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Volley, World League – Italia, le pagelle di una squadra di bronzo! Ancora podio, ma…

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Ieri pomeriggio l’Italia conquistava la medaglia di bronzo nella World League 2014 di volley. Gli azzurri salivano così sul podio di Firenze, di fronte al pubblico amico, alle spalle di USA e Brasile (clicca qui per la cronaca). Di seguito il nostro commento e le nostre consuete pagelle degli azzurri (sull’intera Final Six, non sul match contro l’Iran nello specifico).

 

ITALIA: 8. Il voto per una squadra che è salita sul podio non può essere inferiore a quello dato. Chiaramente l’amarezza è tanta. Il pubblico e, soprattutto, i giocatori si aspettavano molto di più da questa spedizione, visto anche che si giocava in casa.

Torniamo a casa con un bronzo, il secondo consecutivo in World League e la sesta medaglia internazionale negli ultimi tre anni, ma al Mandela Forum si andava chiaramente in caccia della Coppa (che manca dal 2000) o quantomeno della finale vera (che non giochiamo da Roma 2004).

Questo gruppo è eccellente, ma fatica ancora a sentirsi all’altezza delle grandi corazzate del Pianeta. Questa Italia arriva sempre lì, ma poi non riesce mai a piazzare la stoccata vincente, proprio al contrario delle vere Nazioni vincenti. Ieri gli USA, partiti sfavoriti, hanno messo in ginocchio il Brasile; l’Iran ha superato brillantemente i verdeoro e ha tenuto testa alla Russia; noi siamo stati umiliati dai Campioni del Mondo, nella partita più brutta delle ultime quattro stagioni (o forse anche qualcosa in più).

Soffriamo psicologicamente il grande nome, perdendo tutte le nostre sicurezze e andando letteralmente in bambola. Il 3-0 schiacciante con cui i sudamericani ci hanno eliminati ne è l’emblema: sestetto non perfetto, accartocciato sui suoi stessi errori, incapace di accendere anche una minuscola scintilla di speranza.

L’assurdo è che sempre questa Italia ha dominato gli USA nel match inaugurale, cioè sconfiggendo all’esordio la formazione che poi avrebbe vinto il titolo (dopo soli quattro giorni…). Dove sta la vera Nazionale? Com’è possibile che quando la posta in palio aumenta non si riesca a imprimere il cambio di ritmo?

La critica è legittima, ma gli elogi per un gruppo che non stecca mai l’appuntamento col podio vanno assolutamente fatti: esclusa la scherma e qualche big del tiro a segno/tiro a volo, non c’è uno sport italiano che renda così tanto. La fame di oro, però, è davvero tanta…

Ripartiamo dalle convinzioni: ottime individualità, qualche buon innesto, meno errori e più concretezza al servizio (mancato per tutta la settimana, escluso il lampo di genio di Ivan Zaytsev), confermarsi potenza al muro e soprattutto più convinzione nei propri mezzi! C’è un Mondiale da giocare e l’appetito vien mangiando…

 

Prima di presentare le pagelle individuali, faccio presente che i voti risentono molto della bruttissima partita giocata contro il Brasile. A ciascun giocatore sono stati tolti 0,5 – 1 punto rispetto a quanto può essere il voto reale.

IVAN ZAYTSEV: 7,5. Nel bene o nel male è sempre il nostro trascinatore. Quando lui si accende tutta la Nazionale vola e rende al massimo. Lo Zar è il termometro del nostro gruppo: se è caldo l’Italia brucia gli avversari, se è freddo è meglio mettersi un cappotto…

Chiude la settimana con 59 punti all’attivo, i fenomenali quattro aces finali che hanno ribaltato il terzo set contro gli USA, prima della debacle contro il Brasile. Bravo nella finalina, ordinato e preciso.

 

SALVATORE ROSSINI: 7. La media tra un partitone da roccia granitica giocato contro gli USA, il fallimento contro il Brasile, la buona partita con l’Iran. La giuria lo premia come miglior libero delle Finals e tutto sommato, se escludiamo il match contro i Campioni del Mondo, non ha demeritato rispetto ai colleghi che sono giunti a giocarsi il trofeo. La sua ottima ricezione è davvero fondamentale per il nostro gruppo: se lui tiene tutto il resto viene di conseguenza. In caso contrario la barca inizia ad affondare ed è sempre più difficile recuperare in palleggio o col muro.

 

JIRI KOVAR: 7 (ma è semplicemente l’8 preso contro gli USA, abbassato di un punto per equipararlo al torneo dei compagni). Contro gli USA è stato davvero da 8, il migliore in campo dopo Zaytsev. L’infortunio occorsogli all’inizio del terzo set lo ha tolto di mezzo per tutto il torneo, complicando anche i piani dell’Italia. Il suo ginocchio non è lesionato, ma sicuramente servirà un recupero. Da avere in rosa al 100% della forma in vista dei Mondiali.

FILIPPO LANZA: 6,5. Sostituisce degnamente Kovar. Superlativo il 92% in attacco contro l’Australia, poi anche lui affonda nella notte nera colorata dai verdeoro. Si riprende molto bene contro l’Iran e dà la stoccata decisiva. Conferma di essere un giocatore degno della maglia azzurra, anche se ha ancora tante cose da rivedere e da sistemare. Quando subentra è sempre capace di dare la svolta giusta e proprio in quest’ottica lo aspettiamo per i Mondiali.

SIMONE PARODI: 6,5. Da lui ci si aspetta sempre qualcosa in più, ma fa sempre un po’ di fatica a incidere. Risponde comunque bene quando viene chiamato in causa ed è un uomo imprescindibile per il nostro gruppo: difficile sostituire uno schiacciatore del genere, soprattutto per dinamiche importantissime di squadra.

 

SIMONE BUTI: 8. Considerando le quattro partite giocate dall’Italia, è nel complesso il migliore della  banda Berruto. La sua presenza si fa sentire subito contro il Brasile, quando sostituisce Piano già a metà del primo set. Funziona molto in attacco, poi si fa ben sentire a muro durante la finalina. Con l’Australia prende confidenza e conferma davvero di essere uno dei migliori centrali italiani, meritando ampiamente la maglia da titolarae.

EMANUELE BIRARELLI: 7+. Troppi dolori per il capitano, costretto a saltare Australia e Iran per dei leggeri fastidi muscolari. Meglio rimanere a riposare. Nelle due partite giocate è però sempre stato tra i migliori, l’unico (insieme a Buti) a salvarsi dal tracollo contro il Brasile. Purtroppo il suo muro non ha funzionato alla grande, ma la copertura data e l’ordine impartito ai compagni sono sempre notevoli.

SIMONE ANZANI: 7. Ha giocato contro l’Iran e quella partita è da 8,5 (abbassiamo un po’ il voto perché sarebbe ingiusto nei confronti di chi è sceso in campo durante tutto il torneo). Prima maglia azzurra da titolare nella finalina per il bronzo ed è subito protagonista: gioca con grandissima autorevolezza e personalità, esaltandosi contro Mahmoud e compagnia. Stampa a terra ben quattro muri e si candida come valida alternativa per l’imminente futuro. Anche questa è una scommessa di Berruto.

MATTEO PIANO: 4. Davvero una delusione. Molto male all’esordio vincente contro gli USA dove non è mai riuscito a contrastare Anderson e Sander, letteralmente abbattuto contro il Brasile e subito tirato fuori dal campo. Non giocherà la finalina per scelta tecnica.

 

DRAGAN TRAVICA: 6,5. Quando è in serata varia bene sul fronte d’attacco, capisce bene il momento dei compagni e offre le migliori palle possibili, intelligenti, precisi e ben attaccabili (contro gli USA, dove Zaytsev e Kovar si sono illuminati). Quando invece va in confusione offre sempre lo stesso modulo di gioco e l’Italia non riesce più a riprendersi (contro il Brasile, palloni sempre da attaccare dritto per dritto, regali per i verdeoro).

LUCA VETTORI: S.V. Subentra solo nei finali di alcuni set, non avendo nemmeno l’occasione per mettersi in mostra. Sotto 2-0 col Brasile, Berruto doveva rischiarlo, sconvolgendo anche lo schema in campo. Sull’orlo del baratro si deve tentare sempre il tutto per tutto.

MICHELE BARANOWICZ: S.V. Viene sparato nella mischia contro il Brasile quando siamo sotto 2-0 e in una situazione così complicata era davvero impossibile migliorare l’andamento dell’incontro. Produce anche alcune buone cose (molto meglio nel terzo set contro gli USA, quando gli azzurri erano scossi dall’uscita di Kovar), ma va rivisto in futuro. Si propone assolutamente come valida scelta per la cabina di regia.

LUIGI RANDAZZO e ANDREA GIOVI: S.V. Dallo schiacciatore arrivano buoni segnali quando ha potuto giocare. Il libero è stato invece impegnato abbastanza poco.

 

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(foto FIVB)

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