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Tour de France: Leggendario Nibali! Doma il pavé e distrugge Contador. Froome ritirato!

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Pioggia e fango, sulle pietre del Nord della Francia, scenario naturale della Parigi-Roubaix. Sette settori, tracciati leggendari, sulle cui pagine oggi è stata aggiunta una nuova storia da tramandare. Un italiano in maglia gialla che rischia il colpaccio, demolendo gli avversari per la classifica generale e gli stessi specialisti del pavè. Battuto solo da Lars Boom e dal compagno Jacob Fuglsang nella quinta tappa da Ypres ad Arenberg, Vincenzo Nibali ha confermato la maglia gialla: e ora il sogno potrebbe realmente diventare realtà alla fine del Tour de France 2014. 

Sotto una pioggia incessante si sono sviluppati sin dai primi chilometri diversi tentativi di fuga: il gruppo per qualche minuto ha tenuto lo stesso ritmo degli attaccanti, ma Lieuwe Westra (Astana), Tony Martin (OPQS), Sam Dumoulin (AG2R), Janier Acevedo (Garmin), Tony Gallopin (Lotto), Marcus Burghardt (BMC), Rein Taarämae (Cofidis), Simon Clarke e Matt Hayman (Orica) sono riusciti ad avvantaggiarsi. Il loro margine ha faticato a decollare, controllato dal plotone.

Dopo 29 chilometri di corsa primo colpo di scena, con Chris Froome (Team Sky) a terra per la seconda volta in due giorni. Il britannico, vincitore un anno fa del Tour, è stato costretto da un lungo inseguimento ma è riuscito a rientrare sulle code del plotone nonostante una mano malconcia a causa dei problemi delle scorse giornate e alcune escoriazioni.

Il gruppo, in vista dei tratti di pavè, è stato condotto dal Team Cannondale che per Peter Sagan ha tenuto i fuggitivi a circa 3′ di distanza nonostante i battistrada si fossero ridotti di numero una volta staccati per diverse ragioni Acevedo e Burghardt. A pochi chilometri dal primo tratto di pavè, a 70 dalla conclusione, rimane attardato Alejandro Valverde (Movistar). Nemmeno il tempo di rifiatare e Chris Froome è nuovamente a terra, dolorante. Questa volta l’inglese non risale nemmeno in bicicletta, provato fisicamente da quest’ulteriore problema e costretto al ritiro definitivo dalla Grande BoucleLa sua caduta ha frazionato il gruppo, facendo esplodere la corsa proprio in concomitanza dei primi tratti impegnativi.

In uscita dal primo settore di pietre il gruppo ‘maglia gialla’ si è ridotto a circa 25 unità. Nei chilometri in asfalto successivi il plotoncino è pian piano cresciuto grazie ai corridori rientrati da dietro, fino al ricongiungimento quasi 10 chilometri con il gruppo di Valverde e Van Garderen (BMC), molto numeroso. Anche nel secondo tratto di pavè di giornata il gruppo è esploso, per la seconda volta, con Nibali davanti assieme a Talansky e Contador costretto ad inseguire con un plotone ridotto a brandelli, 40” di ritardo e un solo compagno a disposizione. 

Westra, nel gruppetto di Nibali, ha imposto un ritmo altissimo, che ha messo in fila indiana tutti gli specialisti di queste corse, sospingendo addirittura Contador e la maggior parte degli altri uomini di classifica a oltre 1′ di ritardo ad una trentina di chilometri dalla conclusione. Scortato sempre da uno stratosferico Lieuwe Westra, Vincenzo Nibali è riuscito a gestirsi benissimo sul tratto di pavè numero 4, sul quale Peter Sagan aveva provato l’attacco a 20 chilometri dalla conclusione seguito da Michal Kwiatkowski (OmegaPharma-QuickStep) e Lars Boom (Belkin), presto ripresi.

Sul penultimo settore di pietre l’Astana ha addirittura provato ad attaccare con Westra, sempre in testa, Fuglsang e lo stesso Nibali, in maglia gialla. A loro si è accodato poco dopo Lars Boom, con gli specialisti staccati dall‘azzurro leader della classifica generale, capace di gestirsi alla perfezione sulle pietre, danzando nonostante una smorfia di dolore dipinta sul volto coperto dal fango. Assieme a Fuglsang e Boom Nibali si è lanciato vero l’ultimo tratto di pavè, preso di petto dall’olandese della Belkin, che grazie alle sue spiccate doti per queste corse è riuscito a fare la differenza, staccando la coppia Astana prima di qualche metro, poi in maniera irreparabile.

In testa a 3 chilometri dalla conclusione, Lars Boom si è involato in solitaria verso uno straordinario successo di tappa, nonostante il vincitore morale della frazione odierna sia proprio Vincenzo Nibali. In maglia gialla il sicialiano si è reso protagonista di una prova stoica e commovente su un percorso in linea teorica poco adatto alle sue caratteristiche. Fantasia e coraggio, la capacità di gestire la squadra e un cuore enorme lo hanno portato a chiudere la frazione odierna con arrivo ad Arenberg, un nome che agli appassionati di ciclismo dice tanto, in terza posizione, scavando distacchi notevoli nei confronti dei diretti avversari in classifica generale. 

Richie Porte, nuovo capitano del Team Sky dopo il ritiro di Froome, ha chiuso a quasi 2′ da Nibali, ancora più staccati Talansky e Contador (a più di due minuti e mezzo dallo Squalo dello stretto), per non parlare di Alejandro Valverde, naufragato negli ultimi 50 chilometri.

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gianluca.santo@olimpiazzurra.com

Foto: Profilo Twitter Tour de France

5 Commenti

1 Commento

  1. ale sandro

    9 Luglio 2014 at 21:38

    E’ stato uno spettacolo questa tappa al di là del fatto che ci fosse un italiano in maglia gialla in grande spolvero. Del resto mi pare di ricordare che nel grande passato una tappa col pavè ci sia stata più volte. Non sarebbe niente male riproporla nel futuro.
    Un corridore deve saper correre e sapersi adattare a tutti i terreni e le condizioni, così dimostra la sua completezza nelle grandi corse a tappe. Proprio in questo ,al momento, sembra difettare un corridore come Froome , e mi associo alla domanda che fa giustamente Luca, perchè tra l’altro la cura per le percentuali di massa grassa, il controllo del peso, che non sta riguardando solo gli Sky, mi sembra sia una tendenza sempre più frequente in tutto il gruppo, e anche pesantemente limitante in situazioni climatiche di questo tipo. Paradossalmente ,anche se col senno di poi,proprio la presenza di uno come Wiggins che pure ha dimostrato di saperci fare col pavè , sarebbe stata secondo me salutare per il vincitore uscente. Per molti avrebbe caricato di pressione Froome, invece per me ne avrebbe tolta, mia semplice impressione.
    Non mi stupisce troppo nemmeno il fatto che corridori come Fuglsang (tanto forte quanto ,a tratti, indisponente) e Nibali abbiano fatto una prova sui livelli dei campioni del pavè. Il primo è un ex biker fortissimo da ragazzo, e il siciliano ha sempre avuto , forse come unica dote naturale su cui non ha dovuto lavorarci troppo su, la qualità di essere un forte passista e di saper guidare la bicicletta. Era un incognita è vero, ma negli ultimi anni abbiamo visto che il Nibali al top della condizione va forte dappertutto,e si poteva intuire che potesse essere lui a guadagnare o comunque non perdere dai diretti avversari. Senza dimenticare ovviamente che gli Astana sono preparati a puntino per le tre settimane,magari meglio dei Sagan e Cancellara vari.
    Monumentale Westra, meritatamente premiato come il più combattivo di giornata.
    E’ ancora molto lunga, si dice che nei giri si deve guardare l’obbiettivo finale, questo è uno di quei casi dove bisogna andare giorno per giorno, perchè le difficoltà e le insidie sono tantissime. Speriamo di vedere ancora tappe spettacolari come quella di oggi, sono fiducioso perchè mi sembra un Tour disegnato bene.

    • Federico Militello

      10 Luglio 2014 at 18:08

      Soprattutto ci sono altre tappe favorevoli a Nibali, con discese insidiose che precederanno l’arrivo: lì attaccherà sicuramente, se sarà necessario.

  2. Luca46

    9 Luglio 2014 at 18:12

    Una tappa memorabile da riproporre per l’eternità.
    Durante questa tappa concitatissima ho avuto il tempo di fare una riflessione nel vedere il ritiro di Froome che vorrei porre al vaglio della tua esperienza in materia.
    Froome si è ritirato in condizioni molto simili a quelle che videro il ritiro di Wigging al Giro d’Italia. Essendo che i due provengono dalla scuola SKY probabilmente avranno anche preparazioni molto simili. Mi chiedevo se come struttura fisica o come controaltare rispetto alle doti da cronoman e scalatori non abbiano serie difficoltà in giornate particolarmente fredde e piovose. Nibali al contrario lo abbiamo visto trionfare in una giornata da tragenda sempre al Giro sotto il gelo. Io credo che le cadute siano anche delle conseguenze alla mal sopportazione di queste condizioni climatiche. Non è che abbiano un tipo di preparazione che da un lato li avvantaggia in peso-potenza ma dall’altro li renda fragili col brutto tempo? (oppure è solo una coincidenza)
    Mi piacerebbe avere il vostro parere su questa mia curiosità.

    • Federico Militello

      10 Luglio 2014 at 18:10

      Alla Sky costruiscono delle macchine. Predispongono tutto nei minimi dettagli, ma vanno nel panico totale appena qualcosa gira per il verso storto. Gli manca una qualità di cui invece noi italiani siamo maestri: l’arte dell’improvvisare. Froome non verrà mai al Giro perché sa che farebbe la fine del Wiggins 2013….

      • Luca46

        10 Luglio 2014 at 21:39

        Spero tanto che Nibali possa farcela a portare la maglia a Parigi. Il vantaggio su Contador è importante e insperato a mio avviso. E’ stata una mazzata morale per Contador, ha capito che per lui le cose si sono messe male. Comunque penso che Nibali soffra meno di altri il freddo. Essere arrivato davanti a uno come Cancellara in una tappa così da un morale enorme. Non è stata una tappa di montagna ma è stata comunque epica a mio avviso. Credo abbia fatto qualcosa che si potrà raccontare in futuro, un impresa con la i maiucola, una pagina bellissima di questo meraviglioso sport.

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