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Mondiali Judo 2014: Chelyabinsk conferma gli equilibri di Rio

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Dopo un’intensa settimana di gare, si sono chiusi a Čeljabinsk i Mondiali di judo 2014. Il medagliere finale della manifestazione ha confermato sostanzialmente gli equilibri che erano venuti fuori nella scorsa edizione iridata, quella di Rio de Janeiro.

Il Giappone resta sempre leader, addirittura incrementando il proprio numero di medaglie d’oro. Quest’anno, infatti, sono arrivati ben quattro titoli individuali, uno in più rispetto ad un anno fa, e soprattutto sono arrivati risultati soddisfacenti anche dalle donne, che invece avevano deluso sui tatami brasiliani, vincendo l’oro a squadre ma nessuna finale individuale. La stella di questa squadra è oramai Masashi Ebinuma, capace di ottenere il suo terzo titolo mondiale consecutivo nella categoria 66 kg. È tornato sul tetto del mondo anche Riki Nakaya (73 kg), che dopo la vittoria del 2011 aveva ceduto il passo al connazionale Shohei Ono, divenuto campione iridato nel 2013. Al femminile sono venute fuori molte novità, a partire dalla giovanissima Ami Kondo, diciannovenne che si è aggiudicata l’oro nella categoria 48 kg, imitata due giorni più tardi da Nae Udaka tra le 57 kg.

La Francia, reduce dall’incetta di medaglie degli Europei di casa, si è confermata come seconda potenza mondiale. Unica nazione, naturalmente dopo il Giappone, a riuscire a vincere più di un oro, ha ottenuto ancora una volta un bilancio di sette medaglie individuali di cui due d’oro, lo stesso delle Olimpiadi di Londra 2012 e di Rio 2013. Il risultato è stato impreziosito dal titolo mondiale conquistato dalla squadra femminile, molto competitiva in tutte le categorie e guidata da una straordinaria Clarisse Agbegnenou, che ha conquistato il primo titolo mondiale individuale e si è dimostrata ancora una volta imbattibile nella categoria 63 kg. La stella, però, resta sempre Teddy Riner, capace di vincere il suo settimo titolo mondiale, ancora una volta da padrone.

Il Brasile era reduce dall’edizione di casa, ma è riuscito comunque a mantenere un livello simile a quello dell’anno scorso, nonostante molte delusioni. Quella verdeoro era infatti la squadra che ad inizio torneo vantava più judoka teste di serie di ogni altra, ma per ottenere il titolo iridato ha dovuto aspettare il quinto giorno. Mayra Aguiar non era di certo la più attesa della formazione brasiliana, ma di fronte ai fallimenti della campionessa olimpica Sarah Menezes o della campionessa mondiale uscente Rafaela Silva, ci ha pensato lei a salvare il bilancio dei sudamericani vincendo tra le 78 kg.

Cuba non ha potuto contare sul campione mondiale dei 90 kg, Asley González, infortunatosi poco prima dei Mondiali, ma ha visto l’ennesima conferma di Idalys Ortiz nella categoria +78 kg, che negli ultimi tre anni ha conquistato sempre il titolo più importante in palio nella stagione, quello olimpico di Londra e gli ultimi due Mondiali. Inoltre, sono emersi molti giovani interessanti, tra i quali spicca José Armenteros, medagliato d’argento tra i 100 kg.

Ancora una volta la Georgia ha confermato il suo rapporto non proprio idilliaco con i Mondiali. Dopo i successi europei, infatti, solamente Avtandil Tchrikishvili ha saputo ottenere la medaglia d’oro iridata, vincendo nella categoria 81 kg. La delusione più grande è arrivata da Varlam Liparteliani, da tutti considerato il grande favorito dei 90 kg, ma alla fine medagliato di bronzo. La forma non eccezionale della formazione caucasica è stata confermata dalla prova a squadre maschile, dove la Georgia ha perso il suo titolo.

Ancora in crescita si è mostrata la Mongolia, che oltre al titolo di Boldbaatar Ganbat tra i 60 kg ha mostrato un movimento in grande fermento, tanto da portare la squadra femminile alla medaglia d’argento, fatto mai accaduto per la squadra asiatica, che nella prova per team aveva conquistato in passato solamente un bronzo.

Infine, i padroni di casa della Russia hanno collezionato un gran numero di medaglie, ma hanno nuovamente mancato l’appuntamento con l’oro iridato, che manca oramai dal 2011. La squadra russa ha di fatto dimostrato di avere molti judoka di ottimo livello, in grado di raggiungere il podio, ma nessuno di questi ha mostrato un livello tale da consentirgli di divenire padrone della propria categoria. E se consideriamo che, in genere, l’aria di casa migliora sempre le prestazioni degli atleti, non si può prevedere un futuro molto roseo per il judo russo, in netto calo dopo l’incredibile prestazione di Londra 2012.

Per quanto riguarda l’Italia, invece, vi rimandiamo all’articolo di domani, nel quale cercheremo di tracciare un bilancio azzurro di questa manifestazione iridata.

 

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RISULTATI
DAY 1 – DAY 2 – DAY 3 – DAY 4 – DAY 5 – DAY 6 – DAY 7
MEDAGLIERE INDIVIDUALE 
– MEDAGLIERE TOTALE

VIDEO
DAY 1 – DAY 2 – DAY 3 – DAY 4/1 – DAY 4/2 – DAY 5/1 – DAY 5/2 – DAY 6

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Immagine: IJF

giulio.chinappi@olimpiazzurra.com

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