Atletica
Atletica, Europei 2014 – Mekhissi squalificato? Il regolamento squalificherebbe tutti!
Mahiedine Mekhissi-Benabbad è stato squalificato per aver tolto la maglia: due scuole di pensiero contrarie tendono a condannare o assolvere il siepista francese, nel tentativo di privilegiare un’interpretazione letterale del regolamento o, al contrario, di voler preservare quello che è stato il verdetto della pista.
Sul regolamento ci sarebbe poco da dire, il documento ufficiale della IAAF è chiaro: gli atleti devono indossare la tenuta di gara per tutta la durata della competizione, afferma l’articolo 143.1, riguardante l’abbigliamento degli atleti, e questa divisa deve essere quella della nazionale nelle competizioni internazionali. Ma l’ultima parte di questo comma parla altrettanto chiaro: “La cerimonia di premiazione ed il giro d’onore sono considerati parte della competizione a questo fine“.
A questo punto, se davvero dovessimo applicare il regolamento in modo letterale, dovrebbero essere squalificati tutti gli atleti che tolgono la maglia dopo il traguardo, a partire dal discobolo tedesco Robert Harting, celebre per strappare la propria maglia, e che quest’anno ha modificato il proprio rituale sfilando la stessa. Si può poi pensare allo stesso Mekhissi, ed al suo scambio di maglie con Ezekiel Kemboi alle Olimpiadi di Londra, quando il keniota conquistò la medaglia d’oro ed il francese quella d’argento, oppure all’esultanza dello svizzero Kariem Hussein dopo la vittoria sui 400 metri ostacoli ieri sera.
Mekhissi non è infatti stato squalificato per comportamento antisportivo, come alcuni avrebbero voluto far credere: per questa infrazione gli è stato assegnato un cartellino giallo. La squalifica è avvenuta, come dice il referto ufficiale, per gli articoli 143.1, quello già citato sull’abbigliamento, e 143.7, sulla visibilità del pettorale.
In fin dei conti, se volessimo privilegiare la lettura letterale del regolamento, bisognerebbe ricordare che il giro d’onore a torso nudo è una pratica non così anomala, così come quella di scambiarsi le magliette è abbastanza frequente nel decathlon. In conclusione, se davvero si volesse applicare questo regolamento, andrebbero riviste molte classifiche delle grandi competizioni.
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giulio.chinappi@olimpiazzurra.com
Luca46
16 Agosto 2014 at 15:06
Benissimo allora squalifichiamoli tutti. Sta di fatto che se proprio vogliamo dirla tutta per il giro d’onore è consuetudine chiudere un occhio, una sorta di regolamento non scritto ma se bisogna allora applichiamolo e squalifichiamo tutti come da regolamento e così come dovrebbe essere.
Sicuramente Mekhissi è stato solo ammonito per comportamento antisportivo il che significa che il comportamento è comunque stato ritenuto antisportivo e forse li è stato l’errore perché meritava il rosso. Chiaramente il ricorso fa appiglio a quella che era la norma indiscutibilmente violata. Se si fosse tolto la maglia dopo il traguardo nessuno avrebbe presentato ricorso e nessuno sarebbe stato squalificato proprio per un motivo di buon senso.
E’ inutile che ci giriamo intorno, a prescindere dalla norma violata, Mekhissi è stato squalificato per antisportività e per teatralità esagerata, per il momento ed il modo in cui tutto ciò è avvenuto. E’ questo il motivo che ha indotto la giuria a sanzionarlo. Insomma l’ha fatta fuori dal boccale, non si poteva chiudere un occhio in questo caso. Probabilmente se si fosse tolto la maglia due metri prima del traguardo e non fosse andato in escandescenza non sarebbe stato squalificato (forse), in quel caso non avrebbero guardato la pagliuzza nell’occhio. Non fosse stato squalificato dopo il ricorso sarebbe stato pretesto per consentire le piu’ immani pagliacciate anche durante la gara. Per fortuna questa sanzione dovrebbe fare da giurisprudenza anche per futuri raptus genialoidi. Mi auguro di non rivedere piu’ scene del genere. Se poi il problema è Harting, bene squalifichiamo pure lui.
alebi
16 Agosto 2014 at 10:21
Credo che quello che pochi facciano finta di capire o accettare è che Mekhissi è stato squalificato per motivi puramente tecnici e non comportamentali. Il regolamento infatti non va (giustamente, non siamo mica in un clima dittatoriale) a toccare la sfera dell’educazione. Questa dipende da persona a persona e purtroppo non ci si può far nulla. Io ad esempio non sopporto gli atleti che sputano per terra, ma siamo in una competizione non in un collegio (svizzero LOL). Però proprio perchè esiste una regola TECNICA ben chiara non capisco la difesa indifendibile che la federazione francese vorrebbe far passare.
Poi però ribadisco che il regolamento andrebbe alleggerito perchè con tutti i suoi cavilli e le sue precisazioni, per assurdo, porta a guardare con la lente di ingrandimento ogni comportamento e così si potrebbe trovare una “scorrettezza” in praticamente ogni gesto. Ma è proprio questo che vogliamo? L’atleta nel pieno del fervore agonistico non ha la lucidità tale per comportarsi come un collegiale e dovrebbe essere lasciato libero di esultare come meglio si sente per una vittoria tanto sudata, sulla quale ci si sta dietro un anno intero con fatica, lavoro, frustrazioni, problemi….
Trovo assurdo anche che molti atleti debbano coprire alcuni sponsor, marche ecc… Se loro si trovano meglio con un certo paio di scarpe o hanno una fonte di sostegno economico, perchè poi non sono liberi di usarlo/farlo vedere? Quindi una rivisitazione alle voci riguardanti divise, abbigliamento ecc si potrebbe anche fare.