Rugby Championship: gli Springboks per spezzare il dominio All Blacks

All’appello ne manca soltanto una. Dopo aver presentato All Blacks, Argentina e Australia, concludiamo il nostro viaggio tra le quattro regine del Rugby Championship con il Sudafrica, tre volte trionfatore nel Tri Nations (1998, 2004, 2009) e due volte Campione del Mondo (1995, 2007). Un panzer pronto a rovesciare l’egemonia neozelandese, dopo la lotta a due dello scorso anno conclusa – naturalmente – appannaggio degli uomini di Hansen. Le possibilità di interrompere il dominio degli avversari oceanici, insomma, passano principalmente per il team sudafricano.

Gli Springboks, infatti, arrivano ai nastri di partenza della competizione come l’unico, vero, team apparentemente in grado di poter contrastare gli All Blacks. Sula griglia di partenza i Wallabies pagano ancora qualcosa agli africani, soprattutto in termini di cattiveria agonistica e nella ferocia del breakdown. Heyneke Meyer potrà contare sulla solita inaffondabile (o quasi) mischia, su cui comunque grava qualche incognita, e, più in generale, su un reparto di avanti dalla fisicità e dall’aggressività sicuramente fuori dal comune. Importante anche la qualità tra i trequarti, guidati da un Morné Steyn reduce da una stagione negativa a Parigi, ma in grado di trasformarsi con la maglia degli Springboks. La vera arma in più, però, si chiama Willie Le Roux, protagonista di una crescita impetuosa nell’ultimo anno, tanto da renderlo uno dei giocatori più apprezzati del globo, nonché uno degli estremi più incisivi. Proprio quest’ultimo è, inoltre, uno dei simboli di un ricambio generazionale a dir poco straordinario che sta vivendo il movimento sudafricano, con ragazzi come Serfontein, Lambie, Coetzee, Malherbe, Pollard e Reinach ormai in rampa di lancio e pronti a fare il definitivo salto di qualità. Anche – ma non solo – per questo il Sudafrica è la squadra con i margini di crescita più ampi tra le quattro regine del torneo, su cui molti saranno orientati a scommettere il proprio euro…

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

Foto: Twitter BBC Sport