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Judo, Mondiali 2014: Italia in crescita, ma c’è molto da lavorare

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Per il quarto Mondiale consecutivo, il judo azzurro è tornato a casa senza medaglie. Un bilancio che non può di certo essere soddisfacente, ma che lascia intravedere degli spiragli di luce se analizzato al di là del mero dato aritmetico dei podi.

Innanzi tutto, c’è Edwige Gwend. La judoka della categoria 63 kg ha offerto all’Italia un quinto posto, sfiorando la medaglia iridata, un risultato che dimostra come il podio iridato non si un’utopia per la squadra azzurra. Va inoltre ricordato che negli ultimi due Mondiali, nessun judoka italiano era riuscito a classificarsi tra i primi otto della propria categoria, cosa che invece Gwend è riuscita a fare con relativa facilità, perdendo solamente da grossi calibri come la francese Clarisse Agbegnenou e la giapponese Miku Tashiro. Edwige rappresenta quindi la più grande certezza del judo italiano al giorno d’oggi, ed è l’atleta sulla quale puntare a breve termine, in attesa che altri raggiungano il suo livello.

Di Odette Giuffrida (52 kg) abbiamo già parlato, e non possiamo che ribadire quanto già detto. La vittoria contro la slovena Petra Nareks l’ha aiutata a superare il fantasma dell’eliminazione al primo incontro, come avvenuto agli Europei, ma il potenziale di quest’atleta va ben al di là di un singolo incontro vinto. Giuffrida è un’atleta sulla quale puntare per il prossimo decennio, che ha ancora grandi margini di miglioramento e che, come dimostrano i suoi risultati nelle varie categorie giovanili, non può che essere destinata a raccogliere successi anche tra i senior. Il primo passo sarà ottenere punti importanti nel ranking IJF per guadagnarsi una posizione di testa di serie nei tornei di prima fascia.

Valentina Moscatt resta un’atleta molto costante, che nella categoria 48 kg può rivaleggiare con quasi tutte le migliori al mondo, ma che spesso non riesce a superare l’ultimo scoglio per ottenere un risultato pienamente soddisfacente. Quest’anno ha comunque dimostrato di essere migliorata sotto quest’aspetto, ed un ottavo di finale iridato non è da buttare via, ma in molti hanno avuto l’impressione che l’ingresso tra le migliori otto fosse ad un passo per lei. In prospettiva olimpica, resta comunque una delle carte più importanti per l’Italia.

Giulia Cantoni (70 kg) ed Assunta Galeone (78 kg) sono invece state eliminate al primo turno. Va detto che il sorteggio non le ha di certo risparmiate, in particolare nel caso di Assunta, che si è subito scontrata con colei che poi sarebbe diventata campionessa mondiale. Allo stesso tempo, bisogna ricordare che per fare il salto di qualità è necessario andare anche contro i pronostici, come ha saputo fare Jennifer Pitzanti (70 kg), che, sebbene abbia vinto un solo incontro, potrà dire di aver battuto una testa di serie come la britannica Sally Conway.

Meno roseo è il bilancio del settore maschile. Il migliore è stato ancora una volta Antonio Ciano (81 kg), che è riuscito a battere un atleta di prima fascia come l’ungherese Szabolcs Kirzsán ed è andato vicinissimo allo sconfiggere anche il russo Ivan Nifontov, che poi avrebbe vinto la medaglia di bronzo. È comunque preoccupante che il miglior azzurro sia anche il meno giovane della spedizione.

Non si può biasimare Massimiliano Carollo, presente nella stessa categoria di Ciano, che dopo aver vinto un incontro alla sua portata contro il kirghizo Tariel Usenov, ha ceduto alla furia del nipponico Takanori Nagase. Giustificato dal sorteggio è Alessio Mascetti (+100 kg), che ha subito pescato il georgiano Adam Okruashvili, numero tre del mondo, anche se i suoi incontri hanno poi dimostrato come il vicecampione europeo non fosse in gran forma.

Nella categoria 73 kg, Enrico Parlati è riuscito a vincere un incontro, ma ha poi perso contro il ceco Jaromír Ježek, atleta di buon livello ma certamente non fuori portata per l’azzurro. Delusioni invece per Elio Verde (66 kg) e Walter Facente (81 kg), entrambi battuti al primo incontro: per Facente, in particolare, si tratta della seconda sconfitta consecutiva al primo turno dopo quella degli Europei, ed ancora una volta il suo carnefice è stato il francese Alexandre Iddir.

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Immagine: IJF

giulio.chinappi@olimpiazzurra.com

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