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Atletica, Europei 2014 – Farah da Record; Beitia eterna altissima; riscatto Mekhissi. Italia ok

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A Zurigo (Svizzera) si sono conclusi gli Europei 2014 di atletica leggera. Al termine di un pomeriggio davvero scoppiettante la Gran Bretagna vince il medagliere, superando la Francia in un rush finale al cardiopalma: 23 medaglie per entrambi, ma 12 ori per i sudditi di Sua Maestà contro i 9 dei transalpini.

Una bella Italia, risvegliatasi venerdì sera, chiude al nono posto con due ori e un argento. Lo stesso piazzamento arriva anche nella più veritiera classifica a punti (71 a due lunghezze dall’Olanda ottava, 21 finalisti) dominata dalla Russia (215) che è solo quarta nel medagliere a causa dei pochi ori raccolti (3).

 

Mohamed Farah riesce in un’impresa: detenere la Doppia Triplice Corona. Campione Olimpico, Mondiale ed Europeo contemporaneamente sui 5000m e sui 10000m.

Dopo il trionfo di mercoledì sera, il britannico non si fa sfuggire l’occasione sulla mezza distanza. La gara è lentissima, il tipico ritmo ben gestito da uno dei volti più amati dell’atletica. L’attacco decisivo, come ormai ci ha abituato, al suono della campana. Progressione micidiale per tutti gli avversari e domina nel 400m finale che gli vale la chiusura in 14:05.82.

Alle sua spalle clamoroso argento per l’azero di colore Hayle Ibrahimov (14:08.32) che a 24 anni coglie il primo successo internazionale. Bronzo per l’altro britannico Andy Vernon (14:09.48), già argento sui 10000m alle spalle di Farah. Il nostro Marouan Razine chiude in 14esima posizione (14:16.95).

 

Il risultato tecnico di prestigio arriva dal salto in alto dove Ruth Beitia realizza la miglior prestazione mondiale stagionale, piazzando un eccellente 2.01 al primo tentativo.

La spagnola si conferma così sul tetto d’Europa, abbina il titolo continentale outdoor a quello indoor (Goteborg 2013) e conquista il secondo podio internazionale di prestigio consecutivo dopo il bronzo ai Mondiali 2013. L’eterna 35enne, grande avversaria ai bei tempi della nostra Antonietta Di Martino, ha poi fatto alzare l’asticella a 2.03, alla caccia del Record Nazionale, ma purtroppo non è riuscita nell’intento.

Medaglia d’argento per Mariya Kuchina. La 21enne russa, già balzata a 2.01m in stagione, si presentava come la grane favorita vista l’assenza delle grandi Anna Cicherova e Blanka Vlasic. La 21enne, però, ha peccato di mancanza di esperienza al momento decisivo: dopo un percorso netto fino a 1.99, è andato in palla proprio sui 2.01, soffrendo anche la pressione della Beitia.

Medaglia di bronzo per la croata Ana Simic, che ripaga così l’assenza della connazionale Vlasic. Cresciuta esponenzialmente in questa stagione, ha concretizzato nel momento migliore dell’anno saltando 1.99 al primo tentativo (alle spalle della Kuchina per un errore a 1.97).

Alessia Trost non è riuscita nella magia: nona a 1.90. Ma per saperne di più sull’azzurra cliccate qui.

 

Mahiedine Mekhissi-Benabbad riscatta invece l’amarezza per la squalifica sui 3000m siepi quando, dopo aver dominato la gara, si è sfilato la maglia sul rettilineo finale. Il francese ha una grande rabbia in corpo e demolisce i 1500m come un indemoniato. L’accelerazione alla campana è dirompente e non consente agli avversari di resistergli, arrivando al traguardo in 3:45.60.

Il 29enne conquista così il suo primo titolo internazionale sul miglio metrico, distanza a lui meno congeniale. Di certo aggiunge un nuovo alloro alla sua incredibile collezionale che annovera anche due argenti olimpici sulle siepi.

Medaglia d’argento per il norvegese Henrik Ingebrigtsen (3:46.10) che non riesce a difendere il titolo di Helsinki 2012. Bel volatone sul britannico Chris O’Hare (bronzo, 3:46.18).

Il nostro Soufiane El Kabbouri sfrutta una strana caduta a centro gruppo poco prima dell’inizio dell’ultimo giro e conclude al nono posto (3:51.98).

 

Spallata di grande rilievo del finlandese Antti Ruuskanen che si laurea Campione d’Europa di lancio del giavellotto con una bella bordata a 88.01, miglior prestazione europea stagionale, seconda a livello mondiale alle spalle dell’89.21 dell’egiziano Ihab Abdelrahman El Sayed.

Il 30enne bronzo olimpico sconfigge così il grande favorito ceco Vitezslav Vesely (84.79). La doppietta finlandese si concretizza con il bronzo dell’eterno Tero Pitkamaki (84.40), davanti all’altro connazionale Lassi Etelatalo (83.16).

 

Christina Schwanitz rispetta uno dei pronostici più scontati della vigilia. La tedesca, unica vera rivale della grande Valerie Adams a livello internazionale, trova la gioia del successo all’interno dell’orticello Europa con anche un bel risultato tecnico: 19.90.

La 28enne di Dresda conquista così il suo primo titolo europeo e la prima grande affermazione all’aperto, dopo il titolo continentale indoor del 2013.

La russa Yevgeniya Kolodko, vicecampionessa Olimpica in carica, si prende anche questa volta la medaglia d’argento con 19.39. La grande festa di giornata è tutta per l’ungherese Anita Marton che stampa il nuovo record nazionale (19.04) e conquista il primo podio internazionale della carriera.

Bravissima Chiara Rosa che stringe i denti, nonostante il dolore alla mano, ritorna in sella dopo i gravi problemi avuti ai Mondiali di Mosca e conquista un ottimo quinto posto, inaspettato vista la stagione. La veneta piazza 18.10 al secondo tentativo.

 

Il salto in lungo maschile è disciplina sempre più in crisi, tanto che a pensarci ci viene da mangiare le mani per qualche azzurro che è rimasto a casa… L’oro è andato al Campione Olimpico Greg Rutherford con un 8.29 tutt’altro che eccezionale. Poi bella battaglia per l’argento vinta dal greco Louis Tsatoumas (8.15) sul francese Kafetien Gomis (8.14), sullo spagnolo Eusebio Caceres (8.11), sullo svedese Michel Torneus (8.09), sull’olandese Ignisious Gaisah (8.08), sul polacco Tomasz Jaszczuk (8.07). Tra il secondo e il settimo passano solo 8 centrimetri…

A sorpresa la tedesca Antje Moeldner-Schmidt vince i 3000m siepi (9:29.43) sfruttando un errore tecnico della svedese Charlotta Fougberg sull’ultimo ostacolo (argento, 9:30.16). Bronzo alla spagnola Diana Martina (9:30.70, personale).

 

4x100m MASCHILE: Oro Gran Bretagna (37.93), argento Germania (38.09), amaro bronzo per la Francia (38.47). L’Italia stava lottando per un piazzamento di rilievo (e forse anche per una medaglia) ma Diego Marani non riesce a passare il testimone a Delmas Obou partito troppo presto in ultima frazione.

4x400m FEMMINILE: Clicca qui per saperne di più.

4x100m FEMMINILE: Clicca qui per saperne di più.

4x400m MASCHILE: Oro Gran Bretagna (2:58.79), argento Russia (2:59.38), bronzo Polonia (3:59.85).

1 Commento

  1. alebi

    18 Agosto 2014 at 07:39

    Insomma dai, povero Rutherford, sarà un “gregario” ma ha fatto quello che tutti gli altri non sono riusciti a fare, nel giorno in cui andava fatto. Poi comunque anche adesso si sta dimostrando che proprio indecente non è (almeno non è una meteora). Che poi il salto in lungo sia in piena involuzione è verissimo, ma dopotutto bastava vedere l’età dei finalisti. Finchè mi ritrovo ancora Reif, Tomlinson, Gaisah, Tsatoumas, Gomis, lo stesso Rutherford non è più giovane ecc… Si capisce proprio che manca una spinta. Poi parere personale su Andrew che fa il lungo dobbiamo metterci una pietra sopra, troppo rischioso anche pensare di tornare, meglio che ora si diverta con la velocità. Piuttosto cerchiamo di tirare fuori un lunghista che sia minimo decente dato che di due mandati a Zurigo non ne facciamo uno guardabile (e qualcuno non è nemmeno la prima volta che fa letteralmente pena nella manifestazione che conta)

  2. Gabriele Dente

    17 Agosto 2014 at 22:47

    Quando penso che un saltatore qualunque come Rutherford ha avuto la fortuna di ritrovarsi campione olimpico (ed europeo) solo perché si è trovato in un periodo di grama della specialità a livello internazionale, mi mangio le mani anch’io. Noi sì che ce l’avevamo il talento, e come al solito l’abbiamo sciupato…

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