Ciclismo
Tour de France 2014: Nibali nel mito, il più completo del Nuovo Millennio
Sorridi Vincenzo, Parigi ti aspetta. I Campi Elisi sono pronti ad accogliere e celebrare il nuovo sovrano in giallo. 16 anni dopo l’indimenticato ed indimenticabile Marco Pantani, sotto la Torre Eiffel tornerà finalmente a sventolare in alto il Tricolore.
Non poteva esserci vincitore più degno. Lo Squalo dello Stretto ha dominato la Grande Boucle dall’inizio alla fine, lasciando solo le briciole agli avversari. Il Tour, in pratica, era già vinto dopo la quinta tappa. Ad Arenberg il 29enne siciliano realizzò l’impresa più grande della sua carriera, riscoprendosi eccellente uomo da pavé (tanto che nei prossimi anni il Giro delle Fiandre o la stessa Parigi-Roubaix potrebbero diventare degli obiettivi concreti) ed infliggendo agli avversari distacchi talmente ampi da risultare incolmabili nelle successive frazioni di montagna, dove oltretutto l’azzurro ha denotato una condizione formidabile. Il discorso vale per lo stesso Alberto Contador, già oltre i 2 minuti e mezzo dopo quella tappa: lo spagnolo non avrebbe potuto azzerare un simile divario, non al cospetto del Nibali migliore di sempre. Questo per rispondere ai soliti scettici, spesso solo occasionali spettatori del ciclismo, che insinuano come il siciliano non avrebbe avuto vita facile al cospetto di Froome e Contador. Ha vinto semplicemente il più forte. Anzi, nel Tour de France più vario e interessante degli anni recenti, con un percorso che di volta in volta proponeva differenti difficoltà (cote da Liegi, pavé, arrivi in salita, discese tecniche, etc.), ha vinto un corridore vero, di gran lunga il più completo del Nuovo Millennio. Un fuoriclasse che ha vinto tutti e tre i Grandi Giri, diventando il sesto ‘eletto’ a riuscire nell’impresa dopo Anquetil, Gimondi, Merckx, Hinault e Contador, ma in grado di partire sempre da favorito o quasi anche nelle corse di un giorno, dalle Classiche Monumento come Liegi-Bastogne-Liegi e Giro di Lombardia, fino ai Mondiali. Nibali partecipa per vincere a tutte le competizioni cui prende parte e, comunque vada, le interpreta sempre all’attacco. Capita di non vincere, ma è questo l’atteggiamento che piace alla gente e che lo rende così amato.
Con la vittoria del Tour de France, Nibali fa il suo ingresso trionfale tra gli immortali del ciclismo tricolore. Nel Secondo Dopoguerra, solo cinque italiani erano riusciti ad arrivare a Parigi in maglia gialla: Gino Bartali, Fausto Coppi, Gastone Nencini, Felice Gimondi e Marco Pantani. Icone dal sapore di storia. Lo Squalo si accomoda all’altare dei miti dopo essere cresciuto per gradi e raggiungendo l’apice del proprio potenziale alla soglia dei 30 anni. Da buon passista-scalatore, oltre naturalmente che discesista numero uno al mondo, Nibali è migliorato negli anni a cronometro e, soprattutto, nei cambi di ritmo in salita, caratteristica determinante per puntare al bersaglio grosso nei Grandi Giri. Ha lavorato sodo, in modo pulito, raggiungendo infine la perfezione.
I Campi Elisi attendono il vincitore più degno, il dominatore incontrastato, il gigante del Tour. E l’Italia e pronta a commuoversi al suono delle note di un Inno di Mameli che mancava da troppo tempo, estasiata e orgogliosa al cospetto del nuovo eroe in giallo che ha conquistato la Francia.
Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter
federico.militello@olimpiazzurra.com
zosimo
27 Luglio 2014 at 22:00
Purtroppo qualsiasi tentativo di parlare di “storia” nel ciclismo é quantomai un esercizio accademico.
Filtrare i risultati dal mostro del doping é un’impresa impossibile.
Adesso Armstrong é cancellato dalla storia come in passato lo é stato Pantani.
Magari il piú forte di tutti i tempi é un anonimo che non ha mai corso per la classifica in quanto non poteva competere con i dopati. O magari il piú forte era proprio Armstrong dopato come gli altri top 100 al mondo. Chi potrá mai saperlo?
Nibali ha detto che adesso fa questi risultati perché ci sono piú controlli, speriamo proprio sia così.
In questo tour Nibali non aveva effettivamente avversari basta dire che secondo é arrivato uno passato professionista a 32 anni. Oppure aveva gli unici avversari veri e gli altri ipotetici “big” lo erano solo in quanto usi ad aiuti non consentiti.
Direi che una buona misura di come le prestazioni variano a seconda delle condizioni al contorno é Shleck.
Il ciclismo aveva tutto per essere il piú eroico degli sport, ma ormai é irrimediabilmente sfregiato. Che delitto.
Comunque viva Nibali.
Luca46
28 Luglio 2014 at 00:01
Intanto c’è da fare una precisazione, Pantani non è stato cancellato dal doping, non è mai stato trovato positivo. E’ stato fermato a titolo cautelativo per valori troppo alti. Tra l’altro permangono ancora parecchi dubbi sulla validità di quei controlli. Che poi secondo me fosse realmente dopato così come tutti gli altri è un altro paio di maniche.
A prescindere da questo discorso, l’ho espresso piu’ volte, per me il ciclismo non è dissimile dagli altri sport. Sono tutti dopati. Da quello che ho potuto capire da varie testimonianze questo è il sistema e il ciclismo non è diverso dagli altri sport (tennis, calcio, nuoto, atletica, motociclismo, bocce, tiro a segno, quello che vuoi …). Cambiano sostanze e metodologie a seconda degli sforzi e prestazioni richieste. Poi nel calderone ci stanno tutte le sfumature di grigio: chi cerca di limitarne l’uso, chi di tanto in tanto, chi abusa, chi aumenta nell’anno buono, ecc … ma se firmi il contratto quello è.
Volendo avere un parametro sulle variazioni al contorno come dici te oltre a Schlek potremmo pensare anche a Cunego. Certo è che non esiste nessuno sconosciuto che avrebbe potuto vincere e non ha vinto, primo perchè è una cosa generalizzata e secondo perchè il doping non lo danno ai “porci” per usare un termine volgare, lo danno a chi va forte. Poi possiamo disquisire fin che vuoi ma Armstrong per esempio andava forte davvero non perchè era dopato. Sicuramente la sua posizione era facilitata rispetto agli altri per via dei suoi legami monetari non leciti con la federazione ed in questo era sicuramente avvantaggiato rispetto a chi doveva stare attento.
Nibali userà le sue strategie così come fanno gli altri. Merita questo Tour al 1000%. E’ stato il piu’ forte.
Federico Militello
27 Luglio 2014 at 20:49
Ciao Luca, certo, infatti secondo me Nibali è il più completo dal 2000 in avanti. Vedrai che una Liegi o un Lombardia lo vincerà…Magari entrambi.
Luca46
28 Luglio 2014 at 00:14
Su questo concordo con te. Sicuramente è anche piu’ forte di Bugno per quanto riguarda i grandi giri. Io mi riferivo al fatto che Bugno vinceva in volata, vinceva per distacco, vinceva in salita, vinceva in pianura, vinceva classiche e mondiali e nei grandi giri era secondo solo ad un certo Indurain. A mio avviso è stato davvero un corridore completo in ogni aspetto (discesa a parte). Fondalmentalmente credo si potesse definire un passista scalatore ma non ho memoria di uno che va forte in salita ed abbia uno spunto veloce come lo aveva Bugno. Per dire quanto un Bettini o un Gilbert non vanno forte in salita come andava Bugno. Se poi prendiamo dei passisti scalatori come Indurain, beh era parecchio lento in volata. Qualcuno è riuscito a cambiare pelle passando da velocista a discreto scalatore ma non contemporaneamente nello stesso anno.
Nibali è completo ma (almeno per ora) in modo abbastanza leggero. C’è da dire che il ciclismo è anche molto cambiato e fare la differenza su diverse tipologie di corsa è molto piu’ complicato oggi di allora credo. Sicuramente però per Vincenzo si intravvedono le possibilità ma resta ancora in attesa di conferma secondo me.
Luca46
26 Luglio 2014 at 21:40
Questo articolo va scolpito in ogni dove, non potevi trovare parole migliori.
Però il titolo non mi vede daccordo fino in fondo. Negli ultimi anni non vedo un ciclista veramente completo. L’unico ciclista veramente completo che io ricordi (sono del 74) a mio avviso è Gianni Bugno. Tra le donne potrebbe essere la Vos oggigiorno.