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Nuoto: dopo gli Europei, si pensa ai Mondiali. All’Italia (ed all’Europa) serve il salto di qualità

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Gli Europei di nuoto si sono conclusi a Berlino con un ottimo bilancio azzurro, con quindici medaglie di cui cinque d’oro (parliamo qui solo del nuoto in piscina). Ma quante di queste medaglie potrebbero ritrovarsi al collo degli italiani ai Mondiali di Kazan’ 2015?

La verità, come dimostrato dai concomitanti Giochi Panpacifici, è che il centro del mondo natatorio si trova proprio nell’Oceano Pacifico, con Paesi come Stati Uniti ed Australia, ma anche Cina e Giappone, che sembrano avere qualcosa in più. Russia e Germania hanno perso negli ultimi anni quel ruolo di grande potenza natatoria che hanno giocato per decenni, l’Italia sta cercando di riacquisirlo dopo qualche passaggio al vuoto, la Francia è alle prese con qualche ritiro di troppo dopo essere stata la prima nazione europea tra il 2010 ed il 2013, la Gran Bretagna deve ancora trovare conferme in sede iridata per confermare quanto di buono fatto vedere a Berlino.

Cronometro alla mano, quindi, cosa resterebbe delle medaglie vinte nella piscina tedesca?

All’Italia resterebbero soprattutto le medaglie dei mezzofondisti. Gregorio Paltrinieri ha stabilito un grande crono sui 1500 metri, anche se vanno fatti i conti con l’assenza dai bilanci mondiali del 2014 del cinese Sun Yang. Sugli 800 metri, Gabriele Detti e lo stesso Paltrinieri hanno i due migliori tempi dell’anno, anche se i crono di riferimento restano quelli degli assoluti di Riccione. Federica Pellegrini, invece, è quarta sia sui 200 che sui 400 metri.

La Gran Bretagna, vera dominatrice degli Europei di Berlino, conta soprattutto sulla gioventù dei propri atleti, che però è anche sinonimo di inesperienza. Ad ogni modo, a brillare nelle classifiche mondiali dell’anno sono soprattutto i ranisti Adam Peaty (primo sui 50 e sui 100 m) e Ross Murdoch (200 metri).

La Francia può contare su un Florent Manaudou che sembra non smettere di migliorare, in grado di competere oramai al massimo livello anche sui 100 metri, su Camille Lacourt, che nonostante l’assenza agli Europei conserva il miglior crono mondiale dell’anno sui 50 metri dorso, e sulla staffetta veloce, in attesa che Yannick Agnel torni ai suoi livelli abituali.

Per il resto, altre atlete europee di massimo livello, cioè che vantano il miglior tempo mondiale dell’anno in almeno una specialità, sono la svedese Sarah Sjöström, la lituana Rūta Meilutytė, la spagnola Mireia Belmonte García e l’ungherese Katinka Hosszú che hanno già dimostrato di saper vincere contro qualsiasi concorrenza. A sorpresa, infine, c’è il miglior crono di Andriy Govorov (Ucraina) sui 50 metri farfalla, quello fatto segnare nelle batterie della competizione continentale, ma che non ha avuto seguito al momento decisivo.

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giulio.chinappi@olimpiazzurra.com

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