Beach Volley

Beach volley, Il pagellone della settimana. I Lupo si fermano in finale ma a vincere è il beach volley

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Lupo/Nicolai. Disputano la seconda finale della carriera in un Grand Slam ma stavolta non c’è scampo contro i brasiliani che decidono di fare i brasiliani. Resta un grandissimo torneo, aperto e chiuso da due partite non all’altezza dalla coppia azzurra che ritrova comunque antiche sensazioni. Nicolai che torna a murare e battere come sa, Lupo che torna il “drago” in difesa e, esclusa la finale, si fa rispettare in attacco. Giudizio altissimo ma i margini di miglioramento ci sono ancora e quei primi set tirati via senza lottare non sono segnali di sicurezza. Voto 9.

Menegatti/Orsi Toth. Vale la pena insistere, quindi. Arriva la prima semifinale della stagione, la terza assieme, quando in pochi ci avrebbero scommesso. Giocano due ottime partite con Dubovcova/Nestarkova (bronzo a Long Beach) e con le tedesche Borger/Buthe che avevano fatto fuori nientemeno che Kessy/Ross. Poi si impantanano sulla battuta di Juliana/Antonelli e non ne vengono più fuori. La strada da fare per puntare in alto è ancora lunga e questo risultato darà fiducia e punti per evitare brutte sorprese. Voto 8.

Ingrosso/Ingrosso. Le qualificazioni, giocate su due partite soprattutto, succhiano energie che poi non si anno quando si devono incontrare coppie più forti e più fresche. La qualificazione ai sedicesimi, in un girone obiettivamente durissimo, sarebbe già stato un gran risultato. Non è arrivato. La coppia stenta a decollare ma è lì, sul pezzo e può ancora crescere. Voto 6.5.

Ranghieri/Tomatis. Prima qualificazione e subito fuori. Non tira una buona aria da queste parti. C’è aria addirittura di smobilitazione. La coppia non funziona, manca il mordente e la cattiveria per uscire da questa situazione sempre più complicata. Cambiamenti in vista? Ancora nulla di ufficiale ma di questo passo si rischia di precipitare. Voto 5.

Manni/Manni. C’è sempre una prima volta. In questo caso ce ne sono addirittura tre: primo podio, prima finale e prima vittoria in una tappa del campionato italiano, tutto in una volta. Non sbucano dal nulla, hanno l’esperienza giusta e da un po’ stavano crescendo, i fratelli romani allenati da Gianni Mascagna che ha lavorato duro e oggi raccoglie i frutti. Per il titolo tricolore ci sono anche loro. Voto 7.5.

Vanni/Lupo. Belli da vedere ma con qualche amnesia di troppo. Vanni in certi frangenti fa ombra con il muro ed è devastante in attacco, Lupo è un giocatore di equilibrio ma i black out arrivano quando meno te li aspetti. Già rischiano troppo in semifinale contro Caminati e Rossi, facendosi rimontare per ben due volte nel finale, poi nell’atto conclusivo tirano il freno a mano con il treno lanciatissimo dopo il primo set. Risultato: stavolta niente oro e qualche rimpianto perché quando si è più forti bisogna vincere. Voto 6.5.

Rossi/Caminati. Altro torneo sul filo della perfezione. Sabato senza macchia, domenica arriva la sconfitta davanti a parenti e amici ma i due giovani romagnoli non si scompongono e vanno a prendersi il bronzo e il quarto podio in quattro tornei di livello nazionale a cui hanno partecipato assieme quest’anno. Ora si apre il dilemma in seno alla nazionale. Dividerli per permettere loro di fare qualche esperienza internazionale oppure lasciarli assieme e partire dai satellite Cev, come Vaduz di questa settimana? A Paulao l’ardua sentenza. Per ora bene così. Voto 7.

Momoli/Bacchi. In Italia sono la coppia numero uno con distacco su quasi tutte le altre (Mazzulla e Lo Re, al meglio, forse possono contrastarle). La conferma arriva Adriatica dopo lo schiaffone della scorsa settimana a Marina di Grosseto e quello subito da Bacchi a Klagenfurt in qualifica in coppia con Zuccarelli. Torneo senza macchie e successo meritato. Voto 7.5.

Benazzi/Toti. La settimana scorsa il trionfo a Marina di Grosseto, quasta settimana la finale e l’argento ad Alba. Crescono le due ragazze sempre in odore di azzurro. Giocano bene, pur con qualche amnesia e black out e restano in pole position per eventuali esperimenti targati Europa o addirittura World Tour. Voto 7.

Sette/Mazzon e Frasca/Giometti. Le due coppie azzurre impegnate nel Mondiale Under 19 di Matosinhos tornano a casa con un bilancio positivo in tema di vittorie ma con un 17mo posto tutto sommato deludente per quello che si poteva sperare. Sette/Mazzon, fra gli uomini, chiudono con quattro vittorie e due sconfitte, mentre Frasca/Giometti tre successi e altrettante sconfitte e quella delle ragazze brucia ancora di più perché le cinesi che le hanno eliminate sono uscite subito dopo. Voto 6.

Brasile. Quattro tornei in giro per il mondo e quattro successi. Una coincidenza più unica che rara nel beach di oggi, globalizzato e che si gioca davvero in tutti i cinque continenti. In Brasile, però, si gioca di più e meglio e i “digiuni” potranno anche durare dieci mesi ma prima o poi finiscono. Guardiamo con attenzione a quel mondo (Paulao non può non averne) e facciamo in modo che, dopo la generazione attuale, in Italia i digiuni non debbano durare molto più a lungo di dieci mesi.  Voto 10.

Conte/Sanguanini. Sono passati 18 anni da quella domenica di pioggia a dirotto in cui si laurearono campioni italiani di beach, battendo Babini/Solustri in finale con l’ex telecronista Rai Giorgio Martino e il sottoscritto unici spettatori, fradici sotto l’ombrellone e con Camila, la figlia di Conte, che aspettò papà al ritorno a Catania per nascere. In un sabato di sole sbaragliano il campo in un torneo Over 100 (a coppia) da urlo. In finale stavolta un altro pluriscudettato indoor, Franco Bertoli: abbattuto. Highlander. Voto 9.5 (mezzo voto in meno perché troppo spietati).

Il beach volley. Metti una sera a cena, nella culla del beach, rigorosamente sulla sabbia, con tanti campioni del passato e anche del presente, parlando solo o quasi di beach volley (fortunatamente anche del futuro), risentendo storie per la ventesima volta o ascoltandone delle nuove, sempre sorprendenti, constatando che la sabbia, quando c’è di mezzo una rete, favorisce le amicizie, quelle vere, che durano anche trent’anni o forse qualcuno in più. Torni a casa e sei sempre più sicuro che ti sei appassionato alla disciplina giusta. Voto 10.

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