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Ciclismo

Mondiali ciclismo femminile: le schede delle azzurre

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La nazionale azzurra femminile si imbarca per Ponferrada con grandi ambizioni: negli ultimi sette anni, le ragazze guidate da Edoardo Salvoldi hanno conquistato quattro ori e quattro bronzi nella prova in linea, oltre ad un argento in quelle a cronometro. Cerchiamo dunque di analizzare, una per una, le atlete che rappresenteranno il Tricolore nell’ostica terra iberica: in generale, si può dire che per la prova a cronometro sarebbe già soddisfacente un piazzamento tra le 10, mentre in quella in linea proprio la nostra nazionale sembra l’unica in grado di contenere un’Olanda quantomai salita di livello, capitanata ovviamente dalla straordinaria Marianne Vos.

Rossella Ratto

Partiamo da lei, bronzo iridato in carica: bergamasca non ancora ventunenne, è un’atleta completa che ha sempre conquistato vittorie prestigiose sin dalle categorie giovanili. Rossella può tenere su ogni tipo di percorso e, sebbene non sia tra le velociste più quotate, ha comunque un discreto spunto veloce: quest’anno ha conquistato una prestigiosa vittoria in una frazione al Women’s Tour e una dozzina di piazzamenti nella top five, tra cui spicca il recentissimo quarto posto al GP Plouay, ultima prova di Coppa del Mondo.

Elisa Longo Borghini

Assieme alla Ratto, difenderà i colori azzurri nella cronometro di cui è campionessa nazionale puntando, come si è detto, ad un piazzamento onorevole. La sua carta migliore, ovviamente, sarà la gara in linea: splendido bronzo a Valkenburg 2012, l’ossolana classe 1991, figlia d’arte come la stessa Rossella, viene da una stagione in crescendo, con la condizione migliore raggiunta proprio sul finire dell’estate. Il suo valore è indiscutibile, tuttavia, per vincere, ha bisogno di un’azione in solitaria, un po’ come Vincenzo Nibali: ma tante volte, nella pur giovanissima carriera, ha dimostrato di saperle eseguire alla perfezione. Un esempio su tutti? Trofeo Alfredo Binda, prima prova di Coppa del Mondo 2013: stoccata di potenza al momento giusto e successo meritatissimo.

Giorgia Bronzini

Due titoli iridati appesi in bacheca, un palmarès che porterebbe via pagine e pagine. Piacentina, trentuno anni compiuti ad agosto, è ancora nel pieno del suo fulgore: allo sprint non parte battuta con nessuna e inoltre, proprio nelle ultime stagioni, è molto migliorata sul piano della resistenza in circuiti di media difficoltà. Se sarà volata di gruppo, Giorgia sarà la prima freccia azzurra.

Elena Cecchini

Ventidue anni, friulana di Mereto di Tomba, è reduce da un’annata nella quale ha compiuto un grande salto di qualità: vittoria del titolo nazionale in linea, maglia di miglior giovane in Coppa del Mondo, campionessa europea della corsa a punti U23, bronzo continentale nello scratch e nell’inseguimento a squadre, argento europeo nella prova su strada e potremmo continuare elencando i circa 15 piazzamenti tra le prime cinque nelle gare del calendario internazionale. Preparata personalmente dal ct Salvoldi, possiede uno spunto veloce molto importante che sarebbe perfetto nel caso d’arrivo di un gruppetto di 10-12 unità, magari con un attacco da lontano; ha vinto il Tricolore con un’azione da finisseur e ovviamente non è certo battuta nemmeno in volata di gruppo. Tante chance per lei.

Valentina Scandolara

Simpaticamente soprannominata “Cavallo Pazzo” perché non lesina mai attacchi e tentativi su ogni genere di percorso, la ventiquattrenne di Tregnago (Verona) ha conquistato quest’anno il Giro del Trentino, chiudendo seconda al campionato nazionale. Approdata ad un top team internazionale come l’Orica-Ais, nel quale può imparare da una grande campionessa che risponde al nome di Emma Johansson, è una ragazza capace tanto di fare squadra, quanto di giocarsi le sue chance. Con un attacco, appunto, da vicino o da lontano.

Tatiana Guderzo

Lei e le medaglie hanno un feeling particolare: due medaglie iridate (un oro e un bronzo), quattro europee e una olimpica (il bronzo a Pechino 2008) la rendono una ragazza specialista dei grandi eventi. La trentenne vicentina di Marostica si è un po’ nascosta nella prima parte di stagione, salvo poi recuperare la gamba migliore nelle ultime settimane. Dall’altro della sua esperienza, può rappresentare la “variabile impazzita” della selezione azzurra, la mossa a sorpresa da giocarsi in qualunque circostanza.

Susanna Zorzi

Poche atlete sono generose come lei, che abbiamo avuto modo di conoscere più da vicino con questa recentissima intervista. Susanna tira quando c’è da tirare e attacca quando c’è da attaccare: per un anno ha indossato la maglia di campionessa europea, a testimonianza del suo profondo valore. Qualunque sarà il compito assegnatole da Salvoldi, la ventiduenne veneta risponderà presente.

Elena Berlato-Barbara Guarischi-Chiara Pierobon-Maria Giulia Confalonieri

Queste quattro atlete vestono il ruolo di riserva: la brianzola Confalonieri, ottima pistard peraltro terza al campionato nazionale su strada, lo sarà per la prova a cronometro, mentre le altre per quella in linea, sebbene solamente una si imbarcherà per la Spagna. Pierobon, ventunenne veneta di Mirano, ha chiuso la sua estate con una serie di piazzamenti nelle dieci in Francia: la più esperta Berlato, ventiseienne vicentina di Schio, ha sfiorato il successo in una frazione del Giro Rosa e al Trophée d’Or, imponendosi nella prova open del Trofeo Oro in Euro. Per Barbara Guarischi, ruota veloce lecchese del 1990, non si contano i piazzamenti tra le prime cinque: a sigillo di ciò, i successi in due frazioni al Trophèe d’Or e soprattutto alla Route de France.

Edoardo “Dino” Salvoldi

A proposito di cose che non si contano: i suoi successi. Vent’anni di lavoro in Federciclismo, il quarantatreenne tecnico lombardo ha saputo sfruttare al meglio l’invidiabile ruolo di coordinatore tanto del settore strada quanto di quello pista, portando in dote all’Italia all’incirca 130 medaglie (difficile, appunto, un computo preciso) tra Olimpiadi, Mondiali ed Europei élite e giovanili di entrambi i settori. Difficile trovare un tecnico, di qualunque sport, con un curriculum più degno: le azzurre, già forti di per sé, avranno un jolly in più in ammiraglia.

foto: bicibg.it

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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