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Golf, PGA Championship 2014: Manassero e i Molinari per farci sognare ancora

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Nella mente di tifosi ed appassionati, è ancora ancora vivido il ricordo della classifica del recente Open Championship. I tre italiani nei primi 20 rappresentano uno dei momenti più entusiasmanti per il golf italiano, il segno tangibile di come i Big Three stiano riscrivendo le pagine di storia del movimento nostrano e che il mirabolante BritIsh Open di tre settimane sia soltanto un punto di partenza. La nuova sfida, ora, si chiama PGA Championship, decisamente più ostica ed impervia rispetto al Major britannico, maggiormente adeguato alle caratteristiche dei tre moschettieri azzurri.

Il Valhalla, in apparenza si addice poco al talento di Francesco ed Edoardo Molinari e di Matteo Manassero, in primis naturalmente per la lunghezza e per i tratti tipicamente statunitensi del percorso. La sola precisione dei colpi non basterà per coprire con la sufficiente qualità le lunghe distanze, in quanto nessuno dei tre ha nelle proprie corde drive chilometrici, differentemente da fuoriclasse come Bubba Watson o Rory McIlroy. Soprattutto per Francesco Molinari, dunque, la discriminante sarà il putt. Chicco rimane la speranza azzurra più concreta al momento per un piazzamento di prestigio, ma dovrà essere in grado di imprimere una svolta al suo gioco sui green, povero di efficacia (per usare un eufemismo) durante il Bridgestone Invitational, come hanno testimoniato i 18 ed i 17 Par del secondo e del quarto round. Qualche one putt in più, accompagnato dalle solite elevate percentuali di fairway e green presi con i colpi regolamentari, e per il minore dei fratelli potrebbero aprirsi spiragli interessanti.

Dopo i progressi mostrati allo Scottish Open e all’Open Championship, per Manassero si tratta quasi di una prova del nove. Il veronese è chiamato a dimostrare di aver metabolizzato definitivamente il lavoro svolto nella prima metà dell’anno e di saperne raccogliere i frutti con continuità. Lo scorso anno, proprio con il quarto Major stagionale Manny riuscì a sfatare il tabù dei tagli in uno Slam, per poi concludere, però, sul fondo della classifica. Se non è lecito attendersi una prestazione simil-British Open, perlomeno è lecito attendersi qualche miglioramento rispetto ad un anno fa. Non vorrà spezzare l’incantesimo, invece, Edoardo Molinari, rinato dopo lo straordinario settimo posto conquistato al Royal Liverpool, con cui ha idealmente ricostruito il terzetto di fuoriclasse azzurri poco ammirato finora.

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

Foto: La voce del golf

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