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Atletica
Atletica, Europei 2014 – Hulk non strappa le vesti; vola Dasaolu; fascino Schippers; Italia no
Si è conclusa la seconda giornata a Zurigo (Svizzera) dove si stanno svolgendo gli Europei 2014 di atletica leggera. Assegnati ben sette titoli in questa serata: brilla la stella della Gran Bretagna che conquista ben due ori, amarezza per la grande Francia che poteva cogliere tre titoli ma si ferma a uno, l’Italia ottiene 4 punti (Meucci sesto e La Rosa ottavo sui 10000m) e porta in finale il prospetto Grenot da medaglia.
L’inizio della sessione serale è stato ritardato di mezzora rispetto al programma originario, causa un vento infernale (raffiche anche di 80 km/h) che ha spazzato sul Letzigrund sul finire del pomeriggio, dopo un acquazzone importante (interrotto a metà l’asta del decathlon).
Mo Farah infinito! Campione Olimpico, Campione del Mondo diventa anche Campione d’Europa dei 10000m e si mette in tasca la mitica triplice Corona. Diventa anche l’uomo più medagliato a livello individuale della massima rassegna continentale. Secondo il britannico Vernon, terzo il turco Ali Kaya, Meucci seso, La Rosa ottavo. Clicca qui per saperne di più e per la cronaca della gara.
I 100 metri sono stati rovinati dall’assenza del favorito Vicaut, ritiratosi prima delle semifinali causa un infortunio patito in batteria. Allora il pronostico passa sulle spalle del britannico James Dasaolu che non delude e conquista il titolo in 10.06. Uscito benissimo dai blocchi di partenza, va via in progressione e non deve nemmeno controllare il rientro di Christophe Lemaitre (secondo, 10.13) incapace di recuperare come invece è solito fare.
Per il 26enne arriva la prima medaglia internazionale all’aperto, a chiusura di una stagione in continuo crescendo. Il francese, invece, primo caucasico a scendere sotto i 10’’, arriva la sesta medaglia continentale, agguantando così il record (al maschile) detenuto da quattro uomini tra cui il nostro Pietro Mennea. Proverà a riscattarsi sui 200m, dove parte da favorito.
Bronzo a sorpresa all’altro britannico Harry Aikines-Aryeetey (10.22), capace di sconfiggere il connazionale Dwain Chambers (10.24) e il tedesco Lucas Jakubczyk (10.25).
Gli azzurri Delmas Obou (10.41) e Fabio Cerutti (10.36) eliminati in semifinale.
Il duello sui 100m femminili non delude. A primeggiare è una bellissima Dafne Schippers: la bianca olandese, grazie a una pazzesca rimonta nella seconda parte di gara, recupera sull’eccellente partenza a razzo della francese di colore Myriam Soumaré. 11.12 contro 11.16, per la ragazza bronzo mondiale in carica nell’eptathlon e che solo recentemente si è focalizzata interamente sulle prove di velocità. In Diamond League, proprio a inizio estate, aveva registrato i due nuovi record nazionali su 100m e 200m e oggi ha raggiunto il punto più alto della sua carriera.
Bronzo a sorpresa per la britannica Asheligh Nelson (11.22), quarta la svizzera Mujinga Kambundji (11.30, record nazionale in semifinale con 11.20). Delude la bulgara Ivet Lalova (quinta, 11.33).
Le azzurre Audrey Alloh (11.45) e Irene Siragusa (11.53) eliminate in semifinale.
Robert Harting è sempre l’eterno Hulk e non delude le aspettative, dominando il suo lancio del disco. Il Campione del Mondo e Campione Olimpico conquista così la Triplice Corona, confermando il titolo europeo di Helsinki 2012. Il gesto tecnico è impeccabile, ma oggi non deve nemmeno sforzarsi più di tanto: gli basta una bordata discreta (per lui) a 66.07, ampiamente sufficiente per salire sul gradino del podio. L’attesa era più nel vedere se strappava la maglia, dopo la denuncia di vilipendio rivoltagli da un tedesco. Harting ci gioca, imita il gesto, ma poi si toglie la canotta e la bacia!
Medaglia d’argento per l’eterno estone Gerd Kanter (64.75), bronzo al polacco Robert Urbanek (63.81) che riesce ad avere la meglio sul favorito connazionale Piotr Malachowski (63.54).
La finale del salto in lungo ha confermato il previsto agonismo e la lotta intensa per le medaglia (sette donne in 30 centimetri, il podio raccolto in 20), ma ovviamente le misure non sono state sbalorditive. Trionfa la francese Eloyse Lesueur che a 26 anni conferma il titolo di Helsinki 2012 con un buon 6.85, piazzato alla quarta prova quando ha superato la serba Irina Spanovic (poi seconda con 6.81), rimasta al comando fin dalle prime battute di gara.
Rush finale della bellissima Dariya Klishina che vola a 6.65 solo all’ultimo tentativo a disposizione, pareggiando così la misura della tedesca Malaika Mihambo, vincitrice in Coppa Europa. La russa, però, ha una seconda misura migliore (6.53 contro 6.51) e si guadagna il diritto di salire sul podio.
Tiffany Porter si tinge d’oro sui 100m ostacoli. La 26enne britannica, bronzo mondiale in carica ma mai capace di trionfare in una competizione internazionale (il suo palmares è pieno di argenti), riesce finalmente a mettersi al collo un meritatissimo oro.
La ragazza, con padre nigeriano e madre di origini africane, nata negli USA, è uscita benissimo dai blocchi di partenza e ha conquistato subito un metro di vantaggio nei confronti della grande rivale Cindy Billaud. Il duello con la francese è stato meraviglioso, in sincronia su tutte le barriere, con la transalpina che risucchiava millimetro su millimetro. Non basta. Oro alla Porter (12.76), argento alla Billaud (12.79), bronzo a sorpresa alla tedesca Cindy Roleder (12.82, ci si aspettava una teutonica ma la Hilebrand che invece è sesta in 13.01).
Andrei Krauchanka ritorna grande! Il vicecampione Olimpico di Pechino 2008 sale sul gradino più alto del podio del Decathlon, al termine di una due giorni complicatissima (la prova del salto con l’asta si era interrotta a metà per pioggia e conclusasi solo a inizio serata).
Il bielorusso era balzato in testa proprio al termine dell’asta, poi ha tirato una bomba da 68.11 con giavellotto e lì ha chiuso i conti, controllando poi nei 1500m finale: 8616 punti, miglior prestazione mondiale stagionale.
Argento al francese Kevin Mayer (8521) aiutato dai connazionali Querin e Geffrouais che imprimono un ritmo forsennato sui 1500m e gli consentono di recuperare la sessantina di punti che lo separava dall’argento. Bronzo al russo Ilya Shkurenyov (8498, personale). Male la Germania che a un certo punto della gara sembrava poter vincere il decathlon: quinto Arthur Abele (8477), sesto Kai Kazmirek (8458), settimo Rico Freimuth (8308).
Grandissima impressione fornitaci da Libania Grenot. La nostra Panterita corre una grande semifinale dei 400m, controllandosi, con un bel gesto tecnico, risparmiandosi nel finale: il margine è ampio. 51.47, preceduta solo dall’ucraina Olha Zemlyak (51.24). Rischia tantissimo la favorita Christine Ohuruogu (52.56) che si salva da una clamorosa eliminazione solo nel finale. Clicca qui per la cronaca e per sapere di più sulla nostra azzurra.
Le semifinali dei 400m ostacoli ci regalano la miglior prestazione europea stagionale. Ci pensa un superlativo Rasmus Maegi che stampa un ottimo 48.54, migliorando il già suo 48.87 (ed è anche record nazionale). Sarà lui il super favorito per l’oro, ma impressiona lo svizzero Kariem Hussein (49.16 con una seconda parte di gara impressionante dopo una prima metà quasi sonnecchiante).
Record nazionale anche per il finlandese Oskari Moro (49.08). Per le medaglie interessanti anche i russi Denis Kudryavtsev (49.09) e Timofey Chalyy (48.69), i tedeschi Felix Franz (48.96, personale) e Varg Koenigsmark (49.12). All’atto conclusivo anche anche il serbo Emir Bekric (49.21).
Nelle semifinali degli 800m ben impressiona il favorito francese Pierre-Ambroise Bosse (1:45.94), ma i due rivali polacchi Adam Kszczot (1:47.12) e Marcin Lewandowski (1:47.14) controllano bene la situazione. Eliminato Giordano Benedetti (settimo e ultimo nella sua serie, 1:48.58). L’azzurro, dopo la brutta figura della batteria, non riesce a cambiare il ritmo: parte a spron battuto per evitare di arrivare ai 200m intruppato nel gruppo, ma poi non ha visibilmente la gamba per tenere il ritmo dei più forti.
Le qualificazioni del salto triplo non regalano sorprese clamorose, nonostante il tanto vento. Si mettono in evidenza subito le due favorite per l’oro, uniche due a superare la norma di qualifica fissata a 14.20: l’ucraina Olha Saladukha (14.42) e la russa Yekaterina Koneva (14.21). All’atto conclusivo anche: la russa Irina Gumenyuk (14.18), la spagnola Ruth Ndoumbe (14.01), la tedesca Kristin Gierisch (13.91), la slovacca Dana Veldaova (13.86), la tedesca Jenny Elbe (13.83), la slovena Snezana Vukmirovic (13.78), la portoghese Susana Costa (13.76), la russa Alsu Murtazina (13.76), la bulgara Gabriela Petrova (13.72), la rumena Cristina Sandu (13.67).
Mediocre (e non solo…) la prova di Darya Derkach: 13.06 come miglior misura, 21esima su 22 atlete partecipanti. Vista la stagione pessima, era rimasta sotto giudizio tecnico fino all’ultimo: legittimo chiedersi cosa si sia verificato…
Nulla di particolarmente rilevante nelle semifinali dei 400 metri maschili. Il miglior tempo è del britannico Matthew Hudson-Smith (45.30), ma ben impressiona anche il belga Jonathan Borlée (45.38), record nazionale per l’israeliano Donald Sanford (45.39). In finale anche il britannico Martyn Rooney (45.40), il polacco Jakub Krzewina (45.47), lo spagnolo Samuel Garcia (45.58), il britannico Conrad Williams (45.85), il tedesco Kamghe Gaba (46.01).
Matteo Galvan davvero non gira e si era già visto ieri in batteria. Brutta controprestazione per il veneto che si ferma al sesto posto della seconda serie (46.32).
(foto IAAF)