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Ciclismo
Ciclismo: ufficiale il ritiro di Jens Voigt
Anche le locomotive a volte si fermano e non ripartono più: l’età si fa sentire per tutti, persino per i colossi più potenti, più inesauribili, che sembravano eterni. Metaforicamente, Jens Voigt è sempre stato una locomotiva: alto e ben piazzato, capace di sviluppare velocità impressionanti quando la strada spianava, impegnato a stantuffare sui pedali spingendo rapporti impossibili. E magari sbuffando, di tanto in tanto.
Da ieri, Jens Voigt non sbuffa più, o perlomeno non davanti alle telecamere. 43 anni da compiere alle porte dell’autunno, il ragazzo originario di Grevesmühlen, nel Meclemburgo-Pomerania, ha tenuto fede alla promessa fatta nello scorso inverno: il 2014 era la sua ultima stagione, da concludere con l’Usa Pro Challenge dove peraltro non ha fatto mancare estenuanti tentativi di fuga. Già, perché questo era e sarà sempre il marchio di fabbrica di un Passista con la P maiuscola: attaccare. Da solo. In pianura. Contro tutti. Certo, Jens non lesinava tirate in testa al gruppo per i propri capitani, ma quando c’era una fuga buona…lui c’era. E a 10, 15 km dall’arrivo se ne andava in solitaria per involarsi verso la vittoria.
Lo ha fatto per ben 59 volte in carriera, lungo 18 stagioni: ha vinto due tappe al Tour de France indossando per due giorni la maglia gialla, si è imposto in una frazione del Giro d’Italia (a Varese, nella premondiale del 2008), ma anche nelle classifiche finali di Giro del Mediterraneo e Giro di Polonia, a conferma della sua incredibile solidità. Poi Jens, corridore vero, era uno che se prendeva parte ad una corsa, la concludeva sempre, anche nelle condizioni più difficili: non si spiegherebbero altrimenti 17 Tour de France portati a termine e, credeteci, in almeno due o tre giornate di ciascuna edizione della Grande Boucle ci provava, da solo o in compagnia, attaccava e sbuffava. Come ha sempre fatto, persino negli ultimi giorni di corsa: sarebbe stato fantastico vederlo chiudere con un successo in solitaria, ma gli déi del ciclismo non hanno voluto così. Jens avrà sbuffato un’ultima volta, nascondendo però un sincero sorriso.
A questo link un videotributo alla carriera del tedesco:
foto: pagina Facebook Jens Voigt
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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com