Artistica
Ginnastica, Mondiali 2014 – Italia, numerosa e “lunga”! Il meglio vola a Nanning…con novità e qualità
I nomi erano un po’ quelli che giravano nell’aria, già immaginati tre settimane fa (poi nelle righe del sottoscritto si può leggere quello che si vuole…), preannunciati dalle liste ufficiali della Federazione Internazionale, depositati (da regolamento) ben prima della Novara Cup e della Golden League.
E aggiungiamo un aspetto che più volte avevamo preannunciato: un visto per la Cina richiede del tempo. Mancano 20 giorni all’inizio del Mondiale e 11 alla partenza del team azzurro alla volta di Nanning. Per un visto (soprattutto in quel Paese) è necessario un arco temporale più ampio: naturale che le scelte non potessero arrivare all’ultimo minuto…
Ad ogni modo l’Italia vola in Cina con la sua miglior formazione a disposizione in questo preciso momento, dimostrando però di avere un bacino davvero molto ampio come mai era capitato nella nostra storia. Non dobbiamo dimenticarci, infatti, che sono rimaste a casa atlete del calibro di Carlotta Ferlito, Enus Mariani, Francesca Deagostini, Alessia Leolini. Cioè un’olimpica e medagliata agli Europei, il nostro miglior prospetto che attendiamo presto al rientro, due ginnaste di assoluto livello (inter)nazionale. Sia chiaro: nessuna per scelta tecnica, ma per problemi fisici o perché il recupero deve essere ancora completato dopo lunghi stop. Altrimenti (e per fortuna) le scelte del DT sarebbero state molto più ampie (e complicate).
A Nanning l’azzurro potrà ben figurare. La finale a squadre è un obiettivo accessibile e assolutamente nelle corde di questa strade, senza dimenticarci che avversarie dirette come Germania, Canada e Brasile saranno prive di ginnaste molto importanti per i loro movimenti.
Tralasciando per un istante lo stretto risultato sportivo (cosa che non andrebbe mai fatta in ambito agonistico…), impressiona come tutto il gruppo di interesse nazionale abbia ben lavorato in estate, mettendo fieno in cascina non solo per questa spedizione mondiale ma soprattutto per quella di Glasgow 2015 quando si assegneranno i pass per le Olimpiadi 2015. Ricordiamolo ancora una volta: la tagliola del Test Event (di cui l’Italia non deve avere tecnicamente paura) è una scocciatura, soprattutto perché si svolgerà nella primavera 2016, poco prima degli Europei (e non a gennaio come invece successo nel 2012), spezzando il lavoro pulito di avvicinamento alla manifestazione a cinque cerchi.
I doppi avvitamenti al volteggio (ne avremo ben tre), i doppi tesi al corpo libero, gli incrementi di difficoltà alle ostiche parallele, il nostro storico valore alla trave. Insomma gli upgrade tanto desiderati ci sono stati. Ora bisognerà concretizzare.
Dal 18 settembre inizierà l’ultimo collegiale al PalAlgeco di Brescia dove verrà scelto il vero sestetto titolare (conosceremo quindi la riserva) e si affineranno le ultime strategie.
Vanessa Ferrari, Erika Fasana ed Elisa Meneghini saranno ovviamente le nostre all-arounder. La Cannibale entrerà ovviamente nella finale della vera gara del cuore (quella che l’ha incoronata Campionessa del Mondo nel 2006), le altre due ragazze battaglieranno per l’altro posto a disposizione tra le 24 (sono stati cinque i testa a testa in questa stagione). Chiaramente le loro performance saranno fondamentali in ottica squadra ed è per questo che tutte hanno lavorato duramente.
Vanessa rappresenterà la nostra unica speranza di medaglia mondiale (quantomeno al femminile) e sul corpo libero ha tutte le possibilità per difendere l’argento conquistato ad Anversa 2013: lo ha dimostrato anche a Porto San Giorgio con un eccellente esercizio che l’ha spedita a 15.050.
Alle loro spalle avremo naturalmente le parallele della specialista Giorgia Campana, abile anche alla trave. La rotazione sui 10cm sarà aperta da Lavinia Marongiu, che si è dimostrata tonica sull’attrezzo nelle ultime uscite. Martina Rizzelli ha il doppio avvitamento al volteggio (fondamentale) e le parallele; Lara Mori gli staggi e il corpo libero.
La strategia, però, è ancora da affinare, da perfezionare e da studiare. La preparazione è stata sostanzialmente impeccabile: ora serve andare “solo” in meta (giusto per citare un vocabolo caro al DT). Nella speranza che questa volta gli errori vengano ridotti al minimo e non si ripeta la finale a squadre degli ultimi Europei.