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Editoriali

Vincenzo Nibali il nuovo Re, ma lo sport italiano è vivo

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8 medaglie, ma 0 ori, e 22mo posto finale nel medagliere alle Olimpiadi invernali di Sochi 2014: mai così in basso. Un Mondiale di calcio disastroso, il peggiore di sempre, con la seconda eliminazione al primo turno consecutiva: era accaduto solo negli anni ’60. Nei grandi eventi, il 2014 dell’Italia si stava profilando come profondamente fallimentare.

Fino al 5 luglio 2014. Vincenzo Nibali si presenta al via del Tour de France dopo la vittoria dei Campionati italiani, unico barlume di luce in una stagione al di sotto degli standard abituali. Un’annata, come si è visto nelle ultime settimane, mirata esclusivamente l raggiungimento del top della forma per la Grande Boucle. Lo Squalo, per i book-makers e non solo, sembra destinato a chiudere la corsa a tappe transalpina al terzo posto dietro gli imprendibili Froome e Contador. Già a Sheffield, nella seconda frazione, l’azzurro mostra di ambire a qualcosa di più di un semplice podio. Scatta in faccia ai grandi rivali e li stacca, trionfando a braccia alzate. Guadagna soltanto due secondi, ma psicologicamente è il successo più importante: Nibali comprende davvero di potersela giocare ad armi pari con chiunque, senza timori.
Ad Arenberg, poi, il capolavoro di una vita. Sul pavé e con un tempaccio dal sapore autunnale, Nibali infligge oltre due minuti e mezzo a Contador, mentre Froome è costretto alla resa. Seguirà anche il ritiro dello spagnolo, ma a quel punto i giochi erano fatti: il Nibali ammirato in montagna, tra Alpi e Pirenei, ha dato spettacolo e nessuno sarebbe stato in grado di staccarlo in maniera netta.

L’apoteosi del siciliano ridà ossigeno ad uno sport italiano che, come sovente accaduto in passato, sa reagire proprio quando viene dato per morto. Mettiamo le mani sul terzo evento sportivo per importanza mondiale dietro Olimpiadi e Mondiali di calcio, a distanza di ben 16 anni dall’ultima volta. Ma, come sapranno i lettori più attenti del nostro sito, Olimpiazzurra è sport a 360 gradi, 365 giorni l’anno. L’Italia sportiva ha trovato in Nibali il suo fuoriclasse più rappresentativo su scala mondiale. Ma non è solo Nibali. Nel 2014 non sono mancati di certo i brindisi: pensiamo alla solita, impareggiabile scherma, ai formidabili campioni del tiro a volo e tiro a segno, alle regine di Wimbledon Errani-Vinci, alle nuove star del beach volley Lupo-Nicolai, all’intramontabile Vanessa Ferrari nella ginnastica, a sport di squadra come pallavolo e pallanuoto che si mantengono nel gotha internazionale, agli splendidi ragazzi che strabiliano nel sollevamento pesi e nella vela, senza dimenticare trionfi storici come quelli europei delle nazionali di calcio a 5 ed hockey pista. E non è finita: attendiamo buone nuove dagli imminenti Europei di nuoto e baseball e dai Mondiali di canoa, canottaggio, judo e lotta, ben sapendo invece che il percorso di rinascita nell’atletica appare ben più lento del previsto e ci costringerà quasi certamente a vivere una rassegna continentale a Zurigo con un numero esiguo di medaglie.

Abbiamo certamente attraversato periodi migliori, con l’apice dei quasi due decenni straordinari tra anni Novanta e Duemila. Eppure anche attualmente lo sport italiano sa farsi valere e confermare una ricca e pluri-centenaria tradizione di successi. Ricordiamoci che alle ultime Olimpiadi estive di Londra 2012 chiudemmo all’ottavo posto, con 28 medaglie complessive ed 8 ori. Le prime proiezioni verso Rio ci vedono nuovamente in grado di puntare ad una top10 che rappresenta il confine per meritarsi un posto nell’eccellenza planetaria. Si può e si deve fare meglio, a cominciare da quegli sport invernali che hanno raccolto appena un titolo olimpico nelle ultime due edizioni a cinque cerchi. Eppure, nonostante tutto, lo sport italiano è più vivo che mai. Ed ha trovato in Vincenzo Nibali un nuovo simbolo da mostrare al mondo con orgoglio.

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federico.militello@olimpiazzurra.com

 

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