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Nuoto, Europei 2014: le pagelle degli azzurri. Pellegrini immensa, Dotto e Leonardi brillano

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BERLINO – Un oro diviso quattro, ma con la chiara firma di Federica Pellegrini incisa sopra. La 4×200 stile libero femminile fa risuonare l’inno di Mameli al velodromo di Berlino: sul podio Alice Mizzau, Chiara Masini Luccetti, Stefania Pirozzi e appunto la Divina autrice di un’immensa rimonta. Poi giornata positiva per i velocisti e le delfiniste, mentre nei tuffi gli azzurri rischiano ma non vengono ripagati a dovere.

 

Federica Pellegrini, 9: sull’impresa non si discute. Resterà nella nostra mente per sempre perché non si può dimenticare una rimonta così. Sul tempo, un po’, si può discutere: 1’56” lanciato può voler dire tutto o niente. Sta di fatto che la Sjoestroem ha fatto 1’53” che è molto, molto meno e le sue avversarie di domani sono lì con lei.

Chiara Masini Luccetti, 8: miss spareggio era uscita dalla 4×100 ed entrata nella 4×200 per il rotto della cuffia. Bisogna farsi sempre trovare pronti nello sport e lei si presenta al momento giusto e contribuisce all’oro azzurro con una frazione di qualità.

Stefania Pirozzi, 8.5: il suo europeo è qui. Una frazione nella quale va a riprendere la Svezia e getta le basi per l’oro. Non era piaciuta nei misti, piace a stile libero e porta a casa un successo di grande spessore.

Alice Mizzau, 6.5: se l’Italia soffre fino all’ultimo metro una buona dose di responsabilità è sua. Una prima frazione al di sotto delle attese che mette nelle condizioni tutte le altre di recuperare. Che non fosse la migliore Mizzau si era capito ed è stata brava a gestire la non perfetta condizione di forma.

Matteo Pelizzari 7.5: good work Matteo! Lotta testa a testa con i grandi della specialità in Europa e porta a casa un quinto posto con il record personale nei 200 farfalla. La medaglia era oggettivamente inarrivabile però ha lottato ed è piaciuto.

Carlotta Zofkova, 6.5: non si migliora la romagnola allenata da Gyertyanffy. Tiene le posizioni, deve combattere con partenza e virata altamente deficitarie, fa sperare sempre nell’esplosione che finora non è arrivata in modo deflagrante ma era alla sua quarta finale europea della carriera.

Arianna Barbieri, 6: non è la Barbieri del 2012 ma neanche del 2013. La ragazza ha voglia di risalire la china e tornare grande e lo dimostra ma i tempi non sono ancora da protagonista assoluta della specialità.

Luca Pizzini, 6.5: per tre quarti di gara fa ben sperare per almeno migliorare il personale che non arriva per un decimo. La finale era l’obiettivo minimo ed è arrivato.

Martina Rita Caramignoli, 6: non si poteva sperare in una gara da protagonista, nel mezzofondo non si inventa nulla però il sesto posto con quella volata finale lascia ben sperare per il futuro che, a Berlino, si chiama 1500 stile libero che lei preferisce.

Giulia De Ascentis, 7: strappa con i denti la finale nei 200 rana chiudendo terza la sua batteria. Brava a impostare la gara e a non andare fuori giri nel momento decisivo. Domani proverà a fare ancora meglio.

Ilaria Bianchi, 7: da due anni non scendeva sotto i 58″ che nei 100 farfalla sono l’eccellenza. Stampa un 57″84 al mattino che potrebbe fruttare addirittura una medaglia, poi al pomeriggio soffre e delude ma entra comunque in finale dove può succedere di tutto.

Elena Di Liddo, 7: chirurgica attorno ai 58″, muro che aveva abbattuto a Roma. Brava soprattutto in semifinale a tenersi alle spalle la Bianchi e a giocarsela con le big. Sembra aver superato le difficoltà del debutto e domani potrebbe stupire.

Luca Dotto, 8: sta bene e si vede sia in batteria sia in semifinale dove soffre nei primi 50 ma esce bene nella vasca di ritorno. Può essere protagonista in una finale senza padroni.

Luca Leonardi, 8.5: non è più solo “il quarto componente della staffetta 4×100”. E’ un signor interprete dei 100 sl ed è arrivato a Berlino con una condizione strepitosa. Se vincerà l’emozione di scendere in vasca con i galloni del favorito potrà regalare grandi emozioni ma questa giornata lo ha fatto entrare comunque in un’altra dimensione.

Giovanni Tocci, 6.5: una gara che neanche avrebbe dovuto fare e che per poco non si trasforma in un grandissimo risultato per i tuffi italiani al maschile. A metà finale è settimo, poi è tradito da un errore nel triplo e mezzo rovesciato inserito proprio all’ultimo per tentare di aumentare il punteggio e mettere i bastoni tra le ruote ai migliori. Tutta esperienza che tornerà utile per il futuro, a 20 anni il cosentino è uno dei maggiori prospetti dei tuffi azzurri.

Michele Benedetti, 6.5: finale conquistata con 405.50 punti, poi è regolare fino all’errore nel doppio e mezzo rovesciato. Il romano è l’opposto di Tocci: a 30 anni salta con l’esperienza del veterano, i coefficienti non lo aiutano ma è sempre sopra quota 400 punti.

 

Enrico Spada e Francesco Caligaris

 

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Foto da: Enrico Spada

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