a quelli che “sì, sei maglia gialla, ma se ci fossero stati Froome e Contador…

Vincenzo Nibali è maglia gialla da quando questo Tour è incominciato, praticamente. Non ha mai avuto mezzo secondo di sbandamento, anche solo di dubbio; ha corso con una tattica impeccabile, perché anche oggi, certo, avrebbe potuto limitarsi a difendere…ma mancano ancora talmente tante montagne che è bene guadagnare fin quando si può, perché la giornata storta o l’imprevisto capitano a chiunque, anche ai grandi campioni.

Vincenzo Nibali ha corso semplicemente con la sicurezza di chi veste il simbolo del primato, nel giorno in cui si consuma la follia tattica di un Valverde che spreme la squadra sino all’ultima stilla di energia, ma non ha poi la forza né per scattare immediatamente, né per reagire all’azione del siciliano, sorvolando sullo scattino finale per distanziare il generoso Pinot. Nibali vince, Nibali domina: Nibali ha davanti a sé ancora tantissima strada, non certo in discesa, ma il sogno giallo è ogni giorno più luminoso. 

Foto: pagina FB Tour de France

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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