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Nuoto, Europei 2014: le pagelle degli azzurri. Tania, Francesca e Federica, chapeau

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BERLINO – Chapeau per le donne d’Italia. Federica Pellegrini, Tania Cagnotto e Francesca Dallapè colorano d’azzurro il pomeriggio berlinese agli Europei di nuoto. Due ori – 200 stile libero e sincro dal trampolino – per confermare un predominio totale nelle proprie gare. Non si tratta di successi improvvisati, ma inseguiti e sudati giorno per giorno. Talento, ma soprattutto concentrazione. E il poker è firmato Martina Caramignoli, che dedica il bronzo dei 1500 stile libero alla nonna scomparsa nei giorni scorsi.

 

Federica Pellegrini, 9: tocca per prima e il resto conta relativamente. Non ci si può esaltare per un Europeo quando ci si chiama Federica Pellegrini però gli esami per lei non finiscono mai e questo è un altro esame superato. Il tempo non è eccezionale, è vero ma ci sono due anni di tempo per crescere e vincere aiuta a crederci.

Martina Rita Caramignoli, 9: si può reagire in tanti modi alle difficoltà che la vita ti mette di fronte. Lei lo fa con la giusta determinazione e va a prendersi un bronzo forse insperato alla vigilia. Si migliora di cinque secondi e ferma il cronometro su un tempo di caratura mondiale. La cura Morini funziona!

Andrea Mitchell D’Arrigo, 5: agli Assoluti stupì nei 200 stile libero, mostrando di poter fare grandi cose. Qui i 200 non li digerisce proprio e “sporca” la grande medaglia d’argento con una prima frazione di staffetta incolore. Peccato perchè poteva essere la ciliegina sulla torta.

Damiano Lestingi, 6: ci si aspettava qualcosa di meglio ma, dopo una partenza a rilento, non riesce mai a mettere il turbo e chiude con un 1’48” lanciato che non risolve i problemi.

Gabriele Detti, 6.5: combatte contro la fatica ma almeno combatte, si vede che mette tutto quello che ha in corpo anche se i risultati non sono apprezzabili. Era piaciuto di più al mattino.

Filippo Magnini, 5.5: non è più un ragazzino e le fatiche dei giorni scorsi si fanno sentire. Prova a tenere a tiro il belga che riesce a sfuggirgli all’ultima virata. Quando perde il contatto con la medaglia molla l’osso e si fa superare anche dagli altri rivali. Non è il Magnini che tutti speravano di vedere.

Aurora Ponselè, 5.5: ha scelto il momento sbagliato per battere il personale, ieri mattina in batteria. Nella finale scompare quasi subito dalla vista delle prime e si stacca progressivamente anche da chi lotta per il bronzo. Stanca con qualche rammarico.

Arianna Castiglioni, 6: i 50 non sono la sua gara, per ora. Punta al record italiano e fallisce l’obiettivo ma non ha grossi rimpianti.

Marco Orsi, 6.5: entra in finale per un soffio, soffrendo tantissimo, dopo avere ben impressionato in batteria. Gli manca qualcosa rispetto all’anno scorso e si vede ma almeno domani se la potrà giocare fino alla fine.

Luca Dotto 5: illude in mattinata, delude al pomeriggio, peggiorandosi e pagando dazio nella semifinale. Mai in partita quando conta, il Dotto di Shanghai è ancora lontano anni luce.

Arianna Barbieri 6.5: rispetto all’anno scorso passo avanti deciso, rispetto alla miglior Barbieri siamo ancora lontani. Però sta ritrovando le sensazioni giuste e fa ben sperare in vista del biennio olimpico. Un quinto posto europeo non è da buttare.

Elena Gemo, 6.5: aspettarsi molto di più sarebbe stato utopistico per un’atleta che si è ritrovata e si migliora regolarmente. Non oggi quando chiude settima con un tempo peggiore rispetto alla semifinale.

Luca Mencarini, 5.5: non sta bene, ha un problema fisico che lo affligge da qualche giorno. Arriva in finale col quarto tempo e crolla alla distanza, pagando dazio anche all’emozione. Finisce ultimo, si peggiora ma di lui risentiremo parlare.

Alessia Polieri, 7: arriva da due anni non facili e vede l’inferno sia in batteria che in semifinale ma recupera alla grande in entrambe le gare strappando due qualificazioni che cambiano il colto alla sua stagione. Domani potrà provare a migliorare il personale.

Stefania Pirozzi, 7: bruttina al mattino, bella al pomeriggio in semifinale quando rompe gli indugi e con coraggio porta a casa un quinto posto che vale la qualificazione in finale.

Andrea Toniato, 6: bastava il personale per andare sul podio. Non coglie l’attimo e chiude al quinto posto che è pur sempre un buon risultato ma non basta.

Erika Ferraioli, 5.5: paga lo sforzo di ieri in staffetta e affonda in semifinale. la giornata è ancora più grigia perchè le viene tolto il record italiano dopo sole due settimane.

Silvia Di Pietro, 7.5: lo ha inseguito una vita, questo record italiano e il giorno che lo riesce a conquistare esce dalla finale per un centesimo. Passa un’ora  la tedesca Brandt le fa il regalo più bello cancellandosi dalla finale la serata prende tutto un altro colore. Brava!

Tania Cagnotto e Francesca Dallapè, 10: sesta affermazione europa consecutiva, con tanto di punteggione (328.50) che vale alle due azzurre quasi il record personale (a Roma 2009 furono 329.70). Dopo una stagione con meno allenamenti, il collegiale di Trieste prima e l’intensa preparazione qui a Berlino poi hanno dato i loro frutti, a tratti addirittura insperati. Campionesse infinite, il trampolino è sempre azzurro.

Francesco Dell’Uomo, 7: come il suo risultato finale, in una gara contrassegnata da tuffi fuori dalla portata degli azzurri e da fuoriclasse assoluti della disciplina. L’azzurro c’è, confermando lo stato di forma ottimo dell’ultimo mese, e suggellando al meglio la stagione del definitivo rilancio dopo l’operazione alla mano del febbraio 2013.

 

Enrico Spada e Francesco Caligaris

 

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Foto da: Facebook Federica Pellegrini fans

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