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Ciclismo, Mondiali 2014: Kwiatkowski, che classe! Tua la maglia iridata

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Il futuro che piomba sul presente. Michal Kwiatkowski, atleta polacco classe ’90, è il nuovo campione del mondo di ciclismo su strada, andando ad imporsi sul circuito di Ponferrada con uno splendido attacco a 6 chilometri dal traguardo che gli ha permesso di prendere quel vantaggio sul gruppo utile per arrivare al traguardo in solitaria. Completano il podio Simon Gerrans e Alejandro Valverde, mentre Sonny Colbrelli è il miglior italiano 13esimo. 

Il primo di corsa ha presentato una Colombia subito molto attiva, l’unica tra le squadre di vertice che ha provato a mettere un uomo in fuga. Sulla seconda salita è nato il tentativo di giornata, composto da quattro atleti, che hanno di fatto animato la prima parte di corsa, svoltasi in maniera regolare nel plotone principale. Oleksandr Polivota (Ucraina), Carlos Quintero (Colombia), Zydrunas Savickas (Lituania) e Matija Kvasina (Croazia) dopo essersi avvantaggiati sul gruppo hanno guadagnato un margine importante, arrivato fino ai 15′ minuti. Solo a 150 chilometri dalla conclusione la Polonia di Michal Kwiatkowski ha iniziato l’inseguimento, andando a diminuire progressivamente il loro margine.

Il ritmo impostato dai polacchi, nonostante tutto, è sempre rimasto abbastanza blando, e non supportato dall’aiuto di altre squadre interessate ad affaticare i velocisti. È stata proprio l’Italia, a 75 chilometri dal traguardo, ad accelerare. Prima con Daniele Bennati e poi con Fabio Aru, gli azzurri hanno fatto un ritmo finalmente vivace sullo strappo del Mirador, provocando una prima selezione e mettendo in fila il gruppo dei big, ancora molto corposo. Sulla salita successiva, per quanto facile, Aru ha accelerato ancora una volta, portando con sè Giovanni Visconti, Michael Albasini e Peter Kennaugh, costringendo le altre squadre ad inseguire.

Quest’azione ha portato, a 60 chilometri dalla conclusione, alla formazione di un gruppeto molto interessante di 12 uomini composto da Giampaolo Caruso, Giovanni Visconti, Simon Geschke, Edvald Boasson Hagen, Daniel Navarro, Peter Kennaugh, Tim Wellens, Tony Martin, Christopher Juul Jensen, Yuri Trofimov, Sep Vanmarcke e Michael Albasini. Al loro inseguimento, in testa al gruppo, si è portata la nazionale australiana, che però non è riuscita a chiudere un gap ampliato da un attacco di Tony Martin durato una decina di chilometri.

L’intesa tra i fuggitivi si è mano a mano persa con il passare dei chilometri, e a 30 dal traguardo il gruppo si è riportato sul gruppetto di attaccanti, dal quale avevano attaccato Giovanni Visconti e Peter Kennaugh. Il gruppo al loro inseguimento si è riportato su questa coppia dopo una serie di scatti e controscatti che però non hanno fatto particolare selezione. Questa situazione ha favorito un attacco del francese Cyril Gautier, seguito da Alessandro De Marchi e dal danese  Michael Valgreen Andersen, con il gruppo alle loro spalle molto anarchico, seppur ancora corposo.

Il bielorusso Vasyl Kyryienka ha provato a riportarsui sul terzetto al comando, seguito da diversi corridori, tra cui Michael Albasini, Esteban Chaves, Daniel Moreno, Sep Vanmarcke e Simon Clarke, distanti comunque una trentina di secondi. Il gruppo, in cima al penultimo passaggio sul Mirador, è passato a quasi un minuto dai primi, privo di qualsiasi tipo di organizzazione da parte delle squadre più importanti. Proprio all’ultimo passaggio sul traguardo Kyryienka è riuscito a rientrare sulla testa della corsa: tutti gli inseguitori sono passati a 35” dai leader, con il plotoncino dei velocisti e dei favoriti a 44”.

Solo all’interno dell’ultimo giro del circuito la Spagna ha preso in mano le redini della corsa, andando a diminuire il ritardo degli attaccanti ai piedi della salita di Confederacion, portandosi a 15” prima dell’entrata in corsa del Belgio. Nonostante gli sforzi di queste due squadre gli attaccanti sono riusciti a scollinare in testa, con poco più di 10” di  vantaggio che li hanno portati ad attaccare in testa l’ultimo e decisivo strappo, raggiunti dal polacco Michal Kwiatkowski, avvantaggiatosi sul gruppo in discesa.

Il polacco, che ha fatto lavorare la squadra nella prima fase di corsa, ha staccato tutti già dalle prime rampe dell’ultima salita: la Spagna ha provato ancora a chiudere, ma senza la convinzione necessaria per chiudere il buco creato dal corridore dell’OmegaPharma-QuickStep. Il primo a rompere gli indugi è stato Joaquim Rodiriguez, seguito poi da un brillante Philippe Gilbert, da Simon Gerrans e Alejandro Valverde, i favoriti della vigilia.

Nessuno, però, è riuscito a riprendere Michal Kwiatkoeski, che ha coronato una stagione stupenda andando ad indossare la maglia più bella, con i colori arcobaleno, arrivando in solitaria e gustandosi il successo alzando le braccia al cielo. Seconda posizione per l’australiano Simon Gerrans, il favorito della corsa, seguito da Alejandro Valverde, all’ennesima medaglia mondiale senza mai aver vinto l’oro. Quarta posizione per il danese Matti Breschel, a sua volta specialista del Mondiale.

Sonny Colbrelli, il migliore degli italiani, ha chiuso la corsa in 13esima posizione, assieme ad i velocisti come preventivato alla vigilia. La squadra azzurra ha corso un ottimo Mondiale, senza però aver avuto la brillantezza e gli uomini necessari nel finale per potersi giocare il successo sull’ultimo strappo.

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gianluca.santo@olimpiazzurra.com

Foto: LeTour.fr

1 Commento

  1. Luca46

    28 Settembre 2014 at 17:47

    De Marchi e Colbrelli all’altezza, gli altri meno. Il Polacco ne aveva più degli altri, premiato anche il lavoro della squadra.

  2. ale sandro

    28 Settembre 2014 at 16:53

    Un grande Kwiatkowski, ha fatto un grandissimo numero e conferma tutto il suo valore che si potrà ammirare da qui ai prossimi anni per le classiche. Il fatto che Australia e Spagna con Gerrans secondo e Valverde terzo, abbiano pagato la fatica fatta e l’impossibilità di tenere completamente la corsa la dice lunga su quanto facciano male gli attacchi da lontano.
    Quanto agli azzurri penso che abbiano fatto più o meno quello che potevano fare su un circuito come questo con i corridori che hanno a disposizione. Si dirà sicuramente che Aru o Visconti o chissà chi dovevano essere chiamati in causa all’ultimo, per me l’utilizzo che è stato fatto è corretto da parte di Cassani, una grandissima gara di De Marchi a lungo all’attacco, purtroppo sono mancate le forze alla punta e cioè Nibali,senza farne casi o mettere croci addosso a nessuno. Colbrelli ha fatto il suo restando coi velocisti più forti, ma ovviamente non era il più veloce del lotto e si sapeva.
    Il giudizio sul Mondiale considerando tutta la rassegna non è positivo, siamo ancora lontani dall’eccellenza delle altre nazioni.

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