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Volley, Italia ancora in campo: c’è la Serbia, si scelgono gli azzurri per il Mondiale!

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Stasera (ore 20.00, non sono previste dirette televisive e/o streaming) l’Italia maschile di volley torna nuovamente in campo per il penultimo match prima dei Mondiali (debutto il 31 agosto contro l’Iran a Cracovia).

Gli azzurri affronteranno a Cavalese (Trento, dove hanno svolto tutta la preparazione estiva) la Serbia, nel primo match di un triangolare che culminerà con la sfida al Brasile Campione del Mondo in programma martedì a Trento.

 

I ragazzi di Mauro Berruto giungono a questo appuntamento dopo le due sconfitte patite contro la Germania, le tante novità di modulo proposte (Zaytsev di banda, su tutte) e una condizione fisica che sta giungendo a puntino per l’appuntamento iridato. Come dichiara un convinto Emanuele Birarelli alla FIPAV: “La nostra preparazione è stata lunga e positiva. L’aver scelto di rimanere sempre a Cavalese ci ha permesso di svolgere al meglio tutto il lavoro che avevamo programmato. Altre squadre si sono comportate diversamente, hanno viaggiato e giocato di più“.

La sfida agli insidiosi slavi (che hanno già comunicato la formazione per la rassegna iridata) sarà fondamentale per fornire ulteriori risposte sulle potenzialità tecnico-tattiche della nostra squadra, sugli uomini da impiegare e soprattutto dovrà permettere a Berruto di risolvere l’ultimo rebus (sempre che nella sua mente non abbia già in chiaro le idee): chi tagliare tra i 15 uomini attualmente a sua disposizione? Anche perché la comunicazione dei 14 azzurri dovrà arrivare a breve.

Zaytsev opposto, Zar di banda. Il primo dilemma principale di questo periodo. Kovar sta bene, ha recuperato dall’infortunio della Final Six? E quanto sarà impiegabile? Portare in Polonia tre opposti (Sabbi e Vettori oltre a Zaytsev), oppure rischiare meno e convocare quattro centrali? Sono queste le domande che ci stanno attanagliando…

L’Italia, storicamente e in qualsiasi sport, ha sempre (giustamente) sottovalutato le amichevoli. Gli incontri con Serbia e Brasile non vanno vissuti con il patema del risultato (i giocatori in campo non lo faranno), ma come tappe di avvicinamento all’appuntamento vero dove sì conterà vincere.

 

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