Biathlon
Biathlon, Michela Ponza da atleta a tecnico: “Sto imparando molte cose, abbiamo dei giovani motivati”
In vista dei Campionati Italiani di biathlon skiroll che si svolgeranno la settimana prossima in Val Martello, abbiamo intervistato una ragazza che conosce bene quello stadio. Stiamo parlando della gardenese Michela Ponza, la quale ha da pochi mesi terminato l’attività di atleta e si è già messa all’opera come tecnico della Fisi e delle Fiamme Gialle. Seguirà le prestazioni al poligono della formazione degli aggregati, supportandoli con l’esperienza per i numerosi (ben quindici) anni trascorsi in Coppa Del Mondo.
In tanti sono stati presenti a Frassinoro per salutare la tua ultima performance, che emozione è stata?
“A Frassinoro è stata una vera e propria festa del biathlon. Faccio un grosso complimento agli organizzatori per questa manifestazione! È vero, è stata la mia ultimissima gara e mi sono divertita un sacco! Senza pressioni di nessun tipo, ho praticato il mio sport per molti anni, con il sorriso nel cuore e non nascondo che dopo la mia ultima serie mi è venuta un po’ di malinconia. Ma penso che faccia parte del gioco, dopo tanti anni appendere sci e carabina al chiodo fa un certo effetto…”.
Quali sono le tue sensazioni alla prima stagione lontana dall’attività agonistica? Stai seguendo il lavoro di quelle che sono state le tue compagne/i?
“Finora non mi sono pentita della mia scelta, anzi, sto molto bene! Faccio qualche allenamento, ma è totalmente diverso da prima: posso farlo quando ne ho voglia, non ho un programma con tempi e intensità da seguire, quindi è per il puro piacere di muovermi. Ho avuto la possibilità di rimanere nel Gruppo Sportivo delle Fiamme Gialle, che ringrazio moltissimo per avermi sostenuta nei miei anni da atleta e per darmi la possibilità di poter trasmettere da tecnico la mia esperienza. Per questo motivo sono al corrente di quello che fanno quelle che sono state le mie compagne e ho il piacere di poterne seguire alcune sul campo”.
Nelle tue competenze da tecnico, oltre al tiro ti occuperai anche degli aspetti atletici del lavoro di preparazione?
“La Fisi mi ha dato l’incarico di coordinare la squadra degli aggregati, che farà qualche raduno con la squadra B. Ho l’opportunità di lavorare con tecnici di esperienza e sto imparando molte cose. La maggior parte del mio lavoro lo svolgo al poligono, dove ci confrontiamo tra tecnici sugli errori e le cose da migliorare degli atleti”.
In che modo influisce il lavoro del tecnico dal tuo punto di vista sulle performance dell’atleta, a livello tecnico, atletico e soprattutto mentale?
“Penso che il tecnico non sia solo la persona che insegna la tecnica, ma anche un punto di riferimento per l’atleta. Dovrebbe essere colui che ascolta i suoi dubbi e lo rassicura, colui che c’è nei momenti in cui le cose non girano come si vorrebbe. La persona che gli dà fiducia e la carica giusta prima di una gara. Sarebbe bello se l’allenatore fosse anche un amico con cui confidarsi, visto che di tempo se ne passa molto insieme. Il biathlon poi si sa, è uno sport in cui la testa gioca un ruolo essenziale e bisogna cercare di curare anche l’aspetto mentale. Qualche parola sbagliata detta prima di una gara può rovinare ore e ore di allenamento… Per tirar fuori il 100% di un atleta bisogna ricordarsi che prima di tutto è una persona, e non solo l’agonista che indossa un pettorale. So che non è facile essere tutto questo, ci vorranno anni di esperienza per imparare”.
Come valuti questi primi tre ritiri (Valdidentro, Les Plans D’Hotonnes e Forni Avoltri) con i ragazzi delle giovanili e dell’under 26? Qualcuno/a ti ha colpito particolarmente o per il quale hai visto dell’ottimo potenziale?
“I ragazzi sono tutti motivati, lavorano concentrati e ce la mettono tutta. Sono giovani e cresceranno ancora. Nei prossimi anni ci daranno molte soddisfazioni!”
Lo staff con cui stai lavorando in questo momento è composto da Alex Inderst (tuo allenatore fino a poco fa), Renè Laurent Vuillermoz e David Wieser. Come vi dividete i compiti tecnici e come ti trovi con i tuoi nuovi colleghi?
“Sono molto contenta di poter lavorare con loro. Essendo alle prime armi, sono molte le cose che mi ritrovo a fare per la prima volta. La loro esperienza mi è di grandissimo aiuto e oltretutto sono molto disponibili e pazienti…”.
Hai nostalgia degli skiroll e della tua rifle?
“Devo dire che la vita da atleta mi manca molto meno di quanto pensassi. Ho fatto qualche giro in skiroll, mezzo di allenamento che mi è sempre piaciuto molto, e ogni tanto vado a correre, ma lo faccio per puro divertimento. La carabina invece mi manca un po’ di più. Sparare è per me una sfida con se stessi, è porsi degli obiettivi, soprattutto mentali, e provare a raggiungerli. Ogni tanto sparo qualche colpo, la passione per il tiro è rimasta e ci sarà sempre, ma manca l’atmosfera della gara e penso che quando inizierà l’inverno questa sarà la cosa di cui avrò un po’ di nostalgia…”.
Foto: Serge Schwan (FISI)
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