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Atletica, Europei 2014 – Meucci: estro, fantasia, serietà. Il coraggio della programmazione

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Forse non ci credeva nemmeno lui. O forse era tutta pretattica. Questo lo può sapere solo il nuovo Campione d’Europa. Con la sua mentalità da ingegnere di robotica, misurato e mai banale, aveva calcolato tutto nel minimo dettaglio. Anche quei 10000m di mercoledì che hanno fatto storcere il naso a (quasi) tutti.

Daniele Meucci è salito sul tetto del Vecchio Continente nella Maratona, la specialità più affascinante dell’intero programma di atletica leggera, con una prestazione coinvolgente ed emozione. Tutto frutto dell’estrema preparazione e di una grande programmazione. Si era puntato sui 42km già lo scorso anno, ci si è avvicinati con la mitica New York, ci si è rodati con allenamenti mirati e puntigliosi, si è collaudato il tutto nella sfida in pista di quattro giorni fa, delusa solo con il sesto posto.

Era solo alla terza Maratona della carriera, praticamente vergine nella disciplina, ma ha subito conquistato il successo di prestigio. Il cambio tra fondo e 42km si è rivelato subito vincente, un’escalation di medaglie europee: bronzo a Barcellona 2010, argento a Helsinki 2012, oro a Zurigo 2014. Ci è voluto tanto per convincerlo a incrementare la distanza, ma finalmente…

 

Aveva messo le mani avanti, affermando di non aspettarsi chissà cosa. In realtà voleva farci un regalino di fine Europei, per rimpinguare ulteriormente il bottino di una spedizione azzurra che, in un modo o nell’altro, raggiunge complessivamente una buona sufficienza.

La sua azione definitiva è un mix di estro, fantasia, intelligenza tattica. Ha aspettato il momento giusto, quando gli avversari iniziavano a soffrire la distanza, mentre davanti lo show di Chabowski ravvivava una gara spettacolare. Il 31esimo chilometro è stato il momento dell’attacco decisivo: spinto dal suo acume, incoraggiato dallo stesso CT Magnani a bordo strada, ha deciso di piazzare la stoccata spacca gambe. La rimonta sul fuggitivo polacco è stata incalzante ed entusiasmante. Gli ultimi cinque chilometri un assolo da antologia, la giusta passerella per una vittoria cercata e meritata per strada.

Perfetta anche la tecnica italiana. Altro esempio di serietà, programmazione, studio. Il 40enne esperto Ruggero Pertile spesso a scandire il ritmo e a dare consigli ai compagni. Lalli che ha spinto fortissimo sulla terza ascesa, prima di ritirarsi. Ecco, peccato per il ritiro del molisano, nota stonata di giornata, che ci ha impedito di conquistare la Coppa Europa per Nazioni.

 

Ha vinto un uomo comune, pulito, limpido, tranquillo e pacato. Un 28enne, già padre di famiglia con due figli, laureato, che ha sempre mescolato gli impegni accademici con l’atletica. Un bel volto per la specialità azzurro, per la nostra Italia. Un ragazzo come tanti. Anzi, come pochi. Capace di volare sulle strade elvetiche e di regalarsi una grande domenica.

La Maratona italiana è vivissima: oro al maschile, oro (a squadre) al femminile, argento mondiale in rosa (anche se al maschile non c’era nessun azzurro a Mosca 2013). Ora tutti concentrati verso i Mondiali 2015, ma soprattutto verso le Olimpiadi 2016: ci saranno gli africani, ma un Meucci tirato a lucido…

 

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(foto FIDAL/Colombo)

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